In Egitto le necropoli erano generalmente ubicate fuori dai villaggi, ai margini del deserto, in luoghi non raggiungibili dalle piene del Nilo; poiché tali siti si trovavano a ovest del fiume, i defunti venivano chiamati "occidentali". Il tipo di tomba monumentale più antico, risalente alle prime fasi della storia faraonica (periodo tinita, 3100–2755 ca. a.C.), è la mastaba: inzialmente destinata esclusivamente al sovrano, consiste in una struttura in pietra, ciottoli e sabbia, che copre il pozzo funerario. L’articolazione interna della mastaba si complicò col passare del tempo, arrivando a comprendere varie sale e corridoi.
Agli inizi della III dinastia venne introdotta la piramide, anch’essa riservata ai sovrani, secondo una pratica che restò in uso durante tutto l’Antico Regno (2778-2220 ca. a.C.) e il Medio Regno (2000-1785 a.C.). Collegato alla piramide era un tempio funerario dove si svolgevano le sacre cerimonie. Le mastabe passarono ad accogliere le spoglie dei personaggi di rango, e furono spesso collocate attorno alla tomba del sovrano, formando vere e proprie città dei morti.
Nel Nuovo Regno (1580-1085 a.C.) la sepoltura più diffusa divenne l’ipogeo, sia per i sovrani sia per i nobili. Scavato in pronfondità nella roccia ai lati della valle del Nilo, era composto da una serie di corridoi e sale. I faraoni del Nuovo Regno fecero realizzare i loro ipogei nella Valle dei Re, la vasta necropoli tebana. Grandiosi templi funerari furono costruiti lontano dall’entrata degli ipogei reali, ai margini della valle. Le più celebri tra le necropoli egiziane si trovano a Menfi, Abido e Tebe.