19-07-2004. Ancora non ho preparato le valige e in fretta e furia io e mio marito le prepariamo. Bisogna portare tutto quello che ci potrà servire a riprendere ogni istante e catturarlo per sempre oltre che dentro di noi anche da far vedere agli amici e parenti, allora ecco qua l’immancabile fotocamera e la videocamera. Dopo pranzo si va via subito, il tempo di salutare mamma e parenti.
Meryenmut: Racconto di un viaggio in Egitto
Arriviamo all’aeroporto di Fiumicino e per me è la prima volta che salgo su di un aereo, immaginate la paura! Quindi passiamo al check in e andiamo verso l’aereo, un aereo della linea aerea Egypt air. Arriva il momento della partenza, sono le 19, io non potevo guardare fuori dal finestrino perché mi riusciva impossibile tanto le immagini di fuori si susseguivano velocemente! Ho dovuto aspettare che l’aereo fosse decollato per poter guardare oltretutto soffro anche di mal d’aria quindi …via con la prima pasticca! Sono le ore 11 ora locale e arriviamo a Luxor, scendiamo dall’aereo, un autobus ci viene incontro per portarci fuori dall’aeroporto. Appena scendiamo dal bus, un afa surreale ci invade, intorno a noi il caos più totale quando vediamo un omone con un cartello con su scritto Maxi Traveland, il nome dell’agenzia di viaggi. Lui si chiama Omar ed è un uomo nubiano e si vede. Mi piace, mi dà subito l’aria di uno alla mano e infatti è così. Saluta un suo collega e facendolo si porta la mano sul cuore, incredibile, bellissimo, un gesto che mi ha colpito. Poi ci porta a fare i visto. Usciamo dall’aeroporto e il cuore mi sta esplodendo:sono in Egitto ma ancora non ci credo! L’emozione è grandissima, immensa, credo che solo chi ama l’Egitto come me possa capire quello che stavo provando. Andiamo fuori e prendiamo il bus che ci porterà sulla nostra nave da crociera masi rivelerà tutto fuorché una crociera! Siamo un gruppo di 9 persone più Omar.
Arriviamo alla nave, bellissima, e appena entriamo i camerieri e tutto lo staff si mettono in fila per salutarci con un inchino. La loro educazione, il loro rispetto e la loro gratitudine nei confronti dei turisti è palese. Ci rechiamo in un salone dove ci offrono una sorta di aperitivi e ci portano le chiavi delle camere e dove Omar si presenta e ci fa un quadro generale di quello che sarà il nostro viaggio, poi andiamo a letto perché la sveglia per il mattino dopo è alle 5! Una piccola osservazione:oggi è il primo giorno della stagione Akhet, l’inondazione e mi piace il fatto che coincida col mio primo giorno in Egitto.
20-07-2004. Primo giorno di escursioni. Fatta colazione prendiamo il nostro bus per andare a visitare la Valle dei re e fuori troviamo un gruppo di bambini come li troveremo ovunque che chiedono denaro, anche solo 50 centesimi di euro. Per fortuna, sapendo questa cosa, mi sono portata da Roma un borsellino pieno zeppo di soldi spicci, così potrò fare contenti tutti! Il bus ci lascia all’inizio della vallata, percorriamo una strada affiancata da venditori di oggetti Egizi dove ci fermiamo per comprare qualunque cosa possa richiamare l’Egitto una volta tornati a casa. Arrivati al sito vero e proprio si comincia a respirare un aria diversa, un aria divina, magica, la grandezza di questa valle risuona dappertutto. Cominciamo ad entrare nella prima delle 3 piramidi che possiamo visitare. Entriamo e il mio cuore batte sempre più forte, sempre di più. Arriviamo davanti al sarcofago del re ed io ho avuto la bella idea di fargli una foto (non si potrebbe) credendo di aver disinserito il flash e invece così non è stato! Il guardiano della tomba mi sfila la fotocamera e mi dice che quando toglie il rullino me la ridarà ma io gli spiego che la fotocamera ha una scheda di memoria e non il rullino così gli chiedo come si può fare ma ci pensa mio marito!
