Il regno di Nitocris: Morto centenario, il re Pepi II ebbe come successore Merenra, il cui regno fu brevissimo: durò probabilmente meno di un anno. Entra allora in scena Nitocris, la prima donna ufficialmente considerata faraone regnante, dal momento che il suo nome figura in una delle liste reali composte dagli egizi e oggi nota come Canone di Torino. Altre liste furono probabilmente distrutte se, come abbiamo constatato, già molto prima di Nitocris, le donne esercitarono il potere supremo.
Tuttavia, allo stato attuale della documentazione, è lei la prima donna formalmente insignita del titolo di «re dell’Alto e del Basso Egitto».
Nitocris salì al trono verso il 2184 a.C. e, secondo gli archivi dell’età rarnesside, regnò due anni, un mese e un giorno, anche se alcuni ricercatori propendono per un periodo più lungo, dai sei ai dodici anni. Purtroppo non ci è pervenuto nessun documento archeologico a suo nome e ci troviamo, quindi, in una situazione paradossale: per alcune regine precedenti, come Khentkaus, disponiamo di un monumento colossale, faraonico, ma non abbiamo notizia di alcun titolo esplicito, mentre per Nitocris siamo certi del titolo, ma non abbiamo nessun monumento! Un bell’enigma da risolvere e, se non è andata distrutta, una tomba eccezionale da scoprire.
Secondo il greco Eratostene, il nome di Nitocris significa «Atena è vittoriosa». Egli non era lontano dalla verità, dato che Nitocris, in lingua egizia Neit-iqeret, si può tra durre con «Neith eccellente». Ancora una volta, la dea Neith è la protettrice di una donna di primo piano.
Nicotris: bella e coraggiosa
La storia delle dinastie compilata dal sacerdote egizio Manetone è andata perduta, ma se ne sono conservati alcuni frammenti, citati da diversi autori antichi. Uno di questi, conservato in un testo di Eusebio, parla così dl faraone Nitocris: «Una donna, Nitocris, regnò; aveva più coraggio degli uomini della sua epoca ed era la più bella di tutte le donne, bionda, con le gote rosa. Si dice che abbia fatto costruire la terza piramide». Una tradizione tarda vuole che vi sia stata sepolta e che il suo corpo abbia riposato in un sarcofago di basalto blu.
Questa «terza piramide» potrebbe essere quella di Micerino, sull’altopiano di Giza, ma in essa non è stata rinvenuta alcuna traccia di Nitocris. Alcuni archeologi, d’altro canto, ritengono che il monumento sia stato restaurato durante il suo regno; l’attenzione che ella prestò a questo grandioso monumento spiega forse la nascita della leggenda. La bellezza di Nitocris fa pensare ai titoli delle regine dell’Antico Regno: «grande nell’amore, dal bel viso, incantevole, dal fascino sovrano, che soddisfa la divinità con la sua bellezza, dalla voce ammaliatrice quando canta, che riempie il palazzo del suo profumo, la sovrana di tutte le donne, la signora delle Due Terre e del mondo sino ai suoi confini». Si tratta, quindi, di una bellezza rituale, di un fascino che è parte integrante della funzione di regina d’Egitto e, a maggior ragione, a quella di regina-faraone.
Un’altra leggenda tarda, di cui non c’è traccia nei documenti egizi, vuole che Nitocris fosse moglie di un re, assassinato poi da alcuni traditori. Quest’atto spregevole non permise loro di regnare; chiesero, quindi, alla sventurata Nitocris di governare, in modo che la discendenza legittima non si interrompesse. La giovane donna accettò, ma preparò segretamente la vendetta. Fece costruire una grande sala sotterranea e invitò i traditori a celebrarvi la vittoria con un banchetto. Mentre costoro festeggiavano, fece aprire un condotto nel quale si incanalò l’acqua: i traditori morirono annegati e Nitocris si suicidò chiudendosi in una camera piena di cenere, dove soffocò. Un drammatico racconto orientale, privo però di qualsiasi fondamento storico.
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