Seshat: la Signora delle Stelle Comprendere la cultura e l’arte dell’antico Egitto è impossibile se non si tiene presente che ogni aspetto della vita di questa affascinante civiltà era impregnato di credenze mistico/religiose. L’adorazione di una moltitudine di divinità fu la caratteristica principale della religione egizi.

Tentare di capire la complessità dell’antica religione egiziana è impresa ardua perché, tranne la parentesi dell’epoca amarniana, quando la capitale fu spostata a Tell-el Amarna e il culto religioso divenne “monoteista” (fondato sulla divinità di Aton), la lunga storia di questo popolo ci ha lasciato testimonianze della venerazione di una pluralità di dei.

Elementi particolari permettono di classificare la rappresentazione delle divinità egizie infatti la religione faraonica conobbe forme ibride a metà tra l’uomo e l’animale, si potevano trovare immagini di dei con corpo di uomo e testa di animale, testa di animale su corpo di altra specie di bestia oppure testa di uomo con corpo di animale, ma la raffigurazione divina che si trova più frequentemente è proprio quella data dall’unione di un corpo umano con la testa di bestia (Horus uomo con testa di falco, Hathor donna con testa di vacca etc…)

Ogni città o villaggio egiziano aveva il suo tempio, il suo culto con proprie tradizioni, nella storia di questo popolo si sono ritrovate raffigurazioni e documenti che attestano la molteplicità degli dei adorati, con immagini, nomi, caratteristiche diverse.

Facendo una sorta di classifica, si può dire che esistevano dèi “principali” quali Amon, Aton, Geb, Iside, Osiride, Horus, Anubis, Atum, Bastet, Bes, Hapi, Hathor, Kheper, Khnum, Khonsu, Maat, Min, Mut etc.. io invece vorrei soffermarmi solo sull’analisi di alcune divinità “minori” o per meglio dire meno conosciute o citate.

Nefertum:

Nefertum Nefertum detto anche Nefer-tem era una antico dio che veniva venerato nella città di Menfi, il suo nome significa “il bellissimo Atum” o “il giovane Atum” perché inizialmente venne associato alla divinità Atum (immagine del dio creatore di Heliopolis).

Figlio di Path e della dea leone Sekhmet era rappresentato con varie forme: come un fiore di loto, in quanto era considerato dio del profumo che estendeva la sua protezione benefica fino ai confini orientali dell’Egitto o come giovane uomo con in mano una lancia uncinata che sul capo portava quattro piume verticali, uomo con testa di leone oppure come un fanciullo in piedi sopra un leone.

Nel corso degli anni questa divinità venne collegata anche alla figura adolescente di Horus mentre i Greci vollero chiamare questo dio Iphthimis (nfr-tm) pronunciando il suo nome come Eftem e assimilandolo alla loro figura mitologica di Prometeo.


Neith:

Neith

Neith detta anche Neit o Net era una dea predinastica adorata a Sais città sul delta del Nilo, in principio fu identificata come dea madre che rappresentava le acque primordiali veniva anche chiamata “ Teheunut la Libica ”. Dea della guerra, creatrice del telaio e protettrice di tutti i lavori di tessitura talvolta veniva raffigurata con una spola di telaio sulla testa che divenne anche il suo carattere distintivo perché riprodotto nel geroglifico del suo nome.

Neith “Colei che partorisce Ra” era raffigurata con la corona rossa del basso Egitto con in mano alcune frecce, in alcune rappresentazioni parietali viene rappresentata mentre allatta due piccoli coccodrilli e secondo la mitologia egizia questa divinità aveva partorito il dio coccodrillo Suchos (in greco) ovvero Sobek rimanendo vergine .Era considerata l’ideatrice della tessitura e la protettrice dei caduti di guerra perché tramite le bende di lino che avvolgevano il corpo del defunto la divinità assicurata al trapassato la protezione necessaria per il viaggio nell’oltretomba. Era venerata anche nella città di Esna dove si trova una iscrizione che dice ..” Grande Neith, madre che partorì Ra, iniziò il partorire quando ancora non era avvenuto il partorire”… mentre in un tempio nella città di Sais si trova un’altra iscrizione a lei dedicata che dice questo …”Io sono ciò che è... che fu e che in eterno sarà. Nessuno dei mortali ha mai sollevato il mio velo”.

Selkit:

Selkit

Selkit per i greci, anche chiamata Selket, Serqer-Hatu era la dea scorpione veniva venerata soprattutto nelle città del delta del Nilo come Buto, Sais e Kedem ma sembra avesse un culto “esclusivo” nella città nubiana di Pa-Selkhit (casa della dea Selkit) l’odierna Dakkeh.

