Fatto l’Egitto, ora bisogna fare gli egiziani: la frase coniata dopo l’unità d’Italia, vale per la neonata democrazia del Cairo retta da Mohamed Morsi, il presidente sostenuto dai Fratelli musulmani. Ogni venerdì, con cadenza quasi regolare, piazza Tahrir – nel cuore della capitale – è teatro di scontri tra islamisti e manifestanti laici. Proteste che non riguardano il turismo, ma in qualche misura lo influenzano.

“Tutta colpa dell’enfasi mediatica”, è il ritornello che serpeggia tra incomisti e t.o. specializzati. Dal Mar Rosso alle tappe della Crociera sul Nilo, passando per il Mediterraneo, il Paese è sicuro: i disordini politici sono confinati a quella piazza, in quel preciso giorno.

I mesi della svolta: torna la fiducia. Che l’industria dei viaggi stia riacquistando, seppur lentamente, fiducia lo confermano i dati dei primi sette mesi dell’anno. Da gennaio a luglio – comunica il ministero del Turismo guidato da Mohamed Hisbam Abbas Zaazou – l’Egitto ha accolto 5.472.700 visitatori, registrando un incremento del 23,4% rispetto al drammatico 2011. Il mese della svolta, per quanto riguarda il mercato italiano, è stato agosto. Con 98.886 turisti l’Italia è balzata al secondo posto, subito dopo la Russia. La crescita rispetto allo stesso mese dello scorso anno è del 18%, ma la forbice che separa questi dati da quelli pre-rivoluzionari è ancora ampia: ad agosto 2010, oltre 140mila italiani avevano trascorso le vacanze in Egitto.

«La relazione tra i due Paesi è fortissima, soprattutto ora che la situazione è tornata a essere tranquilla», afferma Mohamed Abbd El Gabbar, direttore della sede romana dell’ente del turismo egiziano. Dagli uffici di via Barberini arrivano anche i dati sui primi otto mesi dell’anno, in cui è stato registrato un incremento complessivo del 36,4% rispetto al 2011 con 493mila visitatori (due anni fa erano addirittura 794mila). In questo caso, però, l’Italia si colloca al quarto posto, preceduta dalla Russia, dalla Germania e dal Regno Unito. L’obiettivo per il 2013 è scalare la classifica con una campagna pubblicitaria rivolta al trade e al consumer, orchestrata con i principali t.o. attivi sulla destinazione.

«Punteremo sull’Altro Egitto, quello di Berenice, della costa mediterranea e della New Valley, incentivando viaggi di nozze, famiglie e individuali», informa El Gabbar. Potrebbe finire in soffitta lo slogan L’inizio di tutte le storie. Anche la tua, sostituito da un messaggio più breve e incisivo. «Ma queste sono decisioni che verranno prese al Cairo, nella sede centrale dell’ente», ricorda il direttore che per il prossimo anno avrà a disposizione «un budget pari o addirittura superiore» a quello del 2012. A partire da gennaio, le pubblicità tappezzeranno le città italiane su bus, treni e aeroporti. Per gli addetti ai lavori sono in programma, nel frattempo, due educational: a novembre a Marsa Alam e a dicembre nella New Valley. E da marzo un roadshow per le adv.

Pianeta DMC: «Ma le Piramidi sono una garanzia» - «Avremo sempre le Piramidi e il Mar Rosso. Per questo credo nel futuro». È ottimista Amir El Zayat, presidente di Special Travel Service, corrispondente egiziano di t.o. come Futura Vacanze, Kenobi, Present Viaggi e Press Tours. Durante la rivoluzione la sua azienda ha retto: nessuno dei 50 dipendenti è stato licenziato. «Hanno lavorato otto ore a settimana, a metà stipendio – racconta – Li ho avvertiti: non vi lascio a casa, ma per un anno niente scarpe nuove». Oggi il turismo recupera terreno, con l’80% di occupazione sul mare e il 30% per l’Egitto classico. «La situazione al Cairo è tranquilla. Gli unici focolai di protesta – riferisce Amir – sono a piazza Tahrir. Basta evitare la visita al museo il venerdì»