"Se un qualsiasi dirigente del ministero dell'Interno mi ha coinvolto", ha "mentito". L'ex presidente egiziano Hosni Mubarak - scrive il quotidiano Al-Masry al-youm - si difende dalle accuse di aver ordinato la repressione violenta delle manifestazioni di piazza che lo scorso febbraio hanno portato alla caduta del regime.

Si tratta di uno dei capi d'accusa di cui il deposto rais dovrà rendere conto in un'udienza fissata il prossimo 19 aprile al Cairo. Mubarak, scrive ancora la testata, avrebbe inoltre detto di aver pensato di lasciare il potere al quarto giorno di proteste, ma di essersi ricreduto una volta appurato che il paese sarebbe sprofondato comunque nel caos.

L'ex capo di Stato, in custodia cautelare al pari dei figli Alaa e Gamal, permane in condizioni di salute "instabili" secondo i pochi bollettini medici che rimbalzano dall'ospedale di Sharm el-Sheikh dove è ricoverato per ripetuti problemi cardiaci. La magistratura egiziana ha intanto disposto la custodia cautelare anche per l'ex presidente del Parlamento Fathi Sorour, accusato di abuso di potere e arricchimento illecito.

E mentre i vertici del deposto regime fanno i conti con la giustizia, il segretario generale della Lega Araba Amr Moussa, porta avanti la sua candidatura alla presidenza dell'Egitto. L'ex ministro degli Esteri - segnala l'agenzia mena - è tornato a chiedere che un'assemblea eletta e rappresentativa di tutti i segmenti della società per elaborare una Costituzione cui il nuovo presidente dovrà prestare automaticamente giuramento. Moussa ha rilanciato l'idea di un mandato presidenziale di quattro anni senza la possibilità di rielezione, la fine delle leggi d'emergenza, il ripristino dei normali iter processuali. Il candidato alla presidenza ha infine insistito sulla necessità di liberare l'economia incoraggiando la piccola e media impresa e cercando al contempo di vigilare sulle disparità di reddito nel paese.

Roma, 14 apr (Il Velino)