Divinità invocata per sorvegliare il primo e l’ultimo respiro di ogni persona veniva chiamata “lei che apre la gola” o “colei che fa respirarle le gole” veniva raffigurata con corpo di scorpione e testa di donna che portava sopra il capo il disco solare oppure aveva il corpo umano con sopra la testa uno scorpione. Nella mitologia egiziana Selkit alla settima ora della notte impugnava delle corde per imprigionare il demone Apophis che tentava di ostacolare la navigazione della barca dove si trovava il dio Ra.

Selkit proteggeva anche le viscere del defunto che venivano poste nei vasi canopi dopo la mummificazione ed era anche chiamata “Signora delle punture” perché leniva i dolori provocati dai morsi degli animali velenosi.

Renenut:

Renenut e Nepri.jpg

Detta anche Renenutet (Renen= nutrimento, Utet=serpente) chiamata “dama dei granai” o “signora della terra fertile” era la divinità invocata per garantire un buon raccolto veniva rappresentata con corpo di donna e testa di serpente/cobra raffigurata spesso mentre allatta il figlio Nepri (dio del grano).

Questa divinità era adorata in tutti i piccoli santuari posti vicino alle zone con coltivazioni in particolare Tebe e le regioni agricole del Fayoum.

Nel periodo della raccolta del grano o della vendemmia venivano portate numerose offerte nei santuari dedicati a questa divinità che veniva festeggiata il primo giorno del quarto mese invernale (peret).

Nephthys:

Nephthys

Figlia di Geb e Nut, sorella di Osiride ed Iside e moglie del dio malvagio Seth l’unione del suo nome geroglifico “Nebet - Het” significa “signora del castello” era la dea associata alla parte del cielo che sta ad Ovest e venne inizialmente considerata dea dall’influenza negativa.

La mitologia egizia narra che Seth convinse Nephthys a rubare l’abito di Iside e indossandolo riuscì ad ingannare Osiride.

Osiride fu tratto in inganno dalla somiglianza che c’era tra le due sorelle ed inebriato dal profumo della veste di Iside si congiunse con Nephthys che rimase gravida partorendo Anubis che fu però lasciato alle cure di Iside.

Dopo l’uccisione di Osiride da parte di Seth, Nephthys lasciò il marito e si dedicò assieme alla sorella Iside alla ricerca del resti mortali del fratello. Questa divinità appare spesso raffigurata assieme ad Iside (e Selkhet ) come protettrice dei sarcofagi e in alcune iscrizioni vengono chiamate “le due gemelle” o “le due lamentatrici” .. sono dette lamentatrici perché durante i riti di commemorazione di Osiride le due sorelle cantavano inni per garantire la vita eterna al fratello/marito.. in una parte di questi inni funebri si legge “O essere che partorisci te stesso, Iside e Nephthys ti riveriscono e le loro braccia sono dietro a te a tua protezione”..

Meskhenet:

Meskhenet

Meskhenet o Maskhonit, Meskhent era la divinità che veniva invocata durante il parto perché garantiva la necessaria protezione alla madre ed il nascituro. Durante la nascita del bambino Meskhenet aveva l’assistenza della dea Renenut, la dea /destino Shai, Iside, Nephthys, e le sette Hathor.

Questa divinità era spesso raffigurata con corpo di donna che aveva sulla testa due germogli che secondo alcuni egittologi rappresenterebbero i germogli della pianta del dattero oppure potrebbero rappresentare la forma stilizzata di un utero femminile.

Le donne dell’antico Egitto partorivano accovacciate su quattro mattoni chiamati Meskhnet, i “mattoni della nascita”, per questo motivo spesso questa dea era rappresentata anche con un mattone in testa o come mattone con la testa di donna.

Mertseger:

Mertseger

Mertseger chiamata anche Meretseger, Merit-seger era la dea che proteggeva tutte le necropoli e divinità ritenuta madre dei ka (anima e forza vitale) di tutti i defunti, era anche la patrona della città-villaggio di Deir el Medina e protettrice degli operai ed artigiani che lavoravano nella Valle dei Re.

Questa dea egiza, raffigurata come un serpente era la “paladina” della giustizia perché puniva con i suoi morsi dolorosi (sia di serpente che di scorpione) tutti coloro che rubavano o dicevano il falso.

Renpet:

Era la dea dell’anno e del rinnovamento continuo delle stagioni era chiamata anche “Signora dell’eternità” veniva rappresentata come una donna con in capo un germoglio di palma simbolo che divenne anche il suo segno distintivo nella scrittura geroglifica.

Heket:

Heket

Heket o Hequet-Hiquit era la dea egizia della fertilità e delle nascite, sposa di Khum( il dio creatore di vita raffigurato con testa di ariete) questa divinità era considerata l’ostetrica della civiltà egizia.

Era l’unica divinità femminile che veniva rappresentata con corpo umano e testa di rana ed era venerata nella città di Abidos, nell’oasi di Kharga e nel tempio di Amon.

