Iside Nella mitologia egizia, dea della fertilità e della maternità. Gli egizi la credevano figlia del dio Keb ("Terra") e della dea Nut ("Cielo"), sorella e sposa di Osiride, giudice dei morti, e madre di Horus, dio del Cielo. Dopo la fine del Regno Nuovo nel IV secolo a.C., il centro del culto di Iside, al suo culmine, era Philae, un'isola sul Nilo in cui le venne dedicato un grande tempio costruito all'epoca della trentesima dinastia.
Antichi racconti attribuivano a Iside poteri magici e spesso veniva rappresentata con sembianze umane e corna bovine. La sua personalità era ritenuta simile a quella di Athor, dea dell'amore e della gaiezza. Il culto di Iside si diffuse da Alessandria in tutto il mondo ellenistico dopo il IV secolo a.C.: in Grecia comparve associato al culto di Horus, suo figlio, e di Serapide, divinità che deriva forse da una fusione di Osiride e Api.
Lo storico greco Erodoto identificò Iside con Demetra, la dea greca della Terra, dell'agricoltura e della fertilità. Il triplice culto di Iside, Horus [Horus - divinità egizia] e Serapide fu poi introdotto (II secolo a.C.) a Roma e divenne una delle più diffuse ramificazioni della religione romana. In seguito si procurò una cattiva fama a causa di alcuni rituali licenziosi, e ci furono consoli che cercarono di eliminare o limitare il culto di Iside: a Roma si estinse definitivamente dopo l'istituzionalizzazione del cristianesimo, mentre gli ultimi templi egizi di Iside furono chiusi a metà del VI secolo.