La rivolta contro il regime di Mubarak si estende sempre più e sta diventando una vera e propria rivoluzione per la libertà. Completo blackout di Internet, e telefonia: le comunicazioni sono state completamente bloccate dal regime. E' possibiel seguire gli avvenimenti con Al Jazeera la tv araba in lingua inglese che segue in diretta tutti gli avvenimenti al Cairo. Coprifuoco nella capitale, Alessandria e Suez. Fermato ElBaradei, oscurata la Rete. Arrivano i carrarmati.
MILANO - Caos al Cairo e in tutto l'Egitto. Nella capitale ci sono scontri in piazza, con alcuni morti. L'esercito è sceso in strada, secondo la Cnn sarebbero almeno quattrocento gli arresti. Le autorità egiziane hanno annunciato che è stato decretato il coprifuoco nelle città del Cairo, di Alessandria e di Suez. È andata a fuoco anche la sede del Partito Nazionale democratico di Hosni Mubarak. Lo mostrano le immagini in diretta della televisione satellitare Al Jazeera.
IGNORATO COPRIFUOCO, PIAZZA AL TAHRIR NELLA MANI DELLA FOLLA - Il coprifuoco proclamato dalle autorità egiziane al Cairo, ad Alessandria e a Suez, i centri maggiormente interessati dalle proteste antigovernative, è comunque completamente ignorato. Le autorità di sicurezza avevano ordinato di lasciare le strade dalle 18 (le 17 in Italia) alle 7 di sabato mattina, ma al Cairo i manifestanti hanno sfidato la polizia, continuando a marciare sul ponte Qasr al-Nil e arrivando fino alla centralissima Piazza al-Tahrir. Sul ponte gli agenti sono stati sopraffatti dalla folla, che ha anche tentato di ribaltare e lanciare nel fiume alcuni mezzi schierati per bloccare il corteo. La polizia si è infine ritirata dalle vie del centro e la piazza è ora sotto il controllo dei manifestanti, mentre l'esercito è entrato in città con mezzi armati e blindati. Anche ad Alessandria e a Suez le vie sono ancora piene di manifestanti.
Sempre l'emittente di stato ha precisato che l'esercito sta aiutando la polizia nella repressione delle manifestazioni. Tra poco è atteso in tv anche il discorso presidente egiziano Mubarak che ha chiesto all'esercito di far rispettare l'ordine assieme alla polizia e di applicare il coprifuoco.
Testimoni citati da un collegamento in diretta di Al Jazeera hanno detto che in piazza Tahrir ci sono morti. Secondo l'emittente il primo bilancio del «venerdì della collera» starebbe di due morti e decine di feriti. Gli oppositori del presidente Hosni Mubarak lo avevano denominato il Venerdì della Rabbia e i fatti hanno confermato che non si trattava soltanto di uno slogan: in tutto l'Egitto, la rabbia popolare è esplosa davvero, ancora più di quanto non fosse avvenuto nei giorni precedenti. E, come previsto e annunciato, è dilagata subito dopo le tradizionali preghiere del riposo settimanale islamico.
NELLA MOSCHEA - L'ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Mohammed ElBaradei, che era tornato in Egitto giovedì candidandosi a guidare la transizione, è stato fermato dalla polizia, riporta Al Jazeera. La polizia ha usato manganelli per disperdere il cordone di manifestanti che si era formato attorno a ElBaradei per proteggerlo dall'intervento delle forze dell'ordine. I suoi sostenitori sono quindi stati picchiati dalle forze dell'ordine, che per disperdere la folla hanno anche fatto uso di idranti. Al momento dello scoppio dei duri scontri tra manifestai e la polizia presso la piazza della moschea di Guiza, il premio Nobel per la pace Mohamed Elbaradei si è messo al sicuro all'interno del luogo di culto. Lo riporta un fotografo dell'agenzia Afp. Nel frattempo El Baradei è agli arresti domiciliari.
CARICHE DAVANTI ALLA MOSCHEA - Una vasta folla si è radunata nei pressi di uno dei palazzi presidenziali della capitale egiziana, reclamando a gran voce la fine del regime di Hosni Mubarak. Persino davanti alla moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita, si sono verificate cariche della polizia contro i manifestanti, che hanno reagito con lanci di pietre e immondizia agli idranti, ai lacrimogeni e ai proiettili rivestiti in gomma utilizzati dalle forze speciali per disperderli.
