Cleopatra: alla ricerca del mito Dov’è Cleopatra? Ma dappertutto, ovviamente: il suo nome è immortalato da slot-machine, giochi da tavolo, tintorie e persino da un programma di monitoraggio dell’inquinamento del Mediterraneo. Sotto forma dell’asteroide 216 Kleopatra, la regina orbita intorno al Sole. Il suo “bagno rituale” e “il suo stile di vita decadente hanno ispirato un profumo. E sempre lei, la donna che fu l’ultimo faraone d’Egitto e che avrebbe sperimentato sui prigionieri le proprie pozioni velenose, avvelena i suoi sudditi nella veste della più famosa marca di sigarette del Medio Oriente. Secondo la memorabile definizione che diede di lei il critico Harold Bloom, Cleopatra è stata “la prima diva della storia”.

Se la storia è un palcoscenico, non è mai esistita attrice più versatile di questa figlia, madre e sorella di re, nata in una famiglia al cui confronto i Borgia sembrano educande. Archetipo delle ossessioni maschili, Cleopatra è anche una musa inesauribile: dal 1540 al 1905 a lei sono stati dedicati 5 balletti, 45 opere liriche e 77 drammi teatrali. Almeno sette film la vedono protagonista; in una pellicola di prossima uscita avrà il volto di Angelina Jolie. Ma pur onnipresente, Cleopatra resta inafferrabile, celata da quella che il biografo Michael Grant ha definito la “nebbia di invenzioni e vituperi che la circonda da quando era in vita”. Nonostante le sue presunte capacità di seduttrice, non esiste un’effigie attendibile del suo volto; le immagini che abbiamo si basano su profili poco lusinghieri incisi su alcune monete; vi è poi un rilievo di circa 6 metri, ma poco indicativo, in un tempio di Dendera, e alcuni busti di marmo esposti in vari musei, la maggior parte dei quali potrebbero anche non raffigurare lei.

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Gli storici antichi elogiavano il fascino di Cleopatra, non la sua avvenenza. Sicuramente la regina fu in grado di scatenare la passione in due potenti Romani: Giulio Cesare, da cui ebbe un figlio, e Marco Antonio, che sarebbe stato suo compagno per oltre un decennio e padre di altri tre figli. La bellezza di Cleopatra, scrisse lo storico greco Plutarco, non era “tale che potesse sbalordire chi la guardava; ma aveva maniere così leggiadre, tanta grazia ed eloquenza nel parlare, che la bellezza di lei aiutata da queste cose faceva invaghire tutti. Dilettava anche il suo tono di voce, e la sua lingua sembrava uno strumento dalle tante corde”.

Molti si sono chiesti dove sia la tomba di Cleopatra. La regina fu vista per l’ultima volta nel suo mausoleo nella leggendaria immagine che la ritraeva sul letto di morte, adorna di un diadema e delle sue vesti regali, adagiata su quello che Plutarco descrive come un giaciglio d’oro. Dopo l’assassinio di Cesare, l’erede di questi, Ottaviano, aveva combattuto contro Antonio per oltre dieci anni per assicurarsi il controllo dell’Impero romano. Quando nell’estate del 30 a.C. le forze di Ottaviano entrarono in Alessandria dopo aver sconfitto Antonio e Cleopatra ad Azio, la regina si barricò dietro le massicce porte del suo mausoleo fra ori, argenti, perle, opere d’arte e altri tesori che giurò di dare alle fiamme affinché non cadessero nelle mani dei Romani.

Il primo agosto Antonio, in fin di vita per le ferite di spada che egli stesso si era procurato, fu portato nel mausoleo per poter bere un ultimo sorso di vino e morire fra le braccia di Cleopatra. E forse fu ancora una volta nel mausoleo che Cleopatra, una decina di giorni dopo la morte di Antonio, sfuggì all’umiliazione della sconfitta e della prigionia togliendosi la vita, all’età di 39 anni, pare col veleno di un aspide. Lo storico romano Dione Cassio scrisse che il suo corpo fu imbalsamato, come quello di Antonio, e Plutarco riferì che per ordine di Ottaviano l’ultima regina d’Egitto venne sepolta accanto al consorte romano sconfitto. “Non vi sarà tomba sulla Terra che racchiuda coppia più illustre”, scrisse Shakespeare 1.600 anni dopo.

Il problema è che non abbiamo idea di dove possa essere questa tomba. Le attenzioni che gli artisti hanno dedicato a Cleopatra sembrano inversamente proporzionali alla povertà dei ritrovamenti archeologici. Alessandria e dintorni hanno suscitato minor interesse rispetto a siti più antichi lungo le rive del Nilo come Giza o Luxor. E si capisce: terremoti, maremoti, innalzamento del mare, abbassamento del suolo, conflitti civili e l’imperterrito saccheggio di materiali da costruzione hanno distrutto l’antico quartiere in cui Cleopatra e i suoi antenati vissero per tre secoli. Oggi la gloria della vetusta Alessandria giace per lo più sotto cinque o sei metri d’acqua.

Questo busto marmoreo con una fascia regale sui capelli potrebbe raffigurare Cleopatra; forse fu realizzato mentre la regina era a Roma. Alcuni particolari come la curva del naso corrispondono alle effigi sulle monete. Gli storici riferiscono che Cleopatra affascinava con la sua intelligenza, la prontezza di spirito e il carisma. Di lei si innamorarono due degli uomini più potenti del tempo: Giulio Cesare e Marco Antonio. Negli ultimi decenni gli archeologi hanno finalmente deciso di confrontarsi con il mistero di Cleopatra, avviando ricerche sulla sua sepoltura. Gli scavi sottomarini intrapresi nel 1992 dal francese Franck Goddio e dal suo Institut européen d’archéologie sous-marine (IEASM) hanno consentito agli studiosi di ricostruire le parti sommerse dell’antica Alessandria, i moli, il lungomare e la zona in cui un tempo sorgevano i palazzi reali. I ritrovamenti - sfingi di pietra, blocchi di calcare per pavimentazione, colonne e capitelli di granito - ci invogliano a capire meglio il mondo di Cleopatra.

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