distinguevano nella partecipazione alla quadratura del bilancio statale, nella distribuzione
gratuita di denaro e cibo, o nell’organizzazione di cene collettive e (sempre in epoca romana)
di munera gladiatoria17; oppure ancora in offerte di statue o altari da fare alle divinità in
particolari circostanze; tutto ciò a nome e per l'intera comunità locale.
In cambio della loro generosità, essi ricevevano una serie di onori, che erano attribuiti dalla
propria comunità, la quale si faceva carico di ricordare la loro opera e la loro memoria
attraverso l’elogio pubblico, la corona e poi, nei casi più importanti, con monumenti quali
stele, lapidi o statue; ciò avveniva attraverso diversi livelli, che andavano talvolta da un
autoriconoscimento da parte dell’evergeta - che lasciava testimonianza della propria opera
benefattrice attraverso statue o monumenti, realizzati a proprie spese o a spese dei discendenti
– fino al riconoscimento pubblico dei meriti fatto dall’assemblea, e all’ufficializzazione di
questo riconoscimento, che avveniva attraverso l’emanazione di un decreto e il conferimento
degli onori suddetti.
Ecco dunque ciò che contraddistingue un evergeta privato nel periodo ellenistico e poi
romano:
- la ricchezza, ossia la possibilità economica di far fronte alle ingenti spese che l’azione evergetica presuppone (anche se abbiamo visto come talvolta i finanziamenti provenissero dalle casse dello Stato);
- la visibilità, ossia la presenza di un contatto con il potere, anche solo ricoprendo una carica di rilievo all’interno dell’amministrazione o del clero;
- la libera iniziativa, cioè senza essere vincolato o diretto dal potere costituito, spesso per spirito civico: ciò soprattutto durante i periodi di crisi politica o economica, durante i quali non è possibile far fronte alle esigenze dei cittadini, e si richiede quindi una collaborazione esterna per il sostentamento della comunità locale;
- gli onori, attribuiti dalla comunità che conserva la memoria del personaggio e delle sue opere attraverso monumenti e pubblici riconoscimenti.
2.4 - L’EVERGETISMO GRECO SBARCA IN EGITTO
Il “sistema” dell’evergesia secondo il modello classico-ellenistico giunge in Egitto con la conquista della regione da parte di Alessandro Magno (332 a.C.) e successivamente con l’avvento al potere della dinastia Lagide (dal 322 c.ca a.C.).
17 Ossia gli “spettacoli di gladiatori”.