AkhenatonAkhenaton (Amenhotep IV) regnò da solo a partire dal 1378/1352, succedendo ad Amenhotep III e assumendo come nome di incoronazione Neferkheperura «Le trasformazioni di Ra sono perfette», cui unì l’epiteto Uaenra «L’Unico di Ra». Il resto della titolatura lo mette invece in rapporto con Tebe, anche se il suo «nome di Horo d’Oro» chiama quest’ultima «Heliopolis del Sud». L’importanza di Heliopolis era legata al fatto che i principi reali venivano educati a Menfi, e non è detto che in questo caso l’accenno alla città significasse già l’esistenza di un’opposizione alla dottrina di Amon. La sua coreggenza con Amenhotep III è oggetto di discussione. Seppure si verificò, non è possibile specificarne la durata: forse ebbe inizio negli anni 28-29 di Amenhotep III per alcuni studiosi, mentre per altri è da abbassarsi agli anni 37-39.

In entrambi i casi, ad ogni modo, si deve pensare che l’ideologia destinata a sfociare nella «rivoluzione» amarniana fosse già abbastanza diffusa alla fine del regno, dal momento che le opere artistiche dell’epoca appaiono influenzate dalle nuove tendenze; d’altro canto, però, il fatto che Amenhotep IV si sia fatto incoronare a Karnak dimostra che, almeno all’inizio, egli non era in aperto contrasto con il clero di Amon-Ra. Nella famiglia reale amarniana, i legami di parentela venivano annodati secondo la tradizione egizia. Amenhotep IV sposò la cugina Nefertiti, figlia di Ay e di Tiy Il, quindi nipote di Yuya e Tuya.

Di conseguenza, la famiglia di notabili di Akhmim rimase al centro dell’«avventura» amarniana, e continuò, in seguito, ad essere presente nelle alte sfere del potere quando Mutnegemet, sorella di Nefertiti, andò sposa ad Horemheb. È anche possibile che proprio l’origine familiare abbia in qualche modo influenzato la scelta di un sito del Medio Egitto per la fondazione della nuova capitale. Ad ogni modo, Amenhotep IV e Nefertiti formarono una coppia legata ancora più profondamente, dal punto di vista politico, di Amenhotep III e Tiy. Come i loro predecessori, vennero sempre effigiati insieme in occasione delle cerimonie ufficiali; però, fatto del tutto nuovo, l’arte di corte li rappresentò fin dall’inizio impegnati in scene di vita familiare che fino ad allora erano state considerate troppo intime per venir riprodotte sulle mura degli edifici pubblici. Il ruolo dei due coniugi non era però equivalente: ad esempio, nel grande inno ad Aton il re è il solo a conoscere il dio.

Soltanto nell’anno 2 Amenhotep IV volle assegnare ad Aton (ATON - Divinità Egizia) il rango supremo nella religione egizia, prima appannaggio esclusivo di Amon(si veda anche AMON - Divinità Egizia). Nei tempi precedenti, egli aveva intrapreso un programma di costruzioni tradizionale. Quando fece aprire la cava di arenaria del Gebel el-Silsila, il sovrano venne rappresentato in atto di offerente davanti ad Amon (Urk. IV 1962), e volle anche completare la decorazione del tempio di Amenhotep III a Soleb. Ma già nelle costruzioni che egli iniziò a Karnak in onore di Aton si percepisce una volontà di rinnovamento, unita ad una certa precipitazione. Il faraone Akhenaton fece estrarre dalla cava blocchi di arenaria, pietra abbastanza facile a lavorarsi, e per di più di piccole dimensioni e quindi più facilmente maneggevoli per una manodopera non specializzata, reclutata con grandi corvées. Questi blocchi, che l’egittologo H. Chevrier ha battezzato «talatat», con nome arabo moderno che segue la tradizione locale, sono incisi con tecnica abbastanza trascurata, ma con stile sempre realista ed abile, caratteristico della nuova ideologia che il sovrano insegnava in prima persona agli artisti, come veniamo a sapere da un graffito del suo capo-scultore Bak ad Assuan. Probabilmente, le loro dimensioni ridotte li salvarono dalla completa distruzione quando, dopo il ritorno all’ortodossia amoniana, gli edifici del faraone eretico costruiti ad est del recinto di Amon-Ra  vennero distrutti: infatti vennero riutilizzati da Horemheb per riempire il nono pilone. Per dieci anni il Centre Franco-Egyptien des Temples de Karnak si è dedicato allo smontaggio del pilone e le 12.000 talatai che ne sono state estratte, attualmente in corso di studio, costituiscono una fonte inestimabile per conoscere la storia dei culti atoniani.

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Nell’anno 4 il faraone Akhenaton, accompagnato dalla regina, si recò sul sito «rivelato da Aton in persona» della futura capitale, che chiamerà Akhenaton «L’Orizzonte del Disco». L’anno seguente diede inizio alla fondazione della nuova città: il luogo prescelto era delimitato da un vasto circo naturale di montagne, posto a circa 10 km a sud di Mellaui, sulla riva orientale del Nilo, e si sviluppava in lunghezza per 25 km, da Sheikh Said a nord a Sheikh Abd el-Hamid a sud.

Era un luogo vergine, come la collina di sabbia primordiale di Heliopolis dalla quale era stato creato l'universo. Il faraone ne delimitò i confini con quattordici stele: undici sulla riva orientale e tre su quella occidentale. La città doveva essere l’equivalente di Tebe, avere gli stessi monumenti chiamati con gli stessi nomi. La necropoli annessa, reale e privata, che comprendeva un cimitero per i tori Mnevis, ne avrebbe fatto allo stesso tempo anche una seconda Heliopolis .

Nicolas Grimal - Storia dell'Antico Egitto.