Era rappresentata con in mano dei coltelli “magici” che, secondo la mitologia egizia, se posti sul ventre di una donna gravida avrebbero potuto alleviare i dolori del parto e proteggere la madre ed il nascituro dalle forze maligne.

Le sette Hathor:

7 Hathor

Erano le sette divinità che noi oggi possiamo definire (in modo fantastico) come delle fate, venivano rappresentate come sette giovani donne che suonavano dei piccoli tamburi e portavano sulla testa il disco solare e le corna come la dea madre Hathor.

Le sette Hathor assistevano la donna che partoriva assieme alle altre dee della nascita e avevano il compito di predire il futuro del nascituro. Erano considerate le “figlie della luce” avevano sette fasce di stoffa rossa con le quali facevano dei nodi, secondo il numero di questi nodi si poteva prevedere il destino più o meno positivo del neonato.

Il papiro Harris 500, oggi conservato al British Museum , contiene alcune copie di antichissimi racconti egiziani come il “racconto del principe Doomed” dove viene narrata la storia di un re egiziano che invocava i favori degli dei per poter diventare padre. Quando finalmente sua moglie partorì il figlio tanto atteso, all’evento assistettero le divinità delle sette Hathor che predissero un destino sfortunato al bambino….”Morirà di morte improvvisa morso da un coccodrillo, un serpente oppure un cane.

Tefnut:

Tefnut

Atum antichissimo dio egizio generò due gemelli, Tefnut e Shu che a loro volta crearono le divinità di Geb e Nut. Queste divinità rappresentavano i quattro elementi essenziali creatori della vita, Tefnut era associata all’acqua, Shu all’aria, Geb alla terra e Nut al cielo. Tefnut detta anche Tphenis, era considerata la dea dell’umidità, dell’acqua, delle nuvole e della pioggia e rappresentata con testa di leone e corpo di donna (talvolta solo con corpo di leone) con il disco solare sulla testa ed in mano l’ankh e lo scettro del potere.

A Menset (Leontopolis variante greca l’odierna città di Tell el-Muqdam) Tefnut e Shu venivano adorati sotto forma di leoni mentre nelle città di Buto erano venerati con l’aspetto di due fenicotteri detti anche “I figli del Basso Egitto”.

Tefnut  era anche chiamata “Dea della Lontananza” perché , secondo la mitologia egizia , la dea in collera con il padre Ra fuggì in Nubia portando con se tutta l’acqua d’Egitto , lasciando nel caos il suo popolo e seminando terrore e distruzione nel deserto Nubiano. Fu il dio Thot che, sotto le sembianze di un babbuino, convinse Tefnut al ritorno in Egitto, proprio per questa leggenda la dea Tefnut è associata anche alla siccità , l’aridità ed al calore “distruttivo” del sole per questo viene anche raffigurata con sopra il capo l’ureo.

Amentit:

Amentit

Amentit, chiamata anche Amonet, Imentit, Ament era all’inizio chiamata con il solo nome Amonet ed era considerata la parte femminile di Amon. Successivamente è stata associata ad Amentit, la dea dell’occidente, che secondo gli egizi era il luogo del Duat (oltretomba) per questo era considerata la protettrice dei defunti.

Fu anche paragonata ad Osiride (“il signore dell’Amentit”) e raffigurata come una bella donna con in testa il simbolo dell’occidente con in mano lo scettro del potere e l’ankh. L’immagine di questa divinità era raffigurato all’interno dei sarcofagi per proteggere il defunto e il suo nome veniva invocato dai sacerdoti durante i riti funebri. Il suo nome deriva da Imm che significa nascondere/occultare la terra nascosta o la terra dei morti ovvero al regione dei morti. Amentit veniva adorata nella città di Imu o Pa-Neb-Amu città del basso Egitto chiamata dai greci “città di Apis”

Mafdet:

Mafdet Mafdet

Mafdet o Maftet era la dea della giustizia, protettrice contro i morsi velenosi degli scorpioni o dei serpenti era raffigurata come donna con la testa di leone e capelli intrecciati e corona formato da serpenti. Era un divinità importante perché proteggeva le stanze dei faraoni ed in alcuni raffigurazioni parietali veniva riprodotta come tavolo sul quale venivano mummificate le salme reali.

Uadjet:

Uadjet

Uadjet o Wadjet, Wadjyt, Wadjit era la dea pre-dinastica che proteggeva il VII nomo del basso Egitto e fu venerata a Pe-Uadjet Buto. Era detta “Colei che ha il colore del papiro” ed associata alla dea Iside perché secondo la leggenda aiutò Iside a nascondere il figlio nelle paludi del delta del Nilo infatti era chiamata anche “Signora che sta sul papiro e che ha allevato suo figlio Horus nel Delta”.

Questa divinità era raffigurata come cobra o donna serpente con corona a forma di avvoltoio o con la corona rossa ed era addetta alla protezione personale del re.

Articolo a cura di Silvia B.

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