L'antico Egitto, una risorsa economica

Se all'inizio del XX secolo si credeva ancora di avere risolto quasi tutti gli interrogativi relativi alla cultura dell' antico Egitto e di aver scoperto i siti archeologici più importanti, ben presto i ricercatori e l'opinione pubblica furono costretti a cambiare idea. Scoperte come quelle della capitale del “faraone eretico” Akhenaton a Tell el-Amarna con il celebre busto della regina Nefertiti (a opera di Ludwig Borchardt nel 1913-1914), le statue colossali della regina Hatshepsut a Deir el-Bahri (per mano di Herbert Winlock tra il 1927 e il 1931), il tesoro funerario del faraone Tutankhamon nella Valle dei Re (scoperto da Howard Carter nel 1922), oppure le tombe dei sovrani della XXI e XXII dinastia a Tanis (rinvenute da Pierre Montet nel 1939), dimostrarono l'esistenza di molti tesori ancora da scoprire.

Lord Carnavon Ogni nuovo ritrovamento era accompagnato da un accresciuto interesse dell'opinione pubblica. Un viaggio in Egitto divenne alla portata di un numero sempre maggiore di persone, ispirate dall'arte e dalla cultura dell'antico Egitto. Questa mania per l'Egitto si rispecchia anche nel moderno patrimonio formale, di cui i simboli egizi sono divenuti parte integrante.

Nella seconda metà del nostro secolo vere e proprie orde di turisti si sono riversate in Egitto, dando origine a una seconda ondata di distruzione dei monumenti. Questa volta i problemi non nascono soltanto dal furto di reperti antichi, bensì in particolare dalle ingenti masse di visitatori che mettono a dura prova soprattutto le pitture parietali delle tombe. Non sembra esserci una possibile soluzione al problema, in quanto il patrimonio dell'antico Egitto è diventato uno dei fattori economici imprescindibili del moderno stato egiziano grazie proprio alla sua enorme importanza turistica.

Costoro proiettano le loro concezioni ideali di un “mondo sacro” sull'antico Egitto, indipendentemente dal fatto che siano alla ricerca di verità ultime o di figure guida sopraterrene. Nonostante le ricerche degli ultimi decenni abbiano portato a una migliore comprensione della cultura egizia antica, per molti il paese rimane una terra ricca di saggezze nascoste. Costoro proiettano le loro concezioni ideali di un “mondo sacro” sull'antico Egitto, indipendentemente dal fatto che siano alla ricerca di verità ultime o di figure guida sopraterrene. I piramidologi e coloro che si autoeleggono “incarnazioni” di antichi sovrani sono ancora alla ricerca di segreti nascosti, che la scienza ha svelato ormai da tempo o addirittura non ha mai ritenuto tali.

Sebbene l'antico Egitto non sia mai stato in realtà un “mondo sacro”, le concezioni ideali a esso legate restano comunque valide. In tal senso il moderno entusiasmo per l'Egitto non si differenzia in maniera sostanziale da quello dei secoli precedenti - l'unica diversità può essere nel fatto che i supporti “segreti” sono accessibili a un numero maggiore di persone e quindi si lasciano svendere con più facilità.

Fonte: Egitto, la terra dei Faraoni. Ariticolo di Regine Shulz