Tiziano Terzani, grandissimo giornalista e scrittore è stato anche un grande viaggiatore: ha girato l'Asia fin nelle regioni più remote: dalla Cina all'Asia Centrale, dalla Siberia all'Indocina. Ha visto cambiare nel corso degli anni la sua amata Asia, perdere le proprie tradizioni per occidentalizzasi e impoverirsi spiritualmente.
Breve intervista a Tiziano Terzani del 2002 in cui parla del turismo
pubblicata su Vita-non profit magazine nel marzo del 2002 a firma di Emanuela Citterio
Vita: Cosa significa per lei viaggiare?
Tiziano Terzani: Significa calarsi il più possibile nella realtà che si incontra. Lasciarsi guidare dalla curiosità. E seguire un filo. Quando viaggio mi lascio guidare dal caso, dagli incontri fortuiti e dall'imprevisto. Come mi è successo a novembre in Afghanistan, quando ho incontrato in un bazar di Peshawar un capo dei talebani. Sempre in Afghanistan mi sono fatto guidare da due studenti delle scuole coraniche. Mi hanno aiutato a vedere il mondo con i loro occhi, altrimenti avrei viaggiato utilizzando solo i miei occhi e i miei pregiudizi, andando solo dove le mie scelte mi portavano.
Vita: Cosa porta in un viaggio?
Tiziano Terzani: Medicine, un computer, dei block notes e qualche libro. Prima di partire attingo sempre alla piccola biblioteca che mi sono costruito. Il viaggio vero è solitario. Alle volte però si ha bisogno di compagnia, e allora i migliori compagni per me sono i libri: stanno zitti quando non li vuoi sentire e parlano quando li vuoi ascoltare. Ti danno moltissimo senza chiedere nulla e ti aiutano a capire senza ingombrarti.
Vita: Qualche regola per entrare in contatto con la realtà e la cultura del Paese in cui si arriva...
Tiziano Terzani: La prima è non andare mai negli alberghi per turisti. Nel mio caso, non dormo mai negli alberghi frequentati dai giornalisti, dove c'è un'orribile inseminazione reciproca di voci e di sciocchezze. A Islamabad vivevo in una pensioncina nella città universitaria. L'albergo di lusso per turisti fa parte della giostra ad aria condizionata da cui ti fanno vedere un Paese. Tutt'altra cosa è partire dalla casa da tè del bazar dei raccontastorie di Peshawar. C'è sporco per terra e si mangia il pane azzimo invece delle brioscine.
Vita: Come si veste?
Tiziano Terzani: Cerco di cammuffarmi un po', non per fingere ma per partecipare, per immedesimarmi. Tra me e l'altro c'è un'enorme distanza, spesso incolmabile. Se camaleonticamente prendo un po' il colore dell'altro, per esempio vestendomi come lui, questa distanza si accorcia. In questo modo sono stato l'unico occidentale non musulmano a partecipare in Pakistan all'annuale riunione di un milione e mezzo di musulmani vicino a Lahore. Se fossi andato in giacca e cravatta con la macchina fotografica non avrei certo vissuto quell'esperienza.
Vita: Che differenza c'è tra il turista e il viaggiatore?
Tiziano Terzani: Il turismo consuma tutto. L'industria turistica è orribile non solo per fenomeni come la pedofilia e il mercato del sesso, ma perché ha creato una mentalità da prostituzione. Si vende tutto di un luogo e delle persone che lo abitano pur di fare soldi. Come è accaduto della mia città, Firenze, trasformata in un'enorme bottega. Il turista scende da un aereo con l'aria condizionata e viene prelevato da un autobus con l'aria condizionata. Negli alberghi trova la cucina internazionale che è uguale dappertutto e si lava con un sapone che è lo stesso a Roma e a Timbuktu. Da noi viene caricato su una barchetta al largo di Benares, fa quattro foto e torna dicendo di aver visto l'India.
Vita: E il viaggiatore?
Tiziano Terzani: Per tornare viaggiatori bisognerebbe ritornare a essere come gli unici veri viaggiatori: i pellegrini. Solo così è possibile salvare il turismo e le sue destinazioni. In Cina, secoli e secoli fa il primo turista è stato uno che ha lasciato la sua casa per cercare in India le scritture sacre, i testi vedici, che poi ha tradotto dal sanscrito al cinese e sono ancora oggi conservati in due pagode nel sud del Paese. Il pellegrino è uno che ha rispetto, che venera il posto in cui va.
Vita:Un paio di consigli per tornare a essere viaggiatori...
Tiziano Terzani: Bisogna darsi tempo. Chi pensa di fare tutto in tre giorni, visitando ogni ora qualcosa, ha finito di vivere il viaggio, non può mai lasciarsi andare. Si dovrebbe poi viaggiare alla ricerca di qualcosa. Ci può essere chi è mosso dal desiderio di conoscere un posto dove si coltiva la barbabietola in modo diverso. è già qualcosa, è una ragione per viaggiare. Bisogna prepararsi alla scoperta, leggere qualcosa di bello, ritrovare la poesia del viaggio.