Gli mette 10 euro in mano e la questione è risolta Usciti dalla tomba Omar ci rimprovera a ragione! Visitiamo altre due tombe poi alla fine chiedo ad Omar di chi è quella tomba con quella fila così lunga ma la risposta l’avrei dovuta sapere:era la tomba di Tutankhamon. Allora gli chiesi perché tra le tre tombe scelte per noi non c’era anche quella e lui rispose che quella tomba è si famosa ma ce ne sono tante come quelle visitate da noi che sono molto più belle. Andiamo via dalla valle e ci accingiamo a raggiungere il tempio di Deir el Bahari ma durante il percorso facciamo una sosta davanti ai colossi di Memnone. Le colossali statue assise alte 18 metri rappresentano e furono costruite da Amenhotep III ed erano a guardia del tempio che quest’ultimo fece erigere ma di cui purtroppo ne restano soltanto pochissimi resti quasi invisibili. Scattiamo qualche foto poi ripartiamo alla volta del bellissimo tempio della regina Hatshepsut. Il tempio è maestose e si innalza su tre terrazze le quali erano collegate fra loro da rampe ascensionali e ogni livello era introdotto da portici colonnati. In una parete interna del tempio possiamo ammirare l’impresa della regina nella spedizione nella terra eritrea di Punt. Ma la sala che mi ha colpito di più è quella situata sul lato destro al “piano terra” ed è l’unica che ha conservato quasi intatti i colori degli affreschi. Torniamo sul bus, pranziamo sulla nave (mio marito momenti vomita perché a lui le minestre come le fanno gli egiziani non piacciono quindi mangia poco e niente!), abbiamo tempo per un pisolino e poi pomeriggio Omar ci porta a fare una passeggiata in carrozza, che bello! E’ stata una nuova e bella esperienza, non c’ero mai stata in carrozza pur abitando a Roma, e rimango un po’ basita quando vedo il modo di guidare degli egiziani:sempre sulla corsia di sorpasso, se quello dietro ci suonava, noi ci mettevamo subito sulla corsia di destra, poi semafori inesistenti così come i vigili insomma il caos! Però tutto procedeva bene. Le carrozze ci accompagnano in una fabbrica di tappeti che visitiamo. Appena entrati notiamo subito che la stragrande maggioranza degli operai sono bambini. Uno in particolare spicca su tutti:è un bambino albino, l’unico che io abbia mai visto in vita mia ed è bellissimo. Una guida della fabbrica ci spiega come vengono fatti i tappeti e ci dice che per farne uno di un metro circa occorrono anche 3 mesi di lavoro. I bambini sono velocissimi, delle vere saette e ne rimango un po’ sconcertata. Finito il giro nella fabbrica la guida ci porta a vedere alcuni tappeti che possiamo acquistare.
Belli ma molto costosi e in verità non sono un’amante dei tappeti quindi noi non li acquistiamo! E’ arrivata l’ora di andare e sempre con la carrozza andiamo a fare una passeggiata nei mercatini di Luxor dove si possono comprare sigarette a buon prezzo e oggettistica ovviamente trattando! E’ bellissima questa cosa del trattare! Se ci sai fare riesci a portarti via qualcosa anche a un sesto del prezzo da cui era partito il venditore e mio marito su questo è un grande! La cosa è divertente anche perché come gli si dice no alla controproposta loro ci riprovano subito! Si è fatta sera e torniamo sulla nave. Andiamo a darci una rinfrescata in camera, apro la porta e…. Oh cavolo! Ma c’è qualcuno nel mio letto!!!!! Chiudo la porta facendo finta di nulla, guardo il numero della stanza ed è la mia stanza! Riapro la porta e guardo ancora nel letto e quello è sempre li! Richiudo, mi volto e vedo che dietro di me c’è un cameriere che sogghigna e mi fa prendere un colpo! Poi mi dice di calmarmi e mi fa entrare nella stanza e mi fa notare che era solo un manichino insomma mi hanno fatto uno scherzo ma non solo a me! Si sentono urla provenienti anche da altre camere! Prima di andarsene il cameriere ci informa che dopo cena ci sarà una piccola festa in costume egizi forniti da loro ma noi purtroppo non ne possiamo prendere parte per colpa di qualche….evacuazione di troppo…. Quindi subito dopo cena ce ne andiamo a letto.
