Geroglifici piramidi e mummie: segreti da svelare
A partire dal tardo Medioevo e per tutto il Rinascimento, molti mercanti e pellegrini raggiunsero Alessandria e cominciarono a interessarsi in misura sempre maggiore anche ai monumenti dei faraoni. L'entusiasmo per l'Egitto trovò nuovo impulso grazie a una serie di importanti scoperte, che ruotavano principalmente attorno allo studio dei geroglifici e delle piramidi. Il ritrovamento degli Hieroglyphica di Orapollo, un'opera che risale probabilmente al III secolo d.C. E offre spiegazioni allegoriche riguardanti alcuni segni geroglifici, tra il XV e il XVI secolo diede l'avvio a una serie di nuovi tentativi di interpretazione (tra cui gli Hieroglyphica di Piero Valeriano del 1556). Tutti questi studi interpretavano il segreto dei geroglifici come rivelazione per iniziati. Iside, Osiride e Horus erano considerati come i protagonisti di una cosmogonia precristiana che avrebbe dovuto condurre a una comprensione mistica del cristianesimo.La questione del significato delle piramidi, d'altro canto, venne discussa anche da un punto di vista astronomico, come dimostra chiaramente soprattutto 1'opera pyramidographia di John Greaves (professore di astronomia a Oxford) apparsa nel 1646. Le sue fonti furono senza dubbio autori dell'antichità classica e del mondo arabo. Un terzo ambito di ricerca era costituito dalle mummie egizie, che non erano considerate soltanto “articoli da collezione”, bensl venivano letteralmente sfruttate per le loro presunte virtù.
Nel suo Hydrotaphia, or Urn Burial del 1658, Thomas Brown fornisce indicazioni precise circa l'utilizzo delle “mumiya” come panacea.
Gli oggetti di provenienza egizia, inoltre, divennero molto ambiti e costituivano i pezzi forti di numerosi gabinetti di curiosità. Molto spesso i viaggiatori si recavano appositamente in Egitto con l'incarico di acquistare testimonianze scritte, monete e opere d'arte. Tra essi va annoverato anche il domenicano Johann Michael von Wansleben che si reco' in Egitto su incarico del ministro fracese Jean-Baptiste Colbert (sotto Luigi XIV) e si spinse fino al Medio Egitto. Li gesuita francese Claude Sicard fu il primo che, all'inizio del XVIII secolo, riuscì ad arrivare fino ad Assuan e File. Nel suo diario di viaggio descrive venti piramidi, ventiquattro complessi templari e più di cinquanta sepolture. Le cronache di numerosi altri viaggiatori, come Richard Pococke o Frederik Ludwig Norden della metà del XVIII secolo, completarono il quadro dell'Egitto e contribuirono alla crescente demitizzazione del paese.