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La nuova titolatura del sovrano, che rivelava al paese il dogma di Aton, venne incisa per la prima volta sulle stele della riva orientale. Egli trasformò il suo «nome di Horo», «Toro potente dalle alte piume», troppo legato a Tebe, in «Toro potente amato da Aton». Il suo «nome di nebty», «Grande di regalità in Karnak», divenne «Grande di regalità in Akhetaton», il «nome di Horo d’Oro», «Che innalza le Corone nell’Heliopolis del Sud» fu mutato in «Che innalza il nome di Aton». Egli mantenne il nome di incoronazione, e cambiò Amenhotep in Akhenaton «Gradito ad Aton», sostituendo semplicemente il nome del dio.
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Benché Champollion non fosse ancora trentenne, il suo interesse per i geroglifici risaliva a quasi due decenni prima, e non era mai venuto meno. Tutto era cominciato nel 1800, quando il matematico francese Jean-Baptiste Fourier, uno dei «pechinesi» della spedizione egiziana di Napoleone, aveva mostrato a Champollion, allora un ragazzino di dieci anni, la sua collezione di reperti dell’antico Egitto, molti dei quali recavano strane iscrizioni. Fourier aveva spiegato che nessuno era in grado di interpretare quei bizzarri caratteri, e il ragazzino aveva promesso che un giorno egli avrebbe svelato il mistero. A diciassette anni, Champollion aveva presentato un lavoro dal titolo "L’Egitto sotto i faraoni".
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Nell'Antico Egitto, milioni di malcapitati ibis venivano mummificati e nutriti per l'aldilà. Questa attività ha probabilmente portato all'estinzione della specie. Scoperta la più antica testimonianza dell'uso degli antichi Egizi di sacrificare e riempire di cibo questi uccelli affinché dopo la morte facessero da messaggeri presso gli dei.
Leggi tutto: Gli antichi egizi mummificarono milioni di ibis
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Biblioteca di Alessandria d'Egitto [La pianta di Alessandria d'Egitto - Allineamento]: biblioteca dell'antichità presso la quale era conservata la più vasta collezione di libri del mondo antico. Fondata da Tolomeo I Sotere, sovrano d'Egitto, nella città di Alessandria, fu ampliata dal figlio Tolomeo II Filadelfo agli inizi del III secolo a.C. Ambizione del progetto era radunare qui tutte le opere scritte dall’umanità sino ad allora.
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La civiltà egizia conosceva numerose forme di divertimento. Osservando i dipinti parietali delle sepolture si nota che i nobili amavano banchettare intrattenendosi con musica e spettacoli di danza ed esercizi acrobatici.
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Come scrive Erodoto sembra che i primi geometri furono gli agrimensori egiziani, che per necessità puramente pratiche, misuravano e dividevano le superfici dei campi, calcolavano le varie proporzioni dei terreni e attraverso paletti conficcati nel suolo sui quali tendevano delle corde annodate tra loro tracciavano delle rette sul terreno. Per questo motivo proprio i Greci chiamarono questi antichi geometri “arpedonapti” (annodatori / tenditore di funi).
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Il faraone era considerato il protettore dell'Egitto e nelle operazioni militari a capo dell'esercito che nei tempi più antichi era costituito principalmente da soldati arruolati localmente nelle varie regioni dell'impero egizio. Il sovrano aveva un gruppo di guardie personali composto da guerrieri selezionati sia tra la popolazione egiziana che tra quella nubiana.
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Reperti archeologici, statue, pitture tombali e antichi scritti permettono di seguire, lungo un arco di tremila anni, l’evoluzione degli abiti degli antichi egiziani. La lavorazione dei tessuti risale agli albori della civiltà egizia infatti un vaso datato 5000 a.C. proveniente dal Fayoum conteneva dei semi di lino ricoperti da un piccolo brandello di lino grezzo. Dai tessuti ritrovati nelle sepolture si deduce che il lino era la stoffa più utilizzata per realizzare abiti, bende per avvolgere le mummie, cinture, tappeti, tuniche o coperte.
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National Geographic Italia - Novembre 2009 Nel 1888, scavando nella sabbia vicino al villaggio di Istabl Antar, un contadino egiziano scoprì per caso una grande fossa comune. La fossa non conteneva resti umani, bensì un numero strabiliante di corpi di felini, gatti mummificati e sepolti da migliaia di anni. “Non qualche esemplare sparso”, riferì l'English Illustrated Magazine, "ma decine, centinaia, anzi centinaia di migliaia di felini … ".
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Una delle credenze più persistenti riguardo la civiltà dell'Antico Egitto è quella che le piramidi o le tombe della Valle dei Re fossero state realizzate sfruttando la manodopera degli schiavi. Nella lunga storia egizia ci sono prove dell'esistenza della schiavitù, uomini e donne in gran parte provenienti dai paesi dell'Asia o dalle regioni egiziane confinanti con il Sudan erano fatti prigionieri durante le guerre, potevano diventare servitori dei sovrani, di facoltosi privati, impiegati in umili lavori all'interno dei templi o nelle proprietà degli ufficiali di alto rango.
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Nel Museo Archeologico A. Salinas di Palermo dal 1877 è conservato il più grande frammento di una preziosa stele in diorite nera. Questa stele, nota come “Stele di Palermo” è purtroppo stata ritrovata divisa in sette parti più piccole oggi conservate al Museo del Cairo e nel Museo Petrie di Londra.
Leggi tutto: La pietra di Palermo, 700 anni di storia dall'Antico Egitto
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Durante un'intensa mareggiata nel 1930 lungo il litorale sardo, precisamente a Chia una piccola località di mare in provincia di Cagliari, vennero alla luce alcune antiche tombe ed un insediamento urbano. Il sito fu preso subito in esame sperando di trovare in quel luogo la città di Bithia uno dei più antichi centri fenicio-punici della Sardegna.
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Dall'Egitto ci sono pervenuti interessanti documenti greci spesso ritrovati in modo occasionale o curioso. Furono trovati preziosi documenti in enormi depositi di detriti localmente chiamati Kiman, luoghi che venivano frequentemente perlustrati dai contadini in cerca di terriccio fertile da distribuire nei campi, questo terreno era chiamato in arabo Sebbakh e spesso veniva estratto nei dintorni dei resti di insediamenti urbani antichi.
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Spesso, a causa della maestosità delle costruzioni egizie, si tende a sopravalutare le nozioni e le tecniche possedute dagli egizi. Tuttavie è indubbio che gli antichi egizi avessero certemente delle nozioni abbastanza approfondite di matematica e geometria. La mentalità egizia in questo campo era pero' essenzialmente pratica e non speculativa. Questo atteggiamento ha fatalmente precluso grandi scoperte matematiche che invece hanno dato lustro alla civiltà greca.