Durante un'intensa mareggiata nel 1930 lungo il litorale sardo, precisamente a Chia una piccola località di mare in provincia di Cagliari, vennero alla luce alcune antiche tombe ed un insediamento urbano. Il sito fu preso subito in esame sperando di trovare in quel luogo la città di Bithia uno dei più antichi centri fenicio-punici della Sardegna.
Nel 1933 cominciarono i primi scavi da parte della sopraintendenza alle antichità di Cagliari alla quale si aggiunse negli anni successivi l'intervento dell'istituto per il Vicino Oriente di Roma. La ricerca interessava un'area molto estesa che comprendeva Sa Bidda Beccia, Monte Cogoni, Monte Settiballas, Santa Luxia, Tanca Spartivento e Cappella Santo Spirito.
L'abitato punico si sviluppava intorno ad un vasto lago, l'acropoli invece era posta sull'odierno promontorio di Torre di Chia, dove sono presenti resti di mura fortificate risalenti al VII-VI secolo a.C.
Sotto l'insediamento dell'acropoli si trova la necropoli costituita da numerose tombe che hanno restituito un corredo funebre di notevole interesse che testimonia chiaramente la floridezza della città in età tardo punica e romana.
{multithumb thumb_width=200} Nelle vicinanze della necropoli fu trovato il resto di un tempio, entrando nel vestibolo si notava che tramite alcuni gradini si poteva accedere a piccoli ambienti, all'interno di uno di questi locali minori si trovarono resti di alcuni altari e la statua in arenaria del Dio Bes, dio protettore appartenente al pantheon Egiziano, oggi la statua è conservata al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
La divinità egizia qui è raffigurata nella sua consueta forma di nano deforme e barbuto che sul capo porta una pietra quadrata che forse sono i resti di un antico diadema infatti anche nelle rappresentazioni egizie questo dio è spesso raffigurato con “corona” di piume di struzzo.
Sull'isolotto di Su Cardulinu fu ritrovato il Tophet ovvero il santuario fenicio-punico della città di Bithia che era delimitato da un muro chiamato a “pseudotelaio” cioè una parete costituita da pietre di piccole dimensioni intervallate da blocchi quadrati.
Nell'area del tophet sono stati ritrovati due piccoli edifici religiosi d'età tardo punica mentre nella parte più alta di Su Cardulinu è stato rinvenuto l'altare cerimoniale sotto il quale erano sepolte molte urne cinerarie di sacrifici religiosi, anche di carattere umano (bambini).
Oltre la statua del Dio Bes sono state ritrovate negli anni cinquanta un centinaio di statuette ex voto in argilla con forma ovale o a campana, che rappresentano persone sofferenti che si toccano con le mani svariati punti del corpo.
Le braccia di queste statuette sono state modellate ed inserite dopo aver fatto il corpo della statua e la posizione delle mani di questi personaggi è considerata come indicazione delle zone del corpo del malato che così chiedeva un aiuto per la guarigione al dio Bes.
Vicino alla statua di Bes è stata trovata un'importante iscrizione punica, che riportava l'antico nome dell'insediamento Byt'n - questa risaliva al tempo dell'imperatore romano Marco Aurelio ciò testimonia che Bithia anche dopo la conquista romana rimase un un'importante città forse grazie alla sua posizione strategica che la colloca sull'estremità della strada più antica della Sardegna.
Articolo a cura di Silvia B.