dai primi Tolomei fino all’avvento del Cristianesimo -, e analizzando pertanto i soli documenti di lingua greca; nessun accenno è fatto riguardo i testi redatti nella lingua e nelle scritture indigene. Con il suggerimento e sotto la sapiente guida del mio relatore di tesi, professore di Egittologia ed amico Dott. Paolo Gallo, la mia tesi di Laurea Triennale è stata l’occasione per cimentare le mie ancora acerbe capacità di giovane egittologo su un tema nuovo e complesso, sia, come si è già detto, per la non eccessiva abbondanza di documenti, sia per la quasi totale mancanza di riferimenti bibliografici specifici.
In questo complicato tema di ricerca l’epigrafia applicata allo studio di monumenti e sculture egizie gioca senz’altro un ruolo fondamentale; è infatti soltanto attraverso la lettura degli innumerevoli testi lasciatici dagli egizi, ed il relativo ascolto di ciò che essi ci hanno consegnato del loro mondo, che questo argomento può trovare una possibilità di lettura e, ove possibile, di interpretazione.
Per questo, nella preparazione della tesi e per la stesura del presente articolo ho cercato di “ritornare alle fonti”, affidandomi ai testi prima ancora che alle loro traduzioni, e cercando di offrire di questi testi una traduzione che fosse letterale, onde non dare sfogo a troppe licenze dettate spesso da un’interpretazione del testo che anticipi la sua comprensione.
Attraverso tali testi si cercherà dunque di rispondere ad una serie di quesiti: che cosa s’intende per evergetismo? E’ lecito parlare d’evergetismo per l’antico Egitto? Se sì, quali documenti ci aiutano a studiarlo? Quali sono le caratteristiche lessicali di tali documenti? Quali sono le azioni compiute dai “benefattori” egizi, e per quale finalità sono intraprese? Si può parlare di


5 “State and temple economy in the ancient Near East”-OLA, pagg. 712-717.
6 Non esiste un riferimento al termine “evergetismo” neppure nel “Lexikon der Ägyptologie”, dove si possono trovare solo riferimenti al tema della donazione (vedi Vol. IV, pp.590-594, s.v. “opferstiftung”).
7 Si veda C. ZIVIE COCHE, “Tanis” II (1997-2000), pp. 349-sgg, e in particolare p.428; queste due figure saranno trattate nel capitolo IV.
8 Studia Hellenistica 36, pagg. 437-469.