I tre livelli di significato dei geroglifici

Ritroviamo in tutti i testi i caratteri figurativi, i caratteri simbolici e i caratteri fonetici perennemente frammisti e concorrenti, ognuno a loro modo e secondo la loro natura, all'espressione delle idee di cui era il caso di perpetuare il ricordo.
In effetti, fu sicuramente osservato che, nel sistema geroglifico, succedeva che una stessa idea poteva essere espressa - senza che ne derivasse il minimo inconveniente per la chiarezza - con tre metodi differenti e a discrezione di colui che teneva il pennello. Se, per esempio, bisognava citare in un testo la divinità suprema di Tebe, Amon, Amen o Ammon, lo ierogrammata era padrone di segnalare l'idea di questo dio, sia figurativamente, rappresentando in piccolo l'immagine stessa di questo essere mitico, cosi come la si vedeva nei templi della capitale; sia simbolicamente, disegnando le forme di un obelisco o quelle di un ariete sacro, emblemi di Amon; sia infine foneticamente, scrivendo i tre caratteri (IMN)... che costituiscono il nome divino stesso.
(Jean-François Champollion - Compendio del sistema geroglifico, pp. 335-336)

Simbologia e Fonetica

Credo, in effetti, di avere acquisito la convinzione che, da questa facoltà riconosciuta di rappresentare uno stesso suono con una sfilza di segni-immagine completamente diversi, gli Egizi seppero trarre un vantaggio singolare e ben appropriato al genio che l’Antichità intera attribuisce loro: quello di simboleggiare un 'idea tramite i caratteri stessi che rappresentavano in primo luogo il suono della parola, segno di tale idea nella lingua parlata; di conseguenza, per scrivere i suoni principali e tutte le articolazioni di una parola, poterono scegliere fra i diversi caratteri omofoni che erano padroni di adoperare, quelli che, nella loro forma, rappresentavano oggetti fisici in relazione diretta o convenzionale con l'idea significata dalla parola di cui questi stessi caratteri servivano in primo luogo a esprimere la pronuncia.
Cosi, per esempio, avrebbero preferibilmente espresso la S della parola si, se, sa, figlio, bambino, rampollo, lattante", con il carattere ovoide (un uovo), poiché rappresenta un germe, un chicco, una semenza... Nel gruppo SA, che ha la stessa valenza, avrebbero adoperato l'oca o chenalopex, perché avevano notato, secondo Orapollo, che questo uccello nutriva una grande tenerezza per i suoi piccoli.
(Jean-François Champollion - Compendio del sistema geroglifico, pp. 321-322)

Geroglifici: Scrittura Sacra

Nella scrittura sacra, un'idea poteva essere resa indifferentemente sia con caratteri fonetici raffiguranti le parole che ne costituivano i segni nella lingua parlata, sia con un carattere simbolico, il quale esprimeva l'idea e non la parola.
(Jean-François Champollion - Compendio del sistema geroglifico, p. 139)

Caratteri simbolici della scrittura

Dopo aver ravvisato soltanto la natura puramente figurativa di un certo numero di segni nella scrittura sacra degli Egizi, si e ancora lontani dall'avere un'idea esatta di questo singolare sistema; infatti i segni di tale gruppo si trovano, per cosi dire, sperduti in mezzo a moltissimi altri, dei quali alcuni dimostrano, soltanto per la loro forma, di dipendere da un metodo espressivo molto diverso da quello dei primi, che esprimono l’idea di un oggetto con la forma stessa di questo oggetto. Quali furono quindi le modalità espressive degli altri caratteri?
A questo proposito gli autori greci ci forniscono nozioni preziose, che l’autorità dei monumenti conferma in tutta la loro portata.
Risulta dalle diverse asserzioni di Clemente Alessandrino, di Diodoro Siculo e da tutto il libro di Orapollo che gli Egizi, nella loro scrittura sacra, procedevano spesso con un metodo simbolico o enigmatico.
In effetti, nell'analisi di diverse iscrizioni geroglifiche, - tentata nei nostri capitoli precedenti - abbiamo osservato alcuni caratteri che esprimerebbero ciascuno l'idea di un oggetto di cui questi stessi caratteri pero di per se non rappresentavano la forma.

Questi segni ovviamente sono fra quelli che gli antichi hanno chiamato geroglifici simbolici, tropici ed enigmatici.
(Jean-François Champollion - Compendio del sistema geroglifico, p. 33)

Pare che i caratteri simbolici siano stati particolarmente consacrati alla rappresentazione delle idee astratte che erano di dominio della religione e dell'autorità reale: tali sono, per esempio, nell'iscrizione di Rosetta, le idee di Dio, immortalità, vita divina, potenza, bene, beneficio, Legge o decreto, regione superiore, regione inferiore, panegirico, tempio, ecc.
(Jean-François Champollion - Compendio del sistema geroglifico, p.336)