Cleopatra, novella Iside

All’età di venticinque anni Cleopatra sa di poter contare sulla sua cultura e sul suo fascino; ma saranno armi sufficienti contro tante insidie? Regina d’Egitto, ella non è una donna comune, bensì l’incarnazione di una dea. Da questa idea, Cleopatra attinge la forza necessaria per inseguire il suo sogno. Tuttavia, la partita non si prospetta facile, dal momento che il rude Marc’Antonio non è particolarmente ben disposto nei suoi confronti. Vincitore della battaglia di Filippi, egli è scontento del comportamento dell’egizia, che non l’ha sostenuto come lui desiderava, e le intima, quindi, di venire a giustificarsi a Tarso. La creatura che gli si fece incontro era un’autentica dea. La regina risalì il fiume Cidno, come racconta Plutarco,

“in una nave dalla poppa d’oro, le vele di porpora e i remi d’argento. Il movimento dei remi era cadenzato dal suono dei flauti, unito a quello delle lire e degli zufoli. Cleopatra, vestita come l’Afrodite che si vede nei dipinti, era sdraiata sotto un baldacchino ricamato d’oro, affiancata da due fanciulli simili ai putti dei quadri che le facevano vento. Delle sue donne, tutte stupende e travestite da Nereidi e da Grazie, alcune stavano al timone, altre alle vele. L’aroma delle essenze bruciate sulla nave profumava le due sponde del fiume, sulle quali si era radunata una gran folla.”

Cleopatra appariva come l’incarnazione vivente di Iside, la madre universale, la sposa perfetta, la figura divina nella quale si fondevano tutte le dee del mondo antico. Non a caso si faceva chiamare «la novella Iside». Tenta di persuadere Antonio che diventerà un nuovo Osiride e che insieme formeranno una coppia straordinaria, in grado di ricreare l’età dell’oro.

Cleopatra, Iside-Hathor; Antonio, Osiride-Dioniso!2 Lei, terra d’Egitto fecondata dal Nilo; lui, potenza animatrice e vittoriosa. Una coppia reale, secondo l’uso egiziano, si appresta a salire al trono delle Due Terre e a resuscitarne l’antico splendore. Cleopatra sogna di fregiarsi dei titoli tradizionali, ormai caduti in disuso: «principessa ereditaria, sovrana del Nord e del Sud, reggente della Terra, Horo femminile». Antonio si lascia ammaliare. Dimentica la vita militare, la morale romana, Roma stessa. E sedotto dal lusso della corte di Cleopatra, dal fasto di cui lo circonda la donna che ama. Nelle processioni rituali, che animano le strade della città, Antonio, coronato d’edera, prende posto su un carro e recita la parte di un dio. Cleopatra non perde tempo. Riforma il sistema monetario, risana il commercio, spezza i monopolii, riporta l’Egitto alla ribalta della scena internazionale. Antonio le procura ciò che le manca per progredire: la potenza militare. Ma appare sul suo cammino un temibile avversario, il romano Ottaviano.

Antonio e Ottaviano trattano e si spartiscono il mondo. L’Occidente a Ottaviano, l’Oriente ad Antonio. Per suggellare il patto, Antonio nel 40 a.C. deve sposare Ottavia, la sorellastra di Ottaviano. Quest’ultima riesce a sottrarre per qualche tempo il marito all’influenza di Cleopatra. Ma come si può resistere a lungo al fascino magico di una dea? Nel 36 a.C. Cleopatra ha il suo trionfo: Antonio accetta di sposarla. Poco importano le proteste che si levano a Roma. Cleopatra e il suo sposo sono a capo di un impero ellenistico che ha in Egitto il suo fulcro.

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