ANCORA LUNGO IL NILO VERSO SUD
Venerdì 12 aprile ci ritroviamo alle sette di mattina in una piazza di Luxor con altri pulman, furgoni e auto di turisti, per il proseguimento in colonna verso Assuan debitamente scortati dalla polizia. Dopo poco più di 50 chilometri abbandoniamo la colonna e facciamo una deviazione per Esna. Al centro di questa cittadina, tra il solito intrico di vicoli e casette, si trova, in una enorme fossa profonda nove metri scavata per riportarlo alla luce, il tempio di Khnum, il dio dalla testa di ariete. E' un tempio risalente al periodo tolemaico-romano e precisamente a quando a Roma era imperatore Claudio. Anche qui grande sala ipostila con 24 colonne molto simile a quella già vista a Dendara, soffitto ancora integro, serie di incisioni raffiguranti faraone e imperatori romani nell'atto di porgere omaggi al dio. Questa sosta a Esna ci costerà un'ora di tempo, perduta in attesa dell'arrivo della macchina di scorta della polizia.
Torniamo quindi sulla sponda orientale del Nilo passando su una specie di diga e dopo un'altra cinquantina di chilometri ci fermiamo di nuovo nel piccolo centro di Edfu dove visitiamo il grande tempio di Horus, anche questo risalente al periodo tolemaico-romano e completato pochi anni prima della nascita di Cristo da Tolomeo XIII, padre della famosa regina Cleopatra. Si tratta di un nuovo tempio, grandioso e spettacolare quanto si vuole, ma che non fa che ricopiare passivamente la forma e lo stile architettonico dei templi di Abydos, Luxor e Karnak risalenti a più di mille anni prima, templi questi ultimi che già erano stati costruiti ispirandosi ad opere ancora più vecchie di altri mille anni. Questa ripetizione continua di forme e di stili nell'arco di 2000 anni, non consente, a turisti frettolosi come noi, di effettuare una qualche distinzione tra i vari templi pur risalenti a periodi così lontani tra loro. Anche qui pilone di ingresso alto 36 metri con grandi incisioni di faraoni nell'atto di omaggiare Horus; due grandi e splendidi falchi in granito simboleggianti appunto il dio Horus, che sorvegliano l'ingresso; un vasto cortile circondato da un porticato e infine una serie di sale, corridoi e piccole cappelle decorate da pregevoli incisioni, che circondano il sacrario di Horus. Di nuovo in viaggio proseguendo ancora sulla strada che, salvo alcuni tratti in pieno deserto, segue fedelmente il Nilo offrendoci il consueto paesaggio: campi coltivati, orti, palme e piccoli centri costituiti da povere casette di argilla cotta al sole, qualche volta colorate a tinte vivaci, con tetto di canne e foglie di palma intrecciate, sovrastate magari da esili minareti e spesso anche da una grande e nuova moschea.Terza ed ultima sosta della giornata a Kom Ombo per visitarne il tempio di Sobek – dio dalla testa di coccodrillo – e di Haroeris, situato su un piccolo promontorio sulla sponda del Nilo. Breve visita del tempio, costruito tra il 200 a.C. e il 30 d.C. quindi in epoca greco-romana, e bella vista sul Nilo proprio nel punto dove anticamente i coccodrilli sacri si crogiolavano al sole. Arriviamo ad Assuan nel primo pomeriggio e prendiamo subito possesso delle camere in un albergo lungo la Corniche, la strada principale della città che costeggia il Nilo: siamo tra i pochi fortunati ad avere una camera con splendida vista sul fiume, sull'isola Elefantina e sulla riva opposta dominata da gialle collinette desertiche.