21-07-2004. Col solito bus e senza aver fatto nemmeno un metro con la motonave, partiamo per andare a visitare i templi di Karnak e di Luxor. Scesi dal bus siamo sommersi da bambini che chiedono soldi:euro, dollari o anche lira egiziana che si fa prima! Arriviamo davanti all’entrata del tempio di Luxor dove i due colossi e l’obelisco di Ramses II ci danno il benvenuto. Sorpassato il primo pilone, davanti a noi troviamo il tempio di Tuthmosis III quindi le statue assise di Ramses II con ai piedi la statua della moglie prediletta nonché Grande Sposa reale, Nefertari. Lasciato il tempio di Luxor raggiungiamo quello di Karnak. Il suo primo pilone non è che abbia suscitato in me chissà quali emozioni ma entrando nel tempio mi rifaccio gli occhi. Chiudo gli occhi e cerco di immaginare una solenne processione del faraone e tutti i sacerdoti mentre vengono a compiere riti per le divinità. Arriviamo alla grande sala ipostila, la più grande del mondo se non erro, e in confronto alle sue colonne papiriforme alte 23 metri, io mi sembro una formichina!
Andando avanti incontriamo varie statue opere di vari faraoni:da Ramses II a Ramses IV, a Amenofis III a Tuthmosis III, a Tuthmosis I, a Hatshepsut. All’esterno del tempio c’è il lago sacro risalente a Amenofis III e dove i sacerdoti compivano i loro riti. Vicino al lago a sua volta c’è uno scarabeo gigante che Amenofis III dedicò al dio Khepr. La tradizione odierna vuole che si facciano 7 giri intorno allo scarabeo esprimendo un desiderio e quello si avvererà. Il mio si è esaudito ma chissà, forse si sarebbe avverato lo stesso? Usciamo dal tempio ed andiamo a pranzo in un ristorante e mio marito già non ne può più della cucina egiziana! Dopo pranzo ci fermiamo a prenderci qualcosa in un “bar” non molto pulito infatti i miei compagni di viaggio si lamentano un po’ però c’è anche da considerare il fatto che quando vai in un paese devi sottostare alle abitudini del posto, non puoi pretendere che loro stravolgano le loro abitudini per te almeno io così la penso. Ho detto ad Omar che per me non c’era nessun problema ma gli altri sono voluti venir via. Pomeriggio andiamo a visitare il tempio di Esna di epoca tolemaica, che praticamente è situato in un fossato. Non siamo potuti entrare e lo abbiamo ammirato da sopra.
Dopo Esna è il turno del tempio di Edfu, dedicato al dio falcone Horus. Il tempio è stato eretto da Tolomeo III nel 327 a.C. su quello molto più antico di Thutmosis III e continuato poi dalla celeberrima Cleopatra VII, l’ultima regina d’Egitto. A guardia del tempio ci sono due falconi inj granito nero, tappa di tutti i turisti per scattare foto. Usciti dal tempio, andiamo a visitare Il tempio di Kom-ombo, dedicato al dio Sobek, il dio coccodrillo, e al dio Haroeris, ennesima personificazione del Sole-Horus. Questo tempio ha uno schema un po’ strano nel senso che sono stati fonduti due templi affiancati. La parte a sinistra è dedicata a Haroeris, quella di destra a Sobek. Anche questo tempio è di età tolemaica. Si è fatta sera e tra le rovine del tempio possiamo ammirare uno splendido tramonto, un immagine toccante. Saliamo sul nostro bus, cena in nave ed poi a letto.
22-07-2004. Oggi per me sarà un giorno indimenticabile, visiterò il mio sogno nel sogno:Abu Simbel. Prendiamo l’aereo per andare a visitare i templi di Ramses II e della sua regina Nefertari. Appena scesi percorriamo una stradina che ci porta sulle rive del lago Nasser da dovesi ergono imperiosi i 4 colossi del faraone divinizzato. Entriamo e tutto sembra irreale a cominciare dal silenzio che c’è dentro al tempio, silenzio che, nonostante ci siano stati altri visitatori, non abbiamo sentito in nessun altro posto. Le 8 colonne con statue osiriache sono la prima cosa che vediamo, poi Omar ci guida verso gli affreschi laterali, scene che rappresentano la battaglia di Qadesh contro gli Ittiti e scene di offerte agli dei. Proseguiamo nel corridoio davanti a noi da dove si aprono delle celle che se non ricordo male dovevano essere delle dispense.
