"Per recuperare la profonda emozione che può dare l'antica e grande religione egizia, cioè quella stessa che ha informato e ispirato gran parte delle successive religioni, dobbiamo liberarci dei preconcetti e dei più scontati luoghi comuni che ce la fanno apparire come una selva intricata di dèi dalle mostruose teste animalesche, distaccata da ogni istanza umana ed ottenebrata da un angoscioso terrore dell'aldilà. Dobbiamo ripercorrere quei momenti di smarrimento e di estasi, di dubbio e di fede che travagliano l'uomo nella ricerca della verità, nel tentativo di dare un senso alla realtà apparente, una ragione alla nostra stessa vita ed a quella dell'universo." (...)
Alberto Carpiceci (Arte e Storia dell'Egitto).
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Gruppi di stelle o stelle cospicue isolate che sorgevano in particolari ore della notte durante i trentasei periodi di dieci giorni che costituivano l’anno egiziano. Ogni periodo di dieci giorni era caratterizzato al suo termine dal sorgere eliaco del decano successivo. Il sistema decanale è antichissimo ed è documentato a partire dalla iii dinastia, ma probabilmente risale ad epoche anche più remote. I Decani erano personificati in entità divine, come lo furono le stelle identificate dagli Egiziani: Venere, Giove, Saturno, Marte e probabilmente Mercurio, Sino, Orione, ecc. (cfr. Genii Stellari).
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Il regno dei morti: è rappresentato nei geroglifici da una stella inscritta in un cerchio, indicando con ciò il cielo superiore e quello inferiore. La sua personificazione è riprodotta assai raramente: si tratta di un essere maschile che forma un cerchio curvando all’indietro il suo corpo in modo da far toccare la nuca dai piedi. Dalla testa sorge una figurina femminile, la dea Nut, sostenente con le braccia alzate il sole. Un’importante testo magico religioso fu « il Libro di Ciò che è nel Dat» o «Libro degli Inferi », che descrive il viaggio notturno agli inferi del dio Sole, costituendo altresì un manuale iniziatico.
Dea dell’Albero: cfr. ALBERI SACRI
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Oggetto di venerazione, che si manifestò anche nel riconoscimento di poteri taumaturgici, furono le tre corone principali dell’Egitto: la Bianca dell’Alto Egitto, la Rossa del Basso Egitto e quella unificata, composta dalle due precedenti. Ad esse vennero elevati « inni » di lode e la loro immagine fu riprodotta negli amuleti, soprattutto in faience generalizzatesi a partire dal Nuovo Impero.
Croce ansata: vedi ANKH
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Scimmie a testa di cane, sacre al dio Thoth che talvolta sostituiscono nella cerimonia della « psicostasia » (cfr.). Poiché Thoth è un dio lunare, il cinocefalo che lo rappresenta reca spesso il crescente lunare sul capo. La Enneade ermopolitana è talvolta raffigurata da nove cinocefali. Questi animali figurano anche come adoratori di una divinità solare, quale Amon, venendo definiti « guardiani dell’alba » ed anche « coloro che aprono la terra » con riferimento al passaggio dell’astro attraverso le porte della terra, personificate nel dio Aker (cfr.).
Coccodrillo: cfr. SEBEK
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Segno sacro, detto in egiziano shenu, dal verbo shni = « circondare », destinato a contenere il prenome e il nome del sovrano. La sua forma originaria è circolare ma, divenendo in prosieguo di tempo il nome faraonico più lungo, il cartello assunse forma ellittica. Trattasi di un segno magico solare, come dimostrato dalla sua forma originaria, con carattere protettivo e va collegato ai nodi magici ottenuti con la corda. Infatti il cartello è costituito da un giro di corda a due fili paralleli saldamente legati alle loro estremità.
CARTOUCHE: vedi CARTIGLIO REALE
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I quattro recipienti in cui venivano conservate le viscere del defunto mummificato. In genere sono eseguiti in alabastro, ma anche in altro materiale pietra o metallo, a seconda del censo del l’interessato i coperchi spesso raffigurano i quattro figli di Horo: Duamutef, Hapi, Mesti, Qebehsenu. Devono il nome di « Canopi » ai primi egittologi che ravvisarono erroneamente in essi le prove di un presunto culto tributato a Canopo, pilota di Menelao, sepolto secondo la tradizione in Egitto.
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Toro sacro al dio Montu nella città di Hermonthis (Ermant), l’Heliopolis del sud. Ebbe un santuario a Medinet Habu ed il suo culto si diffuse nei dintorni di Tebe e a Karnak. La consacrazione, sotto il regno di Tolomeo Il, avveniva a Tebe, ma la residenza stabile rimase quella di Hermonthis. La necropoli di questi tori venne chiamata Bukheum, analoga al Serapeum di Apis (cfr.). A Medamut esisteva un suo oracolo. Fu considerato figlio di Nun (cfr.) e assimilato a Ptah-Tatenen. Non siamo ragguagliati in maniera esauriente sui combattimenti di tori, attestati nei bassorilievi, che avrebbero sottolineato il carattere guerriero del dio Montu, patrono di Bukhis, e che avrebbero avuto luogo durante le festività del sacro toro. Le caratteristiche fisiche di Bukhis erano il corpo bianco e la testa nera nonché il disco solare sormontato da due alte piume tra le corna. Uno dei suoi titoli, sottolineante le sue caratteristiche solari, fu « anima di Ra ». In Bassa Epoca i teologi tentarono di stabilire rapporti tra Bukhis e Amon.
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BES - Divinità grottesca e deforme, a gambe arcuate, in posizione eretta e leggermente aggressiva. La maschera, spesso a carattere leonino, è ornata da una larga barba mentre la lingua viene sfacciatamente esposta.
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Religione e dei dell'antico Egitto Conteggio articoli: 9
Miti e divinità egizie Conteggio articoli: 72
Divinità egizie e miti della religione egizia: in questa sezione abbiamo raccolto tutte le informazioni sulle divinità, i miti, i simboli dell'antico Egitto. Le fonti principali sono "I miti egizi" di Boris de Rachewiltz, "La civiltà egizia" Alan Gardiner, "Storia dell'Antico Egitto" di Nicholas Grimal.