La visita al Cairo
Immergervi nell’atmosfera islamica del Cairo, dove anticamente risiedeva il sultano dei Mamelucchi, e le carovane dei pellegrini diretti alla Mecca attraversavano rumorosamente la porta della città (Bab al-Futuh); visitate al-Azhar la più antica università dell’Islam, andate a spasso per le strette viuzze del bazar di Khan al-Khalili e dell’annesso suk dove, nonostante la sporcizia e la povertà, si respira ancora oggi un’atmosfera da Mille e una notte. I molteplici stili architettonici di questo quartiere fanno immaginare come potesse essere la vita in una metropoli medievale d’Oriente.
E che dire di una visita nel settore copto del Cairo? Nelle regioni che si affacciano sul Nilo, il cristianesimo ha una tradizione secolare, come testimoniano le chiese della parte antica del Cairo, ma anche il monastero di Wadi Natrun, che si erge nel deserto. Chi desidera conoscere l’Egitto ha bisogno di tempo, molto tempo; è impossibile cogliere tutte le sfaccettature di questo affascinante ed emozionante paese compiendo un solo viaggio. Mescolatevi alla folla. La popolazione egiziana è molto comunicativa, spontanea e gentile ed è facile trovare qualcuno che parla almeno un po’ di inglese. Nonostante l’estrema povertà, la maggior parte della popolazione è aperta e cordiale.
Rispetto a noi occidentali, gli egiziani hanno una visione più tranquilla della vita, e molti europei avrebbero qualcosa da imparare dalla loro cordialità nei confronti degli stranieri. Naturalmente, che qui ci sono commercianti invadenti e ‘pappagalli’ che cercano di attirare l’attenzione delle signore, ma normalmente il turista viene accolto come un ospite gradito. Contraccambiare questa ospitalità, stando attenti a non offendere la morale locale, vestendovi in maniera adeguata, senza considerare gli eventuali disagi momentanei come qualcosa di tragico. L’Egitto e il Nilo: una cosa sola, sin dai tempi più remoti. Il limo, trasportato dal fiume, ha reso fertile l’Egitto e ha favorito la fioritura di una civiltà evoluta e longeva. Già Erodoto, lo storico e geografo greco, i padre della Storia, affermava che l’Egitto è «un dono del Nilo» e dal greco Aigyptos deriva anche il nome del paese. Gli antichi egizi distinguevano fra keme, la terra scura, tipica delle fertili sponde del fiume e deshret, la terra rossa del deserto circostante. Il loro spazio vitale si limitava alla valle del fiume e il contrasto tra deserto e Nilo costituisce ancora oggi la caratteristica geografica principale di questo paese. L’Egitto si estende per circa un milione di km quadrati il 93% della superficie del paese è occupato dal deserto, mentre il restante 7% è sovraffollato: ci vivono oltre 60 milioni di egiziani, e ogni anno il loro numero aumenta di circa un milione e mezzo di unità. La sovrappopolazione è senz’altro il problema più serio dell’attuale stato egiziano, un paese in via di sviluppo, con enormi problemi economici e sociali. La popolazione continua a spostarsi verso le aree urbane, e i quartieri poveri delle città crescono a un ritmo vertiginoso. Al Cairo vivono circa 16/18 milioni di persone; solo nei quartieri di Shubra e Bulaq, dietro alla Stazione Ramesse, si accalcano più persone di quelle che si possono contare in Libia o negli stati del Golfo Persico. Il tasso di analfabetismo è prossimo al 50%, nonostante gli sforzi dello Stato volti a risolvere tale problema. Si contano infatti ben 13 università con circa 800000 studenti (di cui un terzo sono donne), ma manca la disponibilità di posti di lavoro. Fino a poco tempo fa, chi portava a termine gli studi aveva diritto a un impiego statale, tuttavia sono molti i laureati che decidono di trasferirsi all’estero, dove gli stipendi sono notevolmente più alti. Anche l’industria non offre molte opportunità di lavoro, in rapporto alla forte espansione demografica. Le industrie più importanti sono quelle del ramo alimentare e tessile, molto spesso organizzate sotto forma di joint-venture. Accanto a queste, vi sono le industrie che producono beni di consumo durevoli (per esempio apparecchiature elettriche); a Heluan c’è una rinomata acciaieria.
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