La stanza in fondo è il sacrario, il luogo più intimo e segreto del tempio dove si trovano le statue di Ramses divinizzato, Ptah, Amon-Ra e Harmakhis e la cosa più strana e affascinante è che due volte l’anno, più esattamente durante gli equinozi, all’alba il sole penetra per tutta la lunghezza del tempio e arriva fino alle statue di Amon, Ramses e Harmakhis ma non arriva mai a Ptah. Infatti Ptah è il dio delle tenebre. Usciti dal tempio maggiore, raggiungiamo a piedi quello minore, quello che il faraone Ramses ha fatto costruire per sua moglie Nefertari. Di proporzioni minori dell’altro ma incantevole in egual modo. Sulla facciata troviamo 6 statue:4 di Ramses e 2 della regina. All’interno ci sono 6 colonne con la faccia di Hathor, ai lati scene di battaglie e offerte agli dei. In fondo al tempio c’è una “similporta” da dove fuoriesce la vacca sacra, Hathor. La leggenda vuole che Nefertari spirò proprio qui nel suo tempio. Purtroppo la visita è molto veloce, giusto il tempo per farci qualche foto. Omar ci porta a visitare un villaggio nubiano. Le case erano molto carine esternamente, quasi tutte bianche, entrati nelle mura poi ti accorgevi che il paese era molto povero e ancora usano attrezzi diciamo un po’ primitivi, ma anche molte cose moderne. Entrati in una casa, osserviamo che il proprietario in una vasca aveva due cuccioli di coccodrillo e c’ha detto che per loro sono animali sacri, quando saranno un po’ più grandini li lasceranno. Nel cortile della casa avevano allestito un tavolo con sopra oggetti egiziani da acquistare e chi voleva poteva farlo. Finita la visita siamo andati all’aeroporto a prendere l’aereo per tornare a Luxor dove ci attendeva la nostra nave immobile! E invece saliti sulla nave…eppur si muove! Finalmente riusciamo a fare una passeggiata in nave dopo quasi 4 giorni! Siamo andati sul ponte dove c’erano una mini piscina e il tavolo da ping pong così osservando un po’ il Nilo e un po’ giocando siamo arrivati al momento di preparare bagagli e salutare tutto lo staff della nave, molto carini e cordiali sempre, gli abbiamo lasciato la mancia e siamo andati in aeroporto:il Cairo ci aspetta! Prendiamo l’ennesimo aereo ed arriviamo in mezz’ora circa al Cairo. Scesi dall’aereo un bus ci aspettava per uscire dalla pista.
Usciti dall’aeroporto ci aspettava un altro bus che ci avrebbe portati in albergo, un albergo stupendo, credo che non sono mai stata in hotel così belli. Abbiamo giusto il tempo di disfare le valige per prepararci ad andare a cena in un ristorante da dove si vedevano le piramidi. Ho provato qualcosa di così forte nel vederle tutte illuminate e così vicine che solo chi ama l’Egitto come me può capire. Avevo l’impressione che allungando un braccio le avrei toccate tanto sembravano vicine! Alla fine della cena uscendo dal ristorante ho notato che le luci dalle piramidi erano spente ma le punte delle due maggiori si vedevano comunque. Dopo cena facciamo una passeggiata per il Cairo dopodiché andiamo a dormire.
