Spesso, a causa della maestosità delle costruzioni egizie, si tende a sopravalutare le nozioni e le tecniche possedute dagli egizi. Tuttavie è indubbio che gli antichi egizi avessero certemente delle nozioni abbastanza approfondite di matematica e geometria. La mentalità egizia in questo campo era pero' essenzialmente pratica e non speculativa. Questo atteggiamento ha fatalmente precluso grandi scoperte matematiche che invece hanno dato lustro alla civiltà greca.
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L'astronomia egizia, confrontata con quella babilonese, appare fortemente arretrata. In realtà dall'Egitto ci è pervenuto un numero di testi astronomici molto minore di quello proveniente dalla Mesopotamia. Di fatto, a essere precisi, ci è giunto solo un tardo papiro (papiro Carlsberg 1) con la descrizione di fenomeni celesti piuttosto elementari, che oltretutto non sempre sono descritti in modo chiaramente comprensibile; soprattutto, a differenza della Mesopotamia, mancano gli elenchi di osservazioni (per es., delle eclissi) precisamente datati.
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Nella tecnica gli Egiziani antichi, benché forniti di strumenti e di macchine semplicissime e primitive, hanno raggiunto un altissimo grado di abilità e di risultati.
Senza conoscere l’acciaio, gli artigiani egiziani sono arrivati a saper lavorare le pietre più dure. Nell’età preistorica già venivano lavorati, per farne vasi, pietre come la diorite o il basalto: perfettamente lisci all’esterno e svuotati all’interno fino a raggiungere uno spessore incredibilmente sottile, i vasi erano ottenuti soltanto con strumenti di pietra, selce e smeriglio; l’uso della pietra dura per recipienti continuò anche in epoca protodinastica, poi si usò pietra più tenera come lo scisto e l’alabastro, lavorati con primitivi trapani di selce. Gli uomini preistorici sapevano lavorare la selce prodigiosamente bene, per armi e per ornamenti.
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L’altro settore scientifico per il quale ci son giunti numerosi testi — ben studiati e ben pubblicati — è quello della medicina. La guarigione delle malattie è, in verità, strettamente collegata con il mondo della religione e della magia: si ha fede negli dèi guaritori (Imhotep, Amenhotep figlio di Hapu) e anche sovrani, in caso di malattia, ricorrono all’intervento soprannaturale: si pensi ad Amenhotep III che, ammalatosi, domanda al sovrano di Babilonia che gli venga inviata in Egitto la statua della dea Ishtar (come sappiamo dalla lettera che accompagnava l’invio della statua miracolosa). La mescolanza, nei testi «medici», di formule magiche e di ricette confermate nel loro potere dalla magia, è molto indicativa per comprendere come fosse ambiguo il confine tra medicina e magia.
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Per l’irrigazione dei campi e il sistema di canalizzazione, per le grandi costruzioni come le piramidi e i templi, per il trasporto dei blocchi dopo averli estratti dalle cave di pietra, per il taglio e il trasferimento, per l’erezione dei monolitici obelischi, insomma per l’attività architetturale e quelle connesse, gli Egiziani antichi hanno posseduto nozioni di geometria e di meccanica assai avanzate almeno sul piano pratico; per l’orientamento degli edifici, per il calcolo del tempo e delle stagioni hanno utilizzato nozioni di astronomia, basata sull’osservazione delle stelle (hanno stabilito 36 decani, le stelle fisse, per esempio), anche se, recentemente, è stata negata l’origine astronomica del calendario civile dell’Egitto antico.