OSCURAMENTO- Dalla notte internet risulta inaccessibile in tutto l'Egitto. Il governo sembra aver bloccato la principale arma degli attivisti. I social network sono stati fondamentali per l'organizzazione delle proteste cresciute in questi giorni . Bloccato anche il servizio di sms fra cellulari. La conferma arriva anche da Vodafone. L'operatore inglese ha fatto sapere che oggi il governo egiziano ha chiesto all'azienda di sospendere la copertura in alcune aree del Paese. E Vodafone eseguirà la richiesta spiegando che le autorità egiziane chiariranno la situazione a tempo debito.
GIORNALISTI ARRESTATI - Sarebbero almeno dieci i giornalisti arrestati, si legge sul sito di al-Masry al-Youm, secondo il quale la polizia avrebbe aggredito un gran numero di reporter, tra cui quelli della Bbc, di al Jazeera, di al-Arabiya e di altri media locali e internazionali. L'emittente satellitare al-Jazeera ha dato notizia di quattro reporter francesi arrestati al Cairo, di un suo corrispondente, Ahmed Mansour, picchiato da poliziotti in borghese, di un reporter della Bbc ferito, sempre al Cairo, mentre seguiva le proteste. Il canale all news di Al Jazeera, Mubasher, è stato «completamente oscurato in Egitto»: lo afferma un producer dell'emittente araba su Twitter. Reparti della polizia avrebbero inoltre aggredito due troupe della tv satellitare al-Arabiya nel centro della capitale, sequestrando il materiale filmato. In un momento in cui molti mezzi di comunicazione sono stati oscurati è difficile trovare conferme.
SCONTRI - Le verità sono quelle «battute» dalle agenzie. Ci sono notizie di incidenti anche ad Alessandria (dove migliaia di dimostranti si sono raccolti attorno all'ex parlamentare nasseriano Hamdiia Sabahi, possibile candidato alla presidenza) e manifestazioni ad al-Munia e a Suez. Un reporter della Bbc è stato ferito, a due troupe di Al-Arabiya è stato sequestrato il materiale filmato. Secondo Al Jazeera, la polizia è intervenuta al Cairo all'esterno della grande moschea di al-Azhar dopo la preghiera islamica del venerdì per disperdere la folla. Cortei si stanno dirigendo in direzione di piazza Tahrir, nei pressi della presidenza del Consiglio e del Parlamento. È massiccio il dispiegamento delle forze di sicurezza nella capitale egiziana. Gli uomini dei reparti speciali sono posizionati in tutti i punti strategici, riferiscono testimoni citati dal sito web del quotidiano The Telegraph.
LE ALTRE PAZZE - Non solo al Cairo, ma in tutto l'Egitto il Venerdì della collera ha riscosso partecipazione popolare. Stando a quanto riferito dai diversi testimoni oculari, da Alessandria ad Assuan, da Suez a Mansoura, decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare. Le autorità non hanno invece fornito alcuna stima. La situazione in molti casi è precipitata rapidamente e dai semplici raduni e cortei seguiti alle preghiere del venerdì si è passati a scontri di piazza con le forze di sicurezza, tavolta anche molto violenti. Nella capitale gli agenti in assetto anti-sommossa hanno completamente occupato la centralissima piazza al-Tahir, teatro nei giorni scorsi delle manifestazioni più imponenti. Massicio il dispiegamento di poliziotti e soldati anche in altri punti, in particolare presso la sede della televisione di Stato e la moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita
ARRESTI - La giornata era già partita con un raid della polizia che nella notte ha arrestato una ventina di attivisti dei Fratelli Musulmani: lo ha reso noto il loro avvocato, Abdel-Moneim Abdel Maqsoud. Tra gli arrestati i portavoce Essam El-Erian, Mohamed Mursi e Hamdy Hassan. Finora la «Società dei fratelli musulmani» si e mantenuta ai margini delle protestecontro il regime del di Mubarak, lasciando ai propri militanti libertà di scelta se parteciparvi o meno. Per oggi tuttavia avrebbero annunciato che sarebbero scesi pure loro nelle strade, dopo le preghiere del venerdì, seguendo l'esempio del più importante dissidente del Paese, ElBaradei, rientrato in patria giovedì. Il governo ha messo in guardia i giovani manifestanti perché non consentano ai Fratelli di strumentalizzare le proteste.
Corriere.it