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Carnarvon, George Herbert (Highclere, Berkshire 1866 - Il Cairo 1923), egittologo britannico. Terminati gli studi, iniziò a viaggiare e nel 1903 si recò per la prima volta in Egitto.
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Belzoni, Giovanni Battista (Padova 1778 - Gwato, Africa occidentale 1823), esploratore e archeologo italiano. Dopo aver studiato ingegneria a Roma, nel 1803 si recò in Inghilterra e nel 1815 si trasferì in Egitto, incaricato di raccogliere antichità per il British Museum di Londra.
Nei due anni successivi portò da Tebe l'enorme busto di Ramesse II (ora al British), esplorò il tempio di Idfu, aprì l'accesso al grande tempio di Abu Simbel, e condusse scavi a Karnak. Nel 1817 si recò nella Valle dei Re, dove scoprì la tomba del faraone Seti I, contenente un magnifico sarcofago d'alabastro (ora al John Soane's Museum, Londra). L'anno seguente Belzoni fu il primo a entrare nella piramide di Chefren a Giza, uno dei primi a visitare l'oasi di Siwa, e identificò inoltre le rovine di Berenice sul Mar Rosso.
Nel 1819 tornò in Inghilterra, dove pubblicò la Narrazione delle operazioni e delle recenti scoperte in piramidi, templi, tombe e scavi in Egitto e in Nubia.
Vedere gli articoli correlati per gli approfondimenti sull'avventuriero-archeologo-egittologo Giovanni Battista Belzoni
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Carter, Howard (Swaffham, Norfolk 1873 - Londra 1939), archeologo ed egittologo britannico. Dal 1891 al 1899 partecipò a una spedizione di scavi in Egitto; nel 1892 collaborò con l'egittologo britannico Flinders Petrie nel sito di Tell el-Amarna e gli fu affidato l'incarico di sovrintendente al dipartimento di antichità del governo egiziano.
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La piramide è la struttura architettonica caratteristica delle tombe reali dell'Antico e del Medio Regno: al suo interno veniva garantita la vita del sovrano oltre la morte, nell'oltretomba; nelle vicinanze sorgevano a volte anche un tempio e altre costruzioni religiose. L'edificio racchiudeva la camera funeraria (talvolta sotterranea), dove veniva deposta la mummia del faraone. Le piramidi testimoniano una tecnica costruttiva di alto livello, tenuto conto della mancanza di attrezzi in ferro e di macchine per sollevare gli elementi della struttura: gli strumenti erano in pietra e i blocchi da costruzione, del peso di molte tonnellate, erano trascinati su scivoli e terrapieni, in tempi molto lunghi e con impiego di un elevatissimo numero di uomini e animali da tiro. Eccezionale è la precisione con cui questi monumenti sono orientati astronomicamente, rivolti a nord.
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In Egitto le necropoli erano generalmente ubicate fuori dai villaggi, ai margini del deserto, in luoghi non raggiungibili dalle piene del Nilo; poiché tali siti si trovavano a ovest del fiume, i defunti venivano chiamati "occidentali". Il tipo di tomba monumentale più antico, risalente alle prime fasi della storia faraonica (periodo tinita, 3100–2755 ca. a.C.), è la mastaba: inzialmente destinata esclusivamente al sovrano, consiste in una struttura in pietra, ciottoli e sabbia, che copre il pozzo funerario. L’articolazione interna della mastaba si complicò col passare del tempo, arrivando a comprendere varie sale e corridoi.
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Egizia egizia: la produzione letteraria dell'antico Egitto comprendente iscrizioni incise su pietra o vergate su fogli di papiro. Il periodo di produzione va dall'Antico Regno (III millennio a.C.) all'epoca greco-romana (successiva al 332 a.C.). Il corpus comprende testi di ispirazione religiosa come inni alle divinità, testi magici e mitologici, oltre a un'estesa raccolta di testi funebri. Ma non meno ricca è la tradizione profana di cui fanno parte racconti, testi didascalici, poesie, canti amorosi, opere storiche e biografiche, testi di matematica e medicina. Sono importanti fonti di informazioni linguistiche e stilistiche, oltre che storiche, i numerosi documenti pubblici amministrativi e legali, così come le lettere private.