Per lungo tempo gli storici hanno assegnato a Hatshepsut il ruolo di matrigna cattiva del giovane Thutmose III. Le prove della sua presunta crudeltà sono state il trattamento postumo che la sovrana ha ricevuto quando il figliastro fece prendere d'assalto i suoi monumenti e cancellare il suo nome da tutto ciò che ne commemorava pubblicamente il ruolo di faraone.
Nel manipolare l'iconografia di Hatshepsut, Thutmose III fu scrupoloso tanto quanto lo era stato a Megiddo battendo i Cananei. A Karnak l'immagine e il cartiglio di Hatshepsut, contenente la rappresentazione in simboli del suo nome, furono eliminati dalle pareti del santuario a colpi di scalpello, mentre le iscrizioni incise sugli obelischi da lei commissionati vennero coperte con la pietra (il che, senza volere, le ha mantenute in perfetto stato). A Deir el Bahri, il sito che accoglie la sua opera architettonica più spettacolare, le statue di Hatshepsut vennero distrutte e gettate in una fossa davanti al suo tempio funerario.
Noto come Djeser Djeseru, ovvero sancta sanctorum, il tempio sorge sulla riva occidentale del Nilo, davanti alla moderna Luxor, e si staglia su un anfiteatro roccioso che incornicia la pietra bionda del tempio come il nemes incorniciava il volto dei faraone.
Articolato su tre livelli, con i suoi portici, le terrazze collegate da rampe, il viale fiancheggiato un tempo o da sfingi, le vasche fitte di papiri e gli ombrosi alberi di mura, Djeser Djeseru fu progettato (forse da Senenmut) con l'intenzione di farne il cuore del culto di Hatshepsut. Le immagini della regina non furono toccate; ma dovunque Hatshepsut si fosse rappresentata come re, gli operai del figliastro lavorarono di scalpello per distruggerle. «Non si trattò di una decisione dettata dall'emotività, ma dalla convenienza politica», assicura Zbigniew Szafraski, direttore della missione archeologica polacca che lavora al tempio funerario di Hatshepsut dal 1961 (facendo degli orribili restauri … alla polacca … NDR).
fonte: NGM