Con la visita di Karnak termina la nostra crociera sul Nilo ed il giorno successivo il gruppo si divide, una parte rientra direttamente in Italia ed un'altra, tra cui noi, prosegue verso Hurgada per una settimana di relax al mare. Hurgada è una località balneare che negli ultimi anni ha subito un notevole sviluppo turistico soprattutto per la bellezza del suo mare e della sua barriera corallina e spesso viene proposta in abbinamento alla crociera. Peccato che la stagione ideale per veleggiare sul Nilo ed ammirare i magnifici complessi archeologici (in inverno per evitare l'eccessiva calura estiva) non coincida con quella ideale per i soggiorni balneari nel Mar Rosso e così ci siamo ritrovati con un'apprezzabile temperatura esterna ma con un'acqua ghiacciata e sferzati da un fastidioso vento, che dicono sia sempre presente a Hurgada più che a Sharm el-Sheikh. In effetti però, almeno per noi, il soggiorno a Hurdaga era solo il pretesto per poter usufruire (per come era congegnato il pacchetto turistico) di un'escursione di due giorni al Cairo per visitare la città il museo e soprattutto la piana di Giza con Le Piramidi e la Sfinge, il naturale completamento di una crociera sul Nilo che non dovete assolutamente perdere. Considerando però i tempi di spostamento ( circa 5 ore da Luxor ad Urgada e altre 5 da Hurgada per raggiungere il Cairo ) è consigliabile terminata la crociera recarsi direttamente al Cairo per almeno due o tre giorni e basta.
In attesa dell'escursione al Cairo abbiamo effettuato una simpatica gita nel deserto, a bordo di quello che sembrava una specie di residuato di guerra, per raggiungere una tribù di beduini che vive nel deserto, isolata dalle moderne comodità nella continuazione della loro tradizione, con cui abbiamo condiviso per qualche ora lo stile di vita andandocene in giro a dorso di dromedario e mangiando i loro piatti tipici.
E finalmente si parte per Il Cairo, sveglia in piena notte e dopo 5 ore di viaggio alle prime luci dell'alba entriamo nella città che inizia a ridestarsi. E subito ci si trova immersi in un caotico e coloratissimo movimento, auto e mezzi di ogni tipo sfrecciano in ogni dove al di fuori da qualunque norma di circolazione in una città che in alcune zone, le più povere, sembra essere appena uscita da un bombardamento in un susseguirsi di caseggiati tirati su alla meno peggio e pieni di crepe. Fondata agli inizi dell'anno 1000 dalla dinastia dei califfi Fatimidi Il Cairo ( El-Qahira "la vittoriosa" ) è oggi una città moderna che con i suoi circa 15 milioni di abitanti coabita, a cavallo del Nilo, con le splendide vestigia del passato che ha ormai inglobato nella sua immensa periferia.
La prima tappa è la visita alla Cittadella del Saladino residenza fortificata del sultano al di fuori del nucleo principale della città. All'interno della Cittadella si trovano due grandi moschee, quella che normalmente si visita è detta di Muhammad Ali ed è la più grande e spettacolare con ricchi rivestimenti di albastro, decorata all'interno con splendidi motivi geometrici. Nel cortile esterno è sistema una piccola torre con orologio ( che non ha mai funzionato ) che il re francese Luigi Filippo donò in cambio dell'obelisco di Ramses II ora in Place de la Concorde ( capito chi ci ha guadagnato ? ). Lasciata la Cittadella ci rituffiamo nel traffico alla volta del museo Egizio del Cairo il più importante al mondo per la vastità di reperti archeologici in mostra. Fondato nella metà dell' 800 dall'archeologo francese Mariette si è via via ampliato fino a comprendere oggi più di 100 sale espositive, organizzate in maniera cronologica, con i reperti più imponenti situati al piano terra. Ma le sale senza dubbio più visitate sono quelle del primo piano dove è ospitato il corredo funerario rinvenuto pressoché intatto ( caso unico ) della tomba del faraone Tutankhamon. Il tesoro del faraone morto in giovane età ha un valore inestimabile sia dal punto di vista artistico che archeologico e da solo meriterebbe una visita in Egitto. Tra i vari reperti rivenuti all'apertura della tomba quello che rifulge più di tutti è la magnifica maschera funeraria che ho messo nella prima parte del mio diario di viaggio, simbolo da sempre della antica cultura egiziana. Sempre al primo piano si trova la sala dove vengono conservate le mummie di alcuni faraoni importanti quali Ramses II. Per visitarla è necessario pagare un biglietto supplementare, ma a parte il costo la curiosità a mio avviso non vale il disturbo arrecato a quel un sonno millenario. Comunque se volete farvi una idea e non avete il tempo per recarvi in Egitto andate a visitare il museo Egizio di Torino il secondo o terzo per importanza al mondo. Dopo un veloce tuffo negli stretti vicoli della casbah per riempirsi manco a dirlo di ogni sorta di souvenir, sul finire del giorno ci avviciniamo alla Piana di Giza per inebriarci dell'ultima meraviglia le Piramidi che con il loro guardiano La Sfinge sfidano da secoli l'uomo a risolvere i misteri che le circondano.
