Durissima (e coraggiosa Ndr) risposta di Hasan Shahata, ct dell'Egitto campione d'Africa, all'invito di alcuni cronisti israeliani di mettersi alla guida della loro nazionale. "Per tutta la mia vita ho sentito dire che uccidono i nostri figli e le nostre donne. È assurdo solo pensare che io possa allenare la squadra di quel paese"

ROMA - "Sarebbe più dignitoso morire di fame che allenare la nazionale israeliana". È destinata ad alimentare polemiche la dichiarazione del tecnico della nazionale di calcio egiziana Hasan Shahata. Il tecnico che guidato i Faraoni alla terza vittoria consecutiva in Coppa d'Africa ha risposto in maniera durissima all'invito di alcuni cronisti sportivi israeliani che gli chiedevano di mettersi alla guida della squadra di Tel Aviv.

L'INVITO DEI CRONISTI - Dopo il nuovo trionfo in Angola, Shahata è diventato molto conosciuto e ambito in Medioriente e ultimamente alcuni critici sportivi israeliani gli hanno proposto di allenare la loro nazionale. "Israele sta cercando in tutto il mondo un allenatore per la propria nazionale di calcio. Shahata ha una grande personalità e riesce a gestire i grandi campioni all'interno della squadra, sarebbe l'allenatore ideale per la nazionale israeliana - ha detto in particolare il celebre giornalista israeliano Daniel Shahak in diretta tv-. Il presidente della lega calcio ha designato una commissione per scegliere il futuro tecnico della nazionale e noi crediamo di aver trovato in Shahata il candidato più idoneo".

LA DURISSIMA REPLICA - Il 'no del ct egiziano è stato tutt'altro che diplomatico e la sua risposta, trascendendo l'ambito sportivo, si è distinta per particolare asprezza. "Per tutta la mia vita ho sentito dire che Israele uccide i nostri figli e le nostre donne, che bombarda i villaggi e le città - ha detto Shahata al quotidiano arabo 'al-Masri al-Youm' -. Questa è la prima volta che sento dire che Israele gioca a calcio. È assurdo solo pensare che io possa allenare la squadra di questo paese".

La Repubblica (09 febbraio 2010)