L'ex presidente egizianoo in custodia cautelare. Ieri durante un interrogatorio davanti al procuratore del Sinai aveva avuto un attacco cardiaco, nella notte una nuova crisi. La misura restrittiva nell'ambito dell'inchiesta sulla repressione delle proteste di massa dello scorso gennaio al Cairo.
La cronaca sembra dirci che il grande cambiamento in Medio Oriente si sta riducendo a una rivolta uguale per tutti: manifestazioni di piazza, repressione, morti, quando non è guerra come in Libia. Anche in Egitto che sembrava ne fosse uscito. La Primavera araba, invece, è come l'integrazione europea: viaggia a velocità diverse, una per ogni Paese.
Sale la tensione tra le due forze laiche del nuovo Egitto, i giovani filo-occidentali della rivolta egiziana sempre più impazienti di vedere i frutti politici ed economici della sollevazione del 25 gennaio e i militari, garanti del processo che deve condurre alle elezioni politiche a settembre e poi a quelle presidenziali, mentre i Fratelli musulmani, maggior forza di opposizione filo-islamica, aspetta ai margini per entrare in campo a raccogliere i frutti della rivoluzione al momento opportuno.
Una giornata importante quella di ieri in Egitto, ricca di decisioni strategiche per il futuro del paese. Innanzitutto l'esercito ha dichiarato che l'ex presidente egiziano Hosni Mubarak e la sua famiglia sono stati posti agli arresti domiciliari, con il divieto di lasciare il paese, smentendo così la notizia che Mubarak, per ragioni di salute, sia andato in Arabia saudita.
La cacciata di Mubarak potrebbe provocare una vittima in Egitto: l'economia di mercato e un ritorno a un'economia più statalista. Il primo ministro Essam Sharaf ha incontrato i businessmen egiziani per rassicurarli. «L'Egitto resterà un'economia di mercato ma garantendo una maggior giustizia sociale», dice il premier. Che vuol dire permettere la formazione di sindacati liberi e fare una riforma dei salari.
Contesto: La Tunisia ha vissuto una progressiva liberalizzazione economica durante l’ultimo decennio. Nel Global Competitiveness Report del World Economic Forum 2010-2011, la Tunisia è stata catalogata come paese africano più competitivo, e a livello mondiale si trova al trentaduesimo posto tra i paesi più competitivi. L’enorme popolazione musulmana del Nord Africa è un’opportunità per gli affari delle banche islamiche e per altre imprese.
I militari al potere in Egitto hanno sciolto il Parlamento e sospeso la Costituzione. Il Consiglio supremo militare egiziano ha annunciato, in un comunicato trasmesso dalla tv di Stato, di aver formato una Commissione per emendare la Costituzione, dopo averla sospesa. Il Consiglio supremo delle forze armate gestirà il Paese per i prossimi sei mesi o fino allo svolgimento delle elezioni legislative e presidenziali. Lo afferma il comunicato numero 5 diffuso questa mattina dal quale si afferma anche che la Costituzionale è stata congelata.
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