23-07-2004. Appena svegli ci andiamo un po’ a godere il panorama dal terrazzino della nostra stanzae mi rendo conto che il Cairo è piena di palazzi altissimi, grattacieli ed il traffico è a dir poco frenetico, devi fare molta attenzione se non vuoi essere messo sotto dalle macchine! Ci prepariamo, facciamo colazione e andiamo a visitare il museo egizio. Durante il tragitto siamo passati davanti alla città dei morti, un cimitero ma abitato da gente viva! Ovviamente qui ci vive la gente povera. Siamo davanti al cancello del museo, entriamo e davanti a noi troviamo una vasca piena d’acqua con dentro fiori di loto galleggianti e una pianta di papiro egizio, rispettivamente simboli dell’Alto e Basso Egitto. Nel vasto giardino del museo possiamo ammirare sfingi e statue anche quella del fondatore del museo:Auguste Mariette. Entriamo nell’atrio del museo e davanti a noi non possiamo fare a meno di notare le enormi statue di Amenofis III e sua moglie Tuya che danno il benvenuto ai visitatori. Mano mano che andiamo avanti ci imbattiamo nel tavolo della mummificazione dove appunto venivano mummificati i corpi dei sovrani, poi abbiamo visto la copia della stele di Rosetta, l’originale si trova a Londra, che è una lastra in granito scuro scritta in demotico, geroglifico e greco, grazie alla quale, essendo scritta anche in greco, Champollion è risalito al significato dei geroglifici;andando avanti sono rimasta senza parole davanti alla statua del faraone Chefren (quarto faraone della IV dinastia e costruttore di una delle piramidi di Giza) in diorite. Poi andiamo a vedere la sala dedicata al periodo amarniano e al suo faraone Amenofis IV alias Akhenaton. Il suo colosso sinuoso è bellissimo, poi c’è la statua che rappresenta la testa della regina Nefertiti in quarzite proveniente da Amarna e un altare amarniano proveniente da Karnak tra gli oggetti più belli. Un altro gruppo suggestivo di statue è quello che rappresenta i due sposi Ra-Hotep e Nofret dei quali Omar ci raccontò un piccolo aneddoto:sembra che quando furono scoperti, gli archeologi videro 4 occhi che li guardavano e tanto sembrano reali che si sono presi un bello spavento! In effetti sembrava veramente che quegli occhi fossero vivi, che ti stavano guardando. Saliamo al secondo piano dove la fa da padrone il celeberrimo tesoro di Tutankhamon.
Ci danno il benvenuto le statue guardiane ovvero quelle che rappresentano il Ka del faraone per poi continuare con la statua di Anubis il dio sciacallo, i letti funebri, il trono dorato, i vasi canopi, le statuine e le carrozze. In una stanzetta possiamo ammirare i gioielli del faraone e in un'altra invece, secondo me la più bella del museo, i sarcofagi antropomorfi e la stupenda a dir poco maschera d’oro, uno spettacolo da mozzare il fiato. Lasciato Tut andiamo a rendere omaggio a vari faraoni o meglio alle loro mummie e l’emozione è tanta quando mi trovo davanti a quella di Ramses II e Seti I, suo padre, sembrava che fossero lì assopiti in un lungo sonno. Oltre a queste due ce ne erano altre ma per me aver visto queste equivaleva ad averle viste tutte! Purtroppo si è fatto tardi e dobbiamo uscire. Prendiamo il nostro bus e andiamo a pranzo su un ristorante battello proprio sotto la grande torre del Cairo, situata nell’isola di Gezira. Pomeriggio si và a visitare la Cittadella di cui però abbiamo visitato solo a moschea d’alabastro di Mohamed Ali. Arrivati alla moschea che è situata alla fine di una salita, dalla terrazza si vedevano le piramidi all’orizzonte, lontanissime ma anche da quella distanza, magiche. Entriamo nel cortile e ad aspettarci c’erano delle donne con in mano degli scialli che dovevamo mettere sulle spalle perché all’interno della moschea è vietato entrare con magliette un po’ scollate. Al centro del cortile c’è la fontana delle abluzioni, l’atto cioè della purificazione. Entrati nella moschea osserviamo gli enormi lampadari con tantissime luci, tappeti enormi, da un lato uomini in preghiera, dall’altro donne che si coprono il viso nel momento in cui la telecamera si volta verso di loro. Una cosa che ho notato è che non ci sono figure di Allah o Maometto, insomma immagini sacre. Ci mettiamo seduti al centro ed Omar ci mette al corrente dei principi dell’Islam che esattamente sono 5:
1) la testimonianza di fede (non esiste altro Dio all’infuori di Allah e Maometto è il suo Messaggero
2) la Salat ovvero preghiera canonica (il musulmano deve pregare 5 volte al giorno in arabo, lingua sacra, seduto su di una stuoia in direzione della Mecca dopo essersi purificato),
3) la Zakat o elemosina legale (quello che si ha in eccesso lo si deve pagare per i beni primari, oppure anche una somma addizionale per la carità volontaria nella speranza di ottenre un aggiuntiva ricompensa divina
4) il Ramadan (dall’alba al tramonto il musulmano è a digiuno di cibo, acqua, rapporti sessuali e fumo, non è obbligatorio per malati, impuberi, donne incinte o in fase di allattamento)
5) il pellegrinaggio alla Mecca (il buon musulmano almeno una volta nella sua vita deve andare a visitare la Mecca).
