RASHÌD: vedi ROSETTA RODA: isola sul Nilo, oggi situata entro Il Cairo. Vi sorgeva un santuario al dio Nilo ove veniva condotto il toro Apis nel corso delle cerimonie di consacrazione
ROSETTA: località nel Delta del Nilo all'imboccatura omonima detta dagli Arabi Rashid. In epoca napoleonica venne ivi scoperta la famosa « pietra » su cui era trascritto un decreto sacerdotale di Menfi per commemorare l'incoronazione di Tolomeo V Epifane (196 a.C.), redatto in demotico, geroglifico e greco, consentendo così l'inizio della decifrazione della scrittura geroglifica
RUTENNU ORIENTALE : nome con cui gli antichi Egiziani chiamavano la Siria. Durante la XVIII dinastia Tuthmosis III condusse guerra contro tale paese
SA EL HAGAR: vedi SAIS
SAIS : versione greca per Sait, capitale del V nomo del Basso Egitto, l'odierna Sa el Hagar. Vi fu adorata la dea Neith
SAIT: vedi SAIS
SAKKA: vedi Xois
SAQQARA : località corrispondente all'antica necropoli di Menfi, il cui patrono fu il dio Sokar, donde il nome topografico. Ivi esiste il complesso monumentale con la piramide a gradini di re Zoser della III dinastia e la piramide di Unis della v, sulle cui pareti fu trovata la prima redazione dei « Testi delle Piramidi » costituenti i più antichi formulari magico-religiosi egiziani. Nella stessa area si trova anche il Serapeum, cioè il sepolcro del toro Apis
SAMANHÚD: vedi SEBENNYTHOS
SAN EL KAGAR: vedi TANIS
SAUTI: vedi LYCOPOLIS
SCIATHIS : vedi UADI NATRUN
SEBENNYTHOS : versione greca per Theb-nether, capitale del XII nomo del Basso Egitto, l'odierna Samanhùd. Vi fu adorato Anher
SEHEL (isola di) : nei pressi della prima Cateratta. Vi si trovano i resti di due piccoli templi, uno di Amenhotep II della xviil dinastia e l'altro di epoca tolemaica. Le rocce dell'isola sono ricoperte di iscrizioni rupestri, a partire dalla vi dinastia, commemoranti il passaggio di funzionari regi. Famosa la cosiddetta iscrizione « della fame » redatta in epoca tarda dai sacerdoti e riferita al regno di Zoser della III dinastia. Fu sede del culto della dea Anukis
SEKHEM: vedi LETOPOLIS
SELE: versione greca per Djebat-nehet, capitale del XIV nomo del Basso Egitto. Fu centro di adorazione di Horo l'Antico
SEMEN-HOR: vedi NILOPOLIS
SEMNEH : fortezza in mattoni di argilla eretta da Usersen III sulla sponda occidentale del Nilo ai confini della Nubia
SENET (Senut): vedi ESNEH
SENTY-NEFER (Pa-Ha-neb-Amenti): vedi METELIS
SENUT (Senet): vedi ESNEH
SEPA (Het Benu): vedi HIPPONOS
SETHROE : versione greca della capitale di uno dei nomi del Basso Egitto, ritenuta da qualche studioso corrispondente a Pithom
SHAS-HOTEP: vedi HYPSELIS
SHEDENU (Shednu): vedi PHARBAETOS
SHEDET (Shedit, Ta-She): vedi CROCODILOPOLIS, FAYÚM e MEDINET EL-FAYÚM
SHEDIT (Shedet, Ta-She): vedi CROCODILOPOLIS, FAYÚM e MEDINET EL-FAYÚM
SHEDNU (Shedenu): vedi PHARBAETOS
SHIFT: vedi UADI NATRUN
SHODB: vedi HYPSELIS
SIRIA: vedi RUTENNU ORIENTALE
SIWA (oasi di): si trova ad occidente del Nilo, a circa seicento chilometri da Alessandria e trecento da Marsa Matruh. Famosa per l'oracolo di Amon-Zeus che proclamò Alessandro Magno di origine divina. Vi sono anche resti di templi minori
SPEOS ARTEMIDOS : nome dato dai Greci al tempio rupestre iniziato dalla regina Hatchepsut e da Tuthmosis III a Beni Hasan e dedicato alla dea Bastet
SUCCOTH (Pa-Turn) : vedi THEKUT
SYENE (Assuan): nome antico di Aswdn. Nell'isola di Elefantina si trovava la sede dei locali nomarchi (governatori di nomi) che, sin dall'Antico Impero, condussero esplorazioni all'interno dell'Africa. Dalle cave locali veniva tratto il granito impiegato nella edilizia religiosa e profana detto, per il luogo d'origine, sienite. La necropoli si trova sulla sponda opposta del Nilo e consiste in ipogei scavati nella roccia della collina chiamata Kubett el Hawa, la « cima dei venti », sulla cui sommità sorge ora la tomba di un Marabutto. Il poeta Giovenale vi fu confinato in esilio.
Successivamente, in epoca cristiana i Copti distrussero vandalicamente la maggiore parte delle tombe bruciandole ed erigendo un monastero fortificato sulla collina di Kubett el Hawa che venne distrutto dall'armata di Saladino