La lotta contro i pagani: primi cristiani e musulmani

Nella lotta per l'affermazione della “vera fede”, il cristianesimo delle origini e successivamente l'Islàm attaccarono con veemenza tutte le tendenze pagane. Uno degli obiettivi preferiti dello scontro erano le testimonianze ancora presenti e le tradizioni della cultura faraonica. I templi vennero abbattuti, le stele e le statue distrutte. Tra gli avversari più zelanti dei monumenti pagani v'era Shenute di Atripe (348-466 d.C.), abate del Convento Bianco di Sohag, che si dice avesse raggiunto la veneranda età di centodiciotto anni. Nelle sue prediche incoraggiava sempre l'iconoclastia e la lotta contro il diavolo. Le antiche conoscenze erano ora considerate magia e venivano sistematicamente eliminate. Scrittura e simboli non erano più compresi da nessuno. Persino la lingua degli egizi mutò: se nella fase iniziale del cristianesimo si continuava ancora a parlare egiziano (seppur mescolato a termini greci e utilizzando l'alfabeto greco), successivamente esso venne soppiantato quasi completamente dall'arabo dell'Islàm. Nel giro di pochi secoli, ciò che era durato per millenni era diventato insignificante ed era stato dimenticato. Veniva ricondotto alla fase dell'ignoranza e pertanto non era considerato degno di studio.

Quello che rimase fu soltanto un'immagine dell'antico Egitto come traspare nelle storie bibliche di Giuseppe e di Mosè o nel Corano. Tale immagine, tra l'altro, era arricchita da storie fantastiche piene di misteriose pratiche magiche nelle quali si avvertono ancora le tracce dell'antica consapevolezza riguardo alle vaste conoscenze e alle incredibili ricchezze dei faraoni.