Finita la visita alla Cittadella andiamo a cena in un ristorante dopodiché Omar ci porta in un locale dove si fuma l’arghilè. Io a quei tempi fumavo ancora ma siccome mi hanno detto che è un po’ forte ho evitato. Qui mi sembra che il tenore di vita sia migliore di quello dell’Alto Egitto però bambini che chiedono denaro purtroppo ci sono anche qui. Si va a letto, domani visita alla piana di Giza.
24-07-2004. Ci alziamo presto come al solito, prendiamo il bus che ci lascia proprio sotto alle enormi piramidi. L’impatto è dei più emozionanti, trovarsi ai piedi di questi monumenti colossali ti fa sentire l’essere più piccolo del mondo! Omar ci racconta la storia delle piramidi ma io non l’ho seguito molto perché sono stata rapita da un falco che volava sopra la grande piramide, non è una cosa rara visto che ce ne sono molti di falchi qui, però ho pensato che in quel momento il dio Horus ci stava facendo l’onore della sua presenza ed ho fantasticato un po’ con la mente! Ci facciamo un po’ di foto poi Omar ci informa che è possibile visitare, ovviamente a pagamento, la piccola piramide di Macerino.
Gli altri vanno, io purtroppo no perché ho un po’ di claustrofobia. Lasciata la piramide di Macerino, percorriamo una stradina in salita arrivati in cima alla quale si godeva di un buon panorama sulle piramidi. Qui abbiamo scattato delle foto con alle nostre spalle le piramidi, sui cammelli e a me a momenti non prende un colpo quando il quadrupede si solleva, è altissimo! Fatte le foto andiamo a visitare la Sfinge e il suo tempio entrati nel quale a terra troviamo un pozzetto dove la credenza popolare vuole che ci butti qualche soldo esprimendo un desiderio.
Saliti su una terrazza avevamo la Sfinge di lato ed era enorme, era così vicina che con la sua mole sembrava fosse li li per assalirci! Lasciata la piana di Giza andiamo a pranzo e nel pomeriggio andiamo a visitare una fabbrica di papiri dove ci illustrano manualmente come venivano e vengono tutt’oggi fatti i papiri. Ovviamente li vendevano anche. Finita la visita andiamo a cena in albergo dopodiché serata libera per le vie del Cairo!
25-07-2004. Partenza per Menfi. Arriviamo davanti al museo che ospita gli ultimi resti del tempio di Ptah, entriamo e possiamo ammirare la famosa sfinge di alabastro, la più grande delle sfingi esistenti realizzata in un unico blocco e che un tempo fiancheggiava l’ingresso del tempio. Nel giardino ci sono anche statue di Ramses II ma la più bella è sicuramente quella colossale sdraiata che si trova in una sala del museo. In origine misurava 13 mt. E con la sua gemella sorgeva davanti ad un pilone del tempio di Ptah. Usciti dal museo andiamo a visitare la necropoli di Saqqara con la celeberrima piramide a gradoni del faraone Djoser, progettata dall’altrettanto famoso architetto divinizzato Imhotep. La necropoli è lunga circa 8 km. E larga 1. In esse sono presentate tutte le principali dinastie: dalla prima con la famosa tomba di Aha a quelle di epoca stitica, persiana e tolemaica. Il centro ideologico è il complesso funerario di Djoser che si eleva come una cittadella attorno alla quale si addossano piramidi e mastabe di tutte le epoche. Ritorno al Cairo. Pranzo in un ristorante tipico, mio marito non ne può più! Dopo pranzo si va a visitare il mercato di Khan el Khalili, dove si trova di tutto. Omar ci consiglia un piccolo negozio dove vendono argento dice lui vero (mah!). Qui acquistiamo qualche piccolo oggetto poi proseguiamo per il mercato. Osserviamo che molti venditori, non tutti, sono in preghiera, un momento sacro per loro. In serata facciamo ancora un uscita per il Cairo, tutti insieme perché domani dovremmo salutarci. Anche questa giornata è finita e con lei anche il nostro soggiorno al Cairo.
