Scoperte nel cimitero dei faraoni di Saqqara due nuove sepolture di scriba reali risalenti a 4.200 anni fa, con false porte per consentire ai defunti il passaggio nel regno dei morti. Operai e archeologi al lavoro per riportare alla luce due tombe di 4.200 anni fa appena scoperte in un sito nei pressi del Cairo.
Le tombe, che presentano delle false porte dipinte a colori vivaci, costituiscono l'ultima dimora terrena di Shendwa, capo degli scriba reali del faraone Pepi II, e di suo figlio Khonsu, anch'egli scriba. Entrambi appartenevano all'elite intellettuale che guidava l'Egitto durante l'Antico Regno (dal 2686 al 2160 a.C.), epoca nella quale furono costruite le principali piramidi egizie. Le tombe, che occupano un'area di 300 metri quadrati nel cimitero reale di Saqqara, si trovavano stranamente piuttosto lontane dalla tomba di Pepi II.
"Non ci saremmo mai aspettati di trovare una tomba risalente all'epoca di quel faraone” nello scavo, dice Abdul Hakeem Karar, direttore della necropoli di Saqqara per il Consiglio Supremo per le Antichità Egizie.
La tomba appena scoperta di Shendwa racchiude una falsa porta su cui sono incisi il nome del suo possessore e i suoi titoli, una preghiera egizia, e un ritratto del defunto davanti a una tavola con le offerte votive. Le false porte, rinvenute un po' in tutte le tombe di epoca faraonica, avevano lo scopo di mettere in contatto il regno dei viventi con quello dei morti.
Così come il padre, anche suo figlio, lo scriba reale Khonsu, è raffigurato mentre siede a una tavola con delle offerte votive nella sua camera funeraria. Parenti e sacerdoti si recavano a visitare la tomba e lasciavano cibo e bevande su una vera tavola di pietra rinvenuta accanto alla falsa porta, attraverso la quale, secondo la tradizione, le offerte raggiungevano il defunto. Tutto ciò serviva a "tenerlo in contatto con la sua famiglia”, spiega Karar. "I parenti gli fornivano cibo e provviste per tutta la sua vita ultraterrena".
Anfore di pietra calcarea, alcune delle quali a forma di anatra e che contengono al loro interno ossa di anatra, giacciono disseminate sul fondo del pozzo funerario della tomba di Shendwa. Il pozzo, rinvenuto sotto la falsa porta, si trova a una ventina di metri sotto la superficie. Nonostante l'umidità e l'erosione abbiano disintegrato il sarcofago di Shendwa, la camera funeraria conserva alcuni manufatti più durevoli come un obelisco alto circa 30 centimetri che si vede sullo sfondo. "L'obelisco simboleggia il culto del dio del sole Ra”, dice Zahi Hawass, segretario generale del Consiglio Supremo per le Antichità Egizie.
Zahi Hawass, capo delle antichità egizie ed esploratore incaricato della National Geographic Society, si cala nella tomba di Shendwa [con sommo sprezzo del pericolo di mummie in agguato :-) ]
La tomba scavata nella roccia misura 5 metri per 4.
La vicina tomba del figlio di Shendwa misura 3 metri per 1,5.
Fonte: National Geographic
Fotografie del Consiglio Supremo per le Antichità Egizie
articolo di Andrew Bossone, Il Cairo, Egitto