I primi egittologi: la nascita di una vera scienza
Quest'epoca, tuttavia, non era caratterizzata soltanto dal desiderio di possedere reperti antichi, bensì anche da un sincero interesse volto ad approfondire le conoscenze relative alla cultura egizia. Uno dei motivi che animavano gli studiosi era la ricerca di conferme delle affermazioni contenute nella Bibbia. Ebbe così inizio l'autentico lavoro degli uomini di scienza. Al primo posto va citato senza dubbio il francese Jean-François Champollion (1790-1832) che riuscì, dopo i tentativi falliti eli molti altri, a scoprire il segreto della scrittura geroglifica, basandosi sull'analisi di un decreto di Tolomeo V del 196 a.c. Redatto in tre lingue (la cosiddetta Stele di Rosetta), Fu possibile in questo modo svelare in brevissimo tempo i misteri di un mondo da tempo dimenticato. Un' altra impresa eccezionale del geniale scienziato fu il ritrovamento dei molti frammenti che componevano il Papiro reale di Torino conservato nel museo piemontese, che egli così descrive in una lettera del 1824 al fratello: “li papiro più importante, quello di cui rimpiangerò per sempre la quasi completa mutilazione, e che era un vero tesoro per la storia, è una 'tavola cronologica', un vero e proprio 'computo reale' in ieratico, che nel suo stato originario conteneva un numero di dinastie almeno quattro volte superiore a quello della Tavola di Abido. Ho raccolto in mezzo alla polvere una ventina di frammenti, pezzetti talvolta non più grandi di uno o due pollici, che tuttavia contengono i nomi più o meno mutilati di settantasette faraoni [ … ] e sono convinto che appartenessero tutti alle dinastie anteriori … “. Nel 1828 lo stesso Champollion si recò personalmente in Egitto, insieme a Ippolito Rose1lirù (1800-1843), spingendosi fino ad Abu Simbel. Ovunque andasse egli ricopiava i testi che incontrava, sforzandosi di tradurli. Rosellini pubblicò i risultati della ricerca tra il 1832 e il 1844 in un volume intitolato I Monumenti dell'Egitto e della Nubia. Accanto alla Description, quest'opera diventò uno dei maggiori fondamenti della disciplina scientifica appena nata, l'egittologia. Conviene tuttavia citare una terza opera importante: Karl Richard Lepsius (1810-1884) fu incaricato dal re di Prussia di compilare un elenco il più dettagliato possibile dei monumenti egizi e nubiani. I risultati del suo viaggio in Egitto, compiuto tra il 1842 e il 1845, sono contenuti nei dodici volumi del suo Denkmaeler aus Aegypten und Aethiopien, che raccoglie tra 1'altro ottocentonovantaquattro tavole a colori, pubblicato nel 1859 . Accanto a queste opere divulgative vennero effettuati anche i primi scavi importanti. TI francese Auguste Mariette (1821-1881) giunse in Egitto nel 1850 con l'incarico di acquistare manoscritti copti. A causa di circostanze sfavorevoli, gli venne vietato l'ingresso nei monasteri, e gli fu così impedito di assolvere il proprio compito. Egli cominciò quindi una prima campagna di scavi a Saqqara e alla fine, dopo una serie di attriti tra il governo francese e quello egiziano, ottenne 1'autorizzazione ufficiale a proseguire i lavori. Le sue scoperte furono sensazionali. Egli individuò il luogo in cui erano seppelliti i tori Apis, il cosiddetto serapeo, con i suoi enormi sarcofagi e la struttura a catacombe. Dopo aver ottenuto ulteriori permessi di scavo nel 1857, li utilizzò per indagare altre località importanti, come Abido, Tebe ed Elefantina. L'anno successivo venne nominato sovrintendente del dipartimento egiziano delle antichità. In complesso condusse diciassette grandi campagne di scavo in tutto il paese e impiegò oltre settemiladuecento lavoratori. N suo obiettivo non era soltanto di pervenire a nuove scoperte, ma anche di introdurre le prime nusure protettive. Fece recintare alcuni dei complessi archeologici, per preservarli dalle intrusioni, e portò molti degli oggetti più leggeri al Museo Egizio del Cairo, per sottrarli ai furti. Si deve proprio alla sua politiea e a quella del suo successore Gaston Maspéro (1846-1916) nella conduzione del dipartimento delle antichità se fu possibile salvare almeno una parte del grandioso patrimonio artistico ereditato dai faraoni. TI primo archeologo sistematico, che nelle sue campagne non andava solo alla ricerca di pezzi “preziosi”, ma si sforzava anche di comprendere il contesto storico, fu certamente sir Matthew Flinders Petrie (1853-1942). I suoi lavori organici costituirono un punto di riferimento per : tutte le successive attività di scavo in Egitto. Compilò opere su singoli gruppi di oggetti ed elenchi dettagliati dei diversi complessi di scavi. Nella sua attività ultraquarantennale analizzò una quarantina di siti archeologici diversi e pubblicò più di un migliaio di scritti fra libri, articoli e brevi rendiconti. Nell'ambito delle ricerche linguistiche spiccarono due personalità di grande rilievo: Adolf Erman (1854-1937) ed Hermann Grapow (1885-1967). Con l'aiuto di numerosi colleghi crearono a Berlino un centro di raccolta tuttora esistente di testi dell'antico Egitto, da cui nacque il Worterbuch der Agyptischen Sprache, un dizionario imprescindibile. E infine vanno ricordati i grandi linguisti Kurt Seme (1869-1934), Walter Ewing Crum (1865-1944) e Sir Alan H. Gardiner (1879-1963).