I primi abitanti dell'area del Nilo si insediarono sui terrazzamenti creati dal fiume. Gli strumenti e i manufatti rinvenuti documentano l'evoluzione dallo stadio di cacciatori-raccoglitori a quello di agricoltori stanziali. Intorno al 4000 a.C., la civiltà egizia entrò nella sua prima fase di sviluppo, che viene fatta convenzionalmente terminare nel 3100 ca. a.C. Intorno a quella data, il paese, diviso in Alto Egitto a sud e Basso Egitto a nord, fu riunificato sotto la guida di potenti condottieri meridionali, che diedero inizio al periodo dinastico antico, conclusosi nel 2778 ca. a.C.

Arte nella preistoria egizia e nel periodo dinastico antico

La nascita del potere centrale è commemorata nella Stele del re Narmer (3100 ca. a.C., Museo egizio, Il Cairo), una pietra scolpita che raffigura il re, con il capo cinto dalla corona tipica del Regno del Sud, nell'atto di soggiogare i popoli settentrionali. Risalgono a questa lunga epoca, durata circa un millennio e duecento anni, alcuni resti di insediamenti organizzati e numerosi manufatti rinvenuti nelle necropoli, oggetti deposti nelle tombe insieme al corpo imbalsamato – la mummia – affinché lo spirito potesse usarli nella sua nuova vita. Ci sono giunte così importanti testimonianze della vita del tempo, soprattutto attraverso il vasellame, le armi e gli utensili ritrovati. Le ceramiche venivano decorate con scene ispirate alla quotidianità; tra i motivi ricorrenti vi sono figure di uccelli e animali che abitavano le sponde del Nilo e, nelle opere del tardo periodo predinastico, compaiono anche le imbarcazioni a più remi caratteristiche del fiume. Il rame era impiegato in quantità limitata per realizzare grani per collane e semplici utensili, mentre quasi tutti gli attrezzi erano scolpiti nella pietra (notevoli tra i reperti sono ad esempio i mortai per macinare i pigmenti usati per truccare gli occhi). Molto comuni erano le piccole sculture in avorio e in osso intagliati o in creta.