In questo articolo di Silvia B. vengono presentate alcune delle figure principali degli inizi dell'egittologia. Si tratta di storici, archeologi, lingusti, disegnatori, naturalisti che hanno enormemente contribuito con il loro lavoro alla formazione e alla preservazione di informazioni fondamentali per lo studio dell'antico Egitto.
Achille Constant Théodore Emile Prisse d'Avennes
Nato a Avesnes-sur-Helpe nel 1807 studiò come ingegnere ed architetto, partecipando nel 1826 alla guerra d'indipendenza della Turchia , il pascià Mohammed Alì nel 1827 gli offrì la cattedra di topografia all'Accademia Militare d'Egitto. Nei successivi anni Prisse studiò l'arabo e le opere di Champollion divenendo competente nella lettura dell'antica lingua egizia, nel 1836 rinuciò all'insegnamento si trasferì a Tebe e si dedicò totalmente ai rilievi degli antichi monumenti concentrando la propria attenzione in particolar modo a quelli della Tebe Ovest.
Riuscì a rappresentare in modo molto accurato nei suoi disegni, rilievi e dipinti egizi, forse più di quanto non lo fecero i suoi predecessori Champollion e Rossellini nelle loro opere, lasciò l'Egitto nel 1844 ritornandovi nel 1858 con una spedizione finanziata dal Ministero della pubblica istruzione francese.
Fu accompagnato in questa missione da due giovani artisti uno dei quali fotografo ( A.Jarrot) , fotografia che era divenuta una componente essenziale di ogni spedizione autorevole, lavorò a Karnak, a File e Luxor, e con il materiale raccolto pubblicò diversi lavori il primo fu Les monuments égyptiens, nel 1847 l'Atlas de l'histoire de l'art égyptien , d'après les monuments , depuis les temps les plus reculés jusqu'à la domination romanine .
Prisse è ricordato anche per due importanti documenti , "Gli insegnamenti di Ptah Hotep" noto anche come papiro di Prisse , oggi conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, e la "Tavola dei Re" documento storico inciso su blocchi di pietra risalente al regno di Thutmosi III prelevato dallo studioso nel tempio di Karnak.
Il Papiro di Prisse è un documento antico di 4000 anni contenente l'unica versione completa della "sapiente" letteratura egizia, scritto dal saggio Ptah Hotep , visir del faraone Djedkare Isesi, pare fosse stato eleborato quando il saggio aveva 110 anni.
Una delle prime massime di questo documento così recita:
"Non essere arrogante riguardo alla tua sapienza, ne credi di essere uno che sa..Chiedi consiglio all’ignorante come al sapiente, poiché i limiti dell’abilità non sono raggiunti e nessun Artigiano possiede la perfezione. Il Buon Discorso è più raro della Pietra Verde, tuttavia può essere trovato tra le serve che lavorano alla mola."
Jean-Jaques Rifaud
Nativo di Marsiglia, dopo aver fatto parte dell'esercito francese e lavorato come scultore, arrivò in Egitto nel 1813 incontrando subito Bernardino Drovetti, console generale di Francia in Egitto sotto l'impero di Napoleone prima e di Luigi XVIII poi. Drovetti fu un personaggio molto astuto in campo politico, divenne amico del pascià d'Egitto Mohammed Alì fornendogli preziosi consigli per riorganizzare il suo esercito, sviluppare l'industria e rimodernare i metodi agricoli con nuovi sistemi di irrigazione. Drovetti godette di una notevole riconoscenza dal pascià, ricevendo una grande libertà per svolgere l'attività che più' amava, la raccolta delle antichità egizie. Infatti dopo la spedizione di Napoleone e la successiva pubblicazione del volume Description de l'Egypte in Europa si sviluppò una vera e propria passione per la civiltà egizia, molti diplomatici cominciarono a raccogliere reperti e inviarli nei loro paesi d'origine, contribuendo così alla creazione dei nuclei originari dei musei egizi a Torino, Parigi, Berlino e Londra.
Rifaud divenne uno dei più importanti dirigenti di scavi a Luxor su commissione di Drovetti, anche se i suoi metodi erano poco scientifici riuscì ad effettuare molti scavi ritrovando diversi reperti ,tra i quali nel tempio di Karnak, , i resti di una bellissima statua di Ramesse II assiso.
Rifaud raccolse talmente tante antichità egizie da formare una grande collezione per il console Drovettti, una parte fu acquistata nel 1824 dal Museo di Antichità di Torino , da poco creato, e l'altra parte fu comperata nel 1827 da Carlo X di Francia per la sezione delle antichità del Louvre.
Sir John Gardner Wilkinson
Identificato come il fondatore dell'egittologia Britannica, studiò ad Oxford e nel 1819 trasferitosi in Italia conobbe sir William Gell un antiquario appassionato dell'antico Egitto, che gli propose di documentarsi sulle antichità egizie mettendogli a disposizione la propria biblioteca.
Wilkinson studiò i resoconti di viaggio riuscendo ad assimilare nozioni sulla scrittura geroglifica e sulla lingua araba, quando arrivò in Egitto era molto più preparato di quanto non lo fossero mai stati i suoi predecessori infatti fu il primo viaggiatore a saper leggere i nomi dei re egizi con gran sicurezza e classificare i monumenti con precisione. Si occupò di stabilire una precisa cronologia dei sovrani dell'antico Egitto , per riuscire a classificare la successione dei faraoni nel nuovo regno studiò in modo approfondito le tombe della Valle dei Re, assegnando un numero a quelle già conosciute, in totale 25, il suo lavoro fu pubblicato nel 1830 insieme ad alcuni rilevamenti topografici.
Lo studioso si appassionò in modo particolare agli usi e costumi degli antichi egizi, riuscendo a classificare capi d'abbigliamento, acconciature, scene di lavori agricoli, oreficeria , questo maestoso studio fu l'unico mai prodotto nel suo genere venne pubblicato nel 1837 in 56
volumi con il titolo "The Manners and Customs of the Ancient Egyptians, including their private life, government, laws, arts, manufactures, religion and early history derived from a comparison of the paintings, sculptures monuments still existing, with the accounts of Anciente Authors." oggi conservati ad Oxford nella Bodleian Library .
Articolo a cura di Silvia B.