Domani si parte per Sharm el Sheikh, è sempre Egitto ma per me non è la stessa cosa, fosse stato per me avrei fatto tutta la vacanza a visitare monumenti, ma mio marito no e allora è giusto esaudire anche i suoi di desideri! Dover lasciare Omar, quell’omone nubiano che per dire “avete capito” ogni volta diceva “lo vedete?” (una sorta di “you see”!), quell’omone che ci insegna i numeri da 1 a 10 in arabo, ma soprattutto quell’omone che salutando il prossimo si porta la mano sul cuore, è dura. Sicuramente ha suscitato in me una forte emozione. Ma per stasera non pensiamoci, godiamoci questa serata con gli altri nostri compagni di viaggio che, carinissimi, alla fabbrica del papiro avevano comprato quello che rappresentava l’albero della vita per regalarcelo, quindi ce lo danno ora con una dedica e firmato da tutti loro. Che bello!Inutile dire che mi sono emozionata!
26-07-2004. L’ultima notte al Cairo è passata, è mattino, sono tristissima. Prepariamo le valige, facciamo colazione, poi saliamo sul bus che ci porterà all’aeroporto, per l’ultima volta tutti insieme. Arrivati, ci salutiamo perché abbiamo tutti mete diverse, chi Roma, chi Hurghada e chi come noi e un altro Sharm. Lascio per ultimo Omar, perché io il meglio lo lascio sempre per ultimo. Arriva il momento e come suo solito si porta la mano al cuore. Ciao Omar.
Prendiamo l’aereo per Sharm e in mezz’ora arriviamo. Usciti dall’aeroporto troviamo un altro bus che ci porta al villaggio dove passeremo 4 giorni di relax assoluto. Scesi dal bus mi accorgo che Sharm è come tutto l’Egitto, non ci sono vie di mezzo:infatti se guardavo avanti vedevo solo mare, ma voltandomi c’erano solo monti, quelli del Sinai.
30-07-2004. Ultimo giorno nella terra di Kemet. Il mio sogno termina qua. Dopo due settimane purtroppo si deve tornare alla realtà di tutti i giorni, così riprepariamo le valige, riprendiamo il bus e riprendiamo l’aereo ma questa volta è l’ultima. Per ora. Ciao Egitto, terra dei faraoni.
EPILOGO
Quando si va in terra straniera è buona educazione conservare le abitudini del luogo e a me è venuto naturale farlo, al contrario dei miei compagni di viaggio che si lamentavano di tutto, come se fosse una cosa innata. Questo credo sia dovuto al fatto che io amo questa Terra come se fosse la mia, amo questa Terra in cui abitano persone semplici, umili, gente che si accontenta di poco per essere veramente felice, gente che con poco ti danno tanto, gente solare. Cosa ho imparato dell’Egitto? Sicuramente che ci sono dovunque poliziotti armati! Sicuramente che l’umiltà è la più grande delle virtù se già non lo sapessi. Sicuramente che i sogni sono desideri nelle nostre mani e che volere è potere.
Non so se e quando tornerò in Egitto, so solo che ogni volta che penso a questa Terra dentro di me si accende qualcosa. Mi viene una nostalgia pazzesca. Se penso alla bellezza dei suoi posti, alla sua gente, il cuore impazzisce. E’ come se una parte di me fosse rimasta li per sempre. Ma in effetti è così. Si, una metà del mio cuore è rimasta li. Per sempre.
p.s.non nascondo l’enorme emozione che ho provato nello scrivere questo racconto, per me è stato come tornare in Egitto e dovermene riandare, purtroppo. Grazie per avermi dato l’opportunità.