Per l’irrigazione dei campi e il sistema di canalizzazione, per le grandi costruzioni come le piramidi e i templi, per il trasporto dei blocchi dopo averli estratti dalle cave di pietra, per il taglio e il trasferimento, per l’erezione dei monolitici obelischi, insomma per l’attività architetturale e quelle connesse, gli Egiziani antichi hanno posseduto nozioni di geometria e di meccanica assai avanzate almeno sul piano pratico; per l’orientamento degli edifici, per il calcolo del tempo e delle stagioni hanno utilizzato nozioni di astronomia, basata sull’osservazione delle stelle (hanno stabilito 36 decani, le stelle fisse, per esempio), anche se, recentemente, è stata negata l’origine astronomica del calendario civile dell’Egitto antico.
Difficilmente, tuttavia, si potrà sostenere che queste cognizioni abbiano raggiunto il livello di una vera scienza, nel senso moderno; si tratta di cognizioni empiriche, che l’esperienza ha riconosciuto e che gli Egiziani hanno continuato ad applicare, senza spirito critico. L’assenza di un atteggiamento scientifico appare dall’insistenza con cui, nei testi egiziani che ci sono giunti, siano di matematica, siano di medicina, si insiste sul fatto che sono stati ricopiati da testi «antichissimi» o che le ricette sono state felicemente sperimentate in tempi antichi (così, per dare un esempio, nel Papiro medico Ebers, del Nuovo Regno, si raccomanda una ricetta in quanto era stata inventata per la madre del faraone Teti della VI dinastia), come se l’antichità fosse garanzia di efficacia.
Per l’uso pratico, non ci sono dubbi che le conoscenze matematiche e geometriche dell’Egitto antico fossero sufficienti. Il sistema matematico egiziano era basato sul criterio decimale; i numeri erano scritti per unità, con tanti tratti quanti le unità, mentre c’erano simboli grafici diversi per le decine, per le centinaia, per le decine e centinaia di migliaia, fino al milione. Le operazioni erano solo due: l’addizione e la sottrazione, da cui si faceva derivare anche la moltiplicazione e la divisione, dal concetto di aggiungere e di togliere, con un sistema per la nostra mentalità assai complicato.
Il sistema frazionale conosceva frazioni con l’unità come numeratore, eccetto le frazioni 2/3 e 3/4. Per render più agevoli i calcoli, venivano usate delle tavole, dove i risultati erano già preparati. Esistevano misure di capacità, di lunghezza (dita, palmi e cubito = 0,523 m) e di peso, oltre che misure di superficie. Fra i testi «matematici» antico-egiziani, il più sistematico è il Papiro Rhind, copiato in epoca hyksos da un testo più antico (come informa con fierezza chi ha steso il manoscritto). Si tratta di elenchi di casi pratici, di problemi, ma sembra mancare la «teoria». Ecco un esempio di problema relativo alla piramide, ridotto in terminologia moderna, tratto dal Papiro Rhind:
“Regola per calcolare una piramide:
Essendo dato che essa ha 360 cubiti di base e 250 cubiti di altezza, fare conoscere la sua inclinazione.
Prendi la metà di 360 = 180
Dividi l80 per 250 = 1/2 + 1/5 + 1/50 di cubito.
Avendo il cubito 7 palmi, moltiplica per 7:
1/2 3 e 1/2
1/5 1 + 1/3 + 1/15
1/501/10 + 1/25
Risultato: la sua inclinazione è di palmi 5 e 1/25.
Dalla Preistoria all'Antico Egitto - Repubblica
Argomento: riassunto sulle conoscenze scientifiche e matematiche degli antichi egizi