L'Ortodossia archeologica ha ormai da tempo accreditato per le piramidi la semplice funzione di tomba per i faraoni che le hanno fatte edificare, Cheope, Chefren e Micerino dalla più grande alla più piccola. E forse questa è la teoria giusta se consideriamo l'evoluzione delle tombe di quelle antiche dinastie che partendo dalla Mastaba ( tumulo di pietra che sovrastava la semplice sepoltura scavata nella roccia più anticamente ricoperta solo di sabbia ) e passando per le Piramidi a Gradoni ( primo abbozzo di Piramide realizzate ingrandendo le mastabe mediante livelli sovrapposti che si stringevano verso l'alto) sono arrivate ad edificare monumenti di quelle proporzioni con un rigore geometrico che lascia ancora oggi sconcertati. Certo viene da chiedersi perché dedicare così tanto tempo e risorse per costruire solo delle tombe e perché si sia persa tale tecnica visto che i faraoni delle dinastie successive costruirono le loro tombe scavando "semplicemente" cunicoli nella roccia come nella Valle dei Re e delle Regine di Luxor. Per rispondere a queste domande sono sorte e continueranno a farlo in futuro miriadi di teorie dalla più fantasiose a quelle dotate di un qualche fondamento scientifico. Io non sono un esperto ma quello che ritengo importante considerare è che per gli egiziani non era importante la vita terrena quanto piuttosto quella dopo la morte in cui l'uomo avrebbe dimorato per l'eternità nel firmamento in compagnia degli dei diventando lui stesso una divinità, certo questo in un primo periodo era riservato solo al faraone e ai suoi congiunti ma in epoche successivo il concetto si estese ai dignitari ed al popolo comune. Questo potrebbe spiegare l'impegno ed il tempo profuso nella realizzazione di tombe di siffatte dimensioni quasi che il faraone morto potesse trarne un giovamento nella sua ascesa al cielo. Rimane poi da spiegare perché non si trovano Piramidi nelle dinastie del Nuovo regno che posero Tebe capitale dell'Egitto, ma per questo Vi rimando a tutta la voluminosa letteratura scritta in merito. La visita alla piana di Giza con la Sfinge e le Piramidi, le più importanti e meglio conservate di circa 80 che se ne contano nella zona, è il giusto completamento di un viaggio in Egitto, un emozione che non si può proprio perdere. Le Piramidi, a quanto mi risulta, sono aperte a turno e nel periodo in cui sono stato io era possibile visitare l'interno della più piccola quella di Micerino che si compone sostanzialmente di una camera funeraria, dove era conservato il sarcofago, raggiungibile percorrendo in discesa uno stretto corridoio. In nessuna Piramide sono state trovate iscrizioni o decorazioni come venne poi in uso per le tombe scavate nella roccia ma bisogna considerare che erano racchiuse in un recinto con molte altre costruzioni e templi ad uso funerario andati in gran parte persi i quali dovevano probabilmente presentare un aspetto più riccamente decorato. Dopo averne ammirato da vicino le gigantesche proporzioni spostatevi su una collina adiacente per riuscire ad abbracciarne completamente il campo.
Il giorno seguente sulla strada del ritorno per Hurgada visitiamo la Piramide di Zoser re della III dinastia, costruita dal famoso architetto Imhotep e meglio conosciuta come la Piramide a gradoni prototipo per la costruzione delle successive grandi Piramidi. Il suo stato di conservazione non è eccellente come le altre a differenza delle quali ha una piana rettangolare e non quadrata terminando al culmine del 6 livello con una piattaforma invece che con un vertice triangolare. Dell'area che prende il nome di necropoli di Saqqara fanno parte altre piramidi di minor rilevo e un considerevole numero di tombe e mastabe, tra cui quella di Ti la più interessante come esempio di tomba dell'Antico regno. Ritornati nel villaggio di Hurgada abbiamo trascorso lì gli ultimi giorni della nostra vacanza, effettuando tra l'altro una simpatica gita su un sottomarino giallo per visitare la barriera corallina con le miriadi di pesci che la popolano, belli da vedere ma insipidi da mangiare, come abbiamo potuto appurare ordinando una cernia una sera che abbiamo mangiato in locale del paese. L'ultima avventura il viaggio ce l' ha riservata il giorno della partenza dall'aeroporto di Hurgada quando dopo circa 3 ore di attesa ci veniva gentilmente annunciato che sul charter non c'era posto per tutti e che sei persone dovevano rimane a terra e sperare di partire il giorno successivo. Come succede al solito in questi casi si diventa tutti più "buoni" e nasce una gara spontanea nel cedere il proprio posto a che ne ha più bisogno e infatti un arzillo vecchietto, probabilmente un generale in pensione, al grido di "Gruppo Aquila con me" sfondava tutte le barriere e si precipitava seguito da una vociante folla di pensionati INPS verso l'imbarco ( il villaggio ne era pieno tanto che la prima sera al ristorante ho pensato di essere capitato per sbaglio in qualche casa di riposo dalle parti del Veneto, risultato questo della filosofia vuoto per pieno che nei periodi morti propone prezzi stracciati pur di riempire i complessi ). E così siamo partiti lasciando a terra 6 persone isolate a caso da un bliz delle autorità aeroportuali egiziane e ciò non perché mancassero posti sul volo ma perché una norma internazionale sulla sicurezza prevede che non possano essere imbarcate più di 50 persone per ogni steward presente. Era infatti successo che i Tour operator avevano comunicato alla compagnia del charter un numero di passeggeri inferiore al reale e così quest'ultima si era regolata di conseguenza. Che dirvi di più, a parte quest'ultimo piccolo inconveniente è stato un viaggio FANTASTICO che prima o poi nella vita dovrò ripercorrere perché la seconda volta, come si dice, è sempre meglio della prima ......... e Voi, siete ancora lì?
Per gentile concessione di