"Per recuperare la profonda emozione che può dare l'antica e grande religione egizia, cioè quella stessa che ha informato e ispirato gran parte delle successive religioni, dobbiamo liberarci dei preconcetti e dei più scontati luoghi comuni che ce la fanno apparire come una selva intricata di dèi dalle mostruose teste animalesche, distaccata da ogni istanza umana ed ottenebrata da un angoscioso terrore dell'aldilà. Dobbiamo ripercorrere quei momenti di smarrimento e di estasi, di dubbio e di fede che travagliano l'uomo nella ricerca della verità, nel tentativo di dare un senso alla realtà apparente, una ragione alla nostra stessa vita ed a quella dell'universo." (...)
Alberto Carpiceci (Arte e Storia dell'Egitto).
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Uno dei figli di Horo che, come Duamutef (cfr.) partecipò alle operazioni di mummificazione del corpo di Osiride divenendo uno dei patroni dei vasi canopi (cfr.). È cinocefalo e, unitamente a Neftis, protegge i polmoni del defunto conservati nel vaso canopo a suo nome. Come punto cardinale raffigura il nord. La divinizzazione del fiume Nilo nel duplice aspetto del sud e del nord.
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Il supremo tribunale osiriaco, incaricato di giudicare i defunti nella cerimonia della « psicostasia » (cfr. MAAT - La verità - Divinità astratta dell'antico Egitto) e che ha la sua sede nella sala maaty = (della Verità e della Giustizia) si compone del Presidente e di quarantadue Giudici. Il Presidente è Osiride, talvolta sostituito da Ra indicando così una sopravvivenza delle antiche idee solari ed aristocratiche nella religione osiriaca a carattere democratico. I Giudici sono entità mummiformi antropo e zoocefalo innanzi alle quali il defunto è tenuto a pronunciare la sua « dichiarazione d’innocenza » asserendo di non aver compiuto determinate colpe. C.Maystre esclude un collegamento tra il numero dei Giudici costituenti il divino Conclave e quello dei nomi, o divisioni amministrative dell’Egitto.
Giustificato
Termine che si riferisce al defunto il quale abbia superato il verdetto dei Divini Giudici nella cerimonia della « psicostasia » (cfr.), lett. maa herew = « Giusto di Voce ».
HA
Dio tellurico con adorazione a Metelis, Capitale del VII nomo del Basso Egitto.
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Il dio della terra, figlio di Shu e di Tefnut. Accoppiandosi con la sorella Nut (il Cielo) generò Osiride, Set e Neftis. Ha per simbolo l’oca Anser Albifrons e per tale motivo è talvolta definito «il Gran Starnazzatore».
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Raggruppamento di nove divinità egizie nel sistema teologico eliopolitano. La grande Enneade è composta dal dio primordiale Atum o Ra sorto dall’oceano del Nun (cfr4, sulla pietra benben in Heliopolis. Egli procreò da se stesso la prima coppia Shu (l’Aria) e Tefnut (l’Umidità). Questi a loro volta generarono Geb (la Terra) e Nut (il Cielo). Dall’unione di questa coppia nacquero Osiride, Iside, Neftis e Set. La piccola Enneade si compose invece di Horo, figlio di Iside, Thoth, Maat, Anubis e altre divinità secondarie come Heket. L’esempio di Heliopolis venne seguito da altre città, tra cui Tebe.
EÒS: vedi MEMNON, PSICOSTASIA.
ERNUTET: vedi RENENUT.
Falco: cfr. HARMAKHIS, HARSIESIS, HORO, QEBEHSENUF, RA, SOKAR.
Fenice: cfr. BENNU.
Gatto: cfr. BASTET, RA.
Gazzella: cfr. RESHEP.
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Uno dei figli di Horo che collaborarono con Anubis nella mummificazione del corpo di Osiride e che divennero patroni dei vasi canopi (cfr.). Duamutef è raffigurato con testa da sciacallo e, come punto cardinale, simboleggia l’oriente, proteggendo unitamente a Neith lo stomaco del defunto.
DWAT: vedi DAT
EFESTO: vedi PTAH
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Simboleggia l’astro nei suoi aspetti spirituali e fisici. Fisicamente rappresenta Aton (cfr.), spiritualmente le grandi divinità solari, tra loro assimilate e principalmente Horo e Ra. È munito di ali e di due serpi che pendono ai suoi lati, talvolta coronate rispettivamente con la corona bianca dell’Alto Egitto e con quella rossa del Basso Egitto. Questa è la tipica rappresentazione di HOR BEHEDETI (cfr.).
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Gli egiziani utilizzarono il termine Nether per definire « Dio ». Il geroglifico corrispondente, attestato già nei Testi delle Piramidi, ricorda una ascia stilizzata, ma l’esame della documentazione archeologica (tavolozza « Libica », delle « Due Gazzelle », di Narmer ecc.) ha indicato come tale simbolo sia uno stendardo di legno con drappeggi di stoffa che formano sulla parte anteriore una specie di banderuola. Talvolta tale stendardo è sormontato dal falco solare, indicando così la sua connessione cosmica. Secondo Loret e Moret il vocabolo nether deriverebbe dalla adice ter, rappresentante la fioritura annuale della palma e, per estensione, la rinascita regolare dei vegetali. Nether sarebbe « l’eternamente stesso, colui che non muore mai ». Il segno nether è spesso rappresentato avvolto in bende da mummia, forse significando con ciò l’immutabilità della sua essenza. Nether Ua indicò il « Dio Uno » (cfr. « monoteismo »), la personificazione dei cui attributi fu costituita dalle singole divinità, venute in essere poiché « nominate » dal Verbo creatore.
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Pilastro sacro che appare già in epoca protostorica. Si tratta, nell’aspetto esteriore, di un piolo sormontato da quattro capitelli sovrapposti. Sin dalla i dinastia appare associato ad Osiride (cfr.) e, più precisamente, alla sua colonna vertebrale. Ebbe grande venerazione a Menfi ove fu associato a Ptah, il cui sacerdote aveva il titolo di « Profeta del Ded venerabile ». A partire dal Medio Impero figura in un rito cui partecipa lo stesso Faraone: l’erezione del pilastro Ded. È associato anche all’Albero sacro e, con tutta probabilità, alla conifera siriaca. Nel Nuovo Impero abbondano gli amuleti in faence che lo raffigurano e che dovevano apportare « stabilità » ai possessori. Una tipica forma del Ded osiriaco è quella « animata », cioè antropomorfica, munita della corona, dello scettro e del flagellum di Osiride, nonché rivestita di un lungo paludamento. Il capitolo CLV del Libro dei Morti ha il titolo: « Formula per il Ded d’oro da porsi al collo del defunto » ed inizia con una allocuzione ad Osiride: « Ecco la tua colonna vertebrale! » Il suo nome entrò nella composizione delle città Djedu (Busiris) e Djedet (Mendes) luoghi di adorazione di Osiride.
DIANA: vedi BASTET (BAST).
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Miti e divinità egizie Conteggio articoli: 72
Divinità egizie e miti della religione egizia: in questa sezione abbiamo raccolto tutte le informazioni sulle divinità, i miti, i simboli dell'antico Egitto. Le fonti principali sono "I miti egizi" di Boris de Rachewiltz, "La civiltà egizia" Alan Gardiner, "Storia dell'Antico Egitto" di Nicholas Grimal.