Presso la Fondazione Claudio Faina in Piazza Duomo Orvieto, si è aperta questa mattina la mostra-laboratorio dal titolo "Alla scoperta dell'Antico Egitto. Giochi, tuniche, parrucche e trucchi al tempo dei faraoni" che si concluderà il 25 luglio p.v. con la quale si apre una serie d'iniziative dedicate alla civiltà dei faraoni che si svilupperà su due anni per iniziativa della Fondazione per il Museo "Claudio Faina" e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
Alla presentazione rivolta alla stampa sono intervenuti il Direttore della Fondazione per il Museo "Claudio Faina" Giuseppe Maria Della Fina, il Presidente della Fondazione CRO Vincenzo Fumi e Claudio Bizzarri coordinatore scientifico del programma di studi da parte dell'Università dell'Arizona Tucson che si svolgono ad Orvieto.
La mostra-laboratorio, illustrata dalla responsabile dott.ssa Massimiliana Pezzi, offre la possibilità di vedere da vicino oggetti che sono riproduzioni fedelissime di reperti conservati in importanti musei egizi del mondo. Queste opere riprodotte da un artigiano su commissione delle stesse istituzioni museali e che ha avuto quindi la possibilità di vedere da vicino gli originali per riprodurne con esattezza materiali, colori e misure, favoriscono un approccio diretto all'oggetto che può essere guardato da vicino e toccato. L'attività didattica che ne segue coglie nel segno di quella che è una finalità fondamentale dell'istituzione museale, infatti mentre il compito della scuola è quello di dare esaurienti e aggiornati quadri di sintesi, la didattica museale non deve offrire "certezze date", ma trasmettere la complessità insegnando ad osservare con attenzione i particolari e ad interrogarsi sui contesti contribuendo a comprendere il grande lavoro di ricerca e le molte sfumature che stanno dietro le sintesi proposte nei libri.
In occasione di questa mostra-laboratorio, inoltre, vengono esposti quattro ushabti, statuette funerarie egizie e alcune collanine che provengono da scavi ottocenteschi nel territorio dell'Etruria e testimoniano la moda di mettere in contesti funerari dell'Italia antica piccoli oggetti egizi.
L'esposizione che è stata aperta oggi, sarà implementata in autunno da modelli architettonici molto utili a spiegare ai più piccoli le tecniche costruttive utilizzate dagli Egizi sia per le case sia per monumenti quali le piramidi e i templi.
Ad affiancare l'esposizione ci saranno interventi di didattica della storia, seguiti da operatori pronti a guidare i più piccoli anche alla scoperta della lettura dei geroglifici, e una serie di conferenze tenute da studiosi di chiara fama che si svolgeranno presso la Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. La conferenza di apertura sul tema "Iside a Pompei", si terrà nel pomeriggio del 10 giugno 2010 e sarà affidata a Stefano De Caro, Direttore Generale per l'Archeologia del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
Per la primavera del 2011 è invece prevista l'apertura di una grande mostra dal titolo provvisorio "Fascino dell'Egitto antico" che si articolerà su due sedi: Palazzo Faina e Palazzo Coelli alla quale si sta lavorando da un anno in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e il Museo delle antichità egizie di Torino.
Un evento culturale di grande spessore, di cui per ora si sa che, sarà un lungo il percorso espositivo in cui verranno esposti reperti che hanno come comune denominatore la provenienza da contesti di scavo e che verranno prestati appositamente da alcune delle principali Soprintendenze italiane. Nelle collezioni del nostro paese, infatti, i reperti egizi sono molto presenti e questa sarà una delle iniziative volte a valorizzare tale patrimonio diffuso.
Sarcofagi, mummie, corredi funerari permetteranno di fare un viaggio nel tempo per scoprire la lunga storia della civiltà egiziana e le differenze culturali che ne segnarono le fasi di sviluppo: dai lunghi periodi di unità nazionale e quelli di affermazione dei poteri provinciali. Non mancheranno altresì reperti capaci di affrontare temi quali la scrittura e la mummificazione anche sotto una chiave accattivante e divulgativa.
Una ricostruzione storica che non elenca dati, nomi e date né incastra i frammenti del passato in griglie precostituite, ma interpreta emotivamente cercando di restituire alle tracce di questa civiltà l'anima stessa, la qualità umana di questo antico popolo.
In occasione dell'apertura della mostra-laboratorio "Alla scoperta dell'Antico Egitto. Giochi, tuniche, parrucche e trucchi al tempo dei faraoni" che è anche propedeutica all'evento della primavera del prossimo anno, la Fondazione per il Museo "Claudio Faina" ha completamente rinnovato l'apparato didascalico del museo stesso. Lo scopo è quello di offrire ai visitatori la possibilità di comprendere a fondo le caratteristiche dei reperti esposti. Per ciascuno di essi viene segnalata la datazione, l'attribuzione e il contesto di provenienza quando esso è noto. Vengono forniti anche gli strumenti di base per comprendere l'uso antico dei singoli oggetti e capire il significato delle scene eventualmente raffigurate su di essi.
In questo senso, l'eccezionale raccolta di vasi attici a figure nere e rosse presenti lungo il percorso espositivo consente di avere un'idea esauriente della mitologia greca che influenzò a fondo l'immaginario delle aristocrazie etrusche.
Il nuovo apparato didascalico è sia in italiano che in inglese e denota quindi un'attenzione particolare per i visitatori stranieri che rappresentano una parte consistente del pubblico del museo.
Le traduzioni, che hanno comportato una rivisitazione dei testi originari per venire incontro alle esigenze di persone con una preparazione classica diversa dalla nostra, sono state realizzate dalla dott.ssa Nancy Leo dell'Università dell'Arizona. La giovane studiosa, infatti, sta seguendo un corso indipendente di studi in archeologia classica all'interno dei programmi scolastici che l'università statunitense svolge presso la sede di Orvieto Studi con il coordinamento del prof. Claudio Bizzarri. Nuove opportunità, dunque, per la promozione del patrimonio della Città di Orvieto che, come ha sintetizzato il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Vincenzo Fumi, dalla collaborazione pubblico-privato promuove la cultura e con essa lo sviluppo economico.