Un'interessante teoria SfingeL'articolo qui riportato dall'ottimistico titolo "La grande Sfinge: un enigma risolto", tenta di dimostrare con argomenti che mi sembrano convincenti che la famose sfinge di Giza è attribuibile a Cheope e non a Chefren.
L'articolo riportato è di Rainer Stadelmann, tratto da Egitto, terra dei Faraoni - ed Koneman.

Con i suoi 73,50 metri di lunghezza e gli oltre 20 metri di altezza, la Grande Sfinge è la statua più enorme che sia mai stata realizzata (secondo me ci sono delle statue di Buddha ben più grandi n.d.r.).

La sfinge La sfinge rappresenta una creatura ibrida, composta da un corpo leonino e da una testa d'uomo, una creatura che fonde in un unico essere divino la forza animale del felino più potente e l'intelligenza umana del sovrano. I più antichi bassorilievi raffigurano questa creatura come un grifone che stermina il nemico; nella statua questa energia invece è come imbrigliata, dominata dall'intelligenza umana, placata in un atteggiamento maestoso e divino. Anche se gli studiosi concordano nel ritenere che la Grande Sfinge risalga alla IV dinastia, l'attribuzione a Cheope, Djedefra o Micerino resta una questione aperta. Non vi è alcuna iscrizione che indichi quale fosse, fra i tre, il committente della Sfinge.

Sfinge 1918 L'iscrizione che cita Chefren sulla stele della sfinge di Thutmosi IV (XVIII dinastia) prima di tutto fu incisa un migliaio di anni dopo e, in secondo luogo, oggi è decontestualizzata: se si paragona quella iscrizione all'analogo testo inciso sulla stele della sfinge di Amenofi II, occorre probabilmente completare la formula con “luogo di riposo I Orizzonte di Cheope e di Chefren”, in altre parole la necropoli di Giza.

Una singolare, piccola stele di epoca ramesside eretta per “un eccellente scriba quale fu Montu-her”, mostra la più antica rappresentazione di entrambe le piramidi di Cheope e di Chefren con la Grande Sfinge posta correttamente davanti a quella di Cheope. La Sfinge fu eretta certamente nell'area della cava dalla quale fu estratto il materiale per costruire la piramide di Cheope. Questa circostanza non prova tuttavia in modo inequivocabile che la Sfinge fosse stata voluta da Cheope.

Solo alcune considerazioni generali e l'analisi dei criteri stilistici consentono un passo avanti. Dopo Snefru a Dhashur, fu Cheope a Giza a pianificare e portare a termine le opere più colossali. Le sue piramidi, i suoi templi e persino le sue statue, come dimostrano i frammenti pervenuti, sono allo stesso tempo innovativi e sublimi. Egli fu il grande creatore, il dio solare, e i suoi figli lo imitarono. È quindi il candidato più ovvio al ruolo eli “inventore” della Sfinge. La disposizione dell'intero complesso pare peraltro confermare questa ipotesi.

Sfinge, rampa e piramide La rampa di Chefren, nel suo percorso inclinato obliquo, tiene conto di qualcosa di più antico, preesistente; tenendo conto della disposizione del sito può essersi trattato solo della Sfinge.

Anche gli elementi stilistici paiono rinviare inequivocabilmente a Cheope. La forma del volto della Sfinge è larga, quasi quadrata. Chefren invece aveva un viso molto più allungato, sottile, con il mento aguzzo. La Sfinge indossa ancora il tipo più antico di copricapo nemes, interamente plissettato (molto simile a quello che appare sulla testa frammentaria di una statua di Cheope oggi conservata al Metropolitan Museum) e ancora privo della fascia frontale con la piega in rilievo tipica a partire dal regno di Djedefra. D'altra parte sotto Chefren solo le bande laterali del nemes, e non la cuffia, erano plissettate. Le bande laterali del nemes della Sfinge sono profondamente scavate, contrariamente a quelle di Chefren; inoltre sotto Chefren le estremità delle bande sono ripiegate e non dritte come nel nemes della Sfinge. L'ureo emerge dal bordo inferiore del copricapo e, contrariamente a quelli dei nemes di Chefren e Micerino, presenta dettagli naturalistici del collo e le squame della testa. Le arcate sopraccigliari della Sfinge sono molto sporgenti, le sopracciglia scendono verso le tempie. Gli occhi sono profondi, dai contorni ben modellati; sono grandi e sgranati e sono uno degli elementi che rende il volto così maestoso. Gli occhi così aperti sono tipici delle cosiddette “teste di riserva” del tempo di Cheope. Anche le orecchie della Sfinge presentano significative differenze con la statua di Chefren: esse infatti sono spesse e decisamente a sventola, mentre quelle di Chefren sono più allungate e attaccate alle tempie.

Un altro elemento iconografico decisivo per 1'attribuzione è l'assenza di barba, di cui non v'è traccia sul mento della Sfinge. La barba divina è stata aggiunta solo nel corso del Nuovo Regno ed era collegata al petto con un plinto decorato con una figura reale della XVIII dinastia. D'altra parte la statuetta in avorio di Cheope, nonché le teste conservate a Brooklyn (46.167) e a Berlino (14396) – considerate suoi ritratti – sono prive di barba, mentre tutte le statue e i bassorilievi che raffigurano i suoi successori della IV dinastia – Djedefra, Chefren e Micerino – esibiscono la barba cerimoniale. Tutto concorre a considerare la Grande Sfinge, così come già la Grande Piramide, come autentiche creazioni di Cheope.