L’Egitto va all’offensiva e, al termine di una conferenza sui bene culturali tenutasi al Cairo, richiede a vari paesi del mondo la restituzione di alcune delle sue più preziose opere d’arte.

Particolarmente sotto pressione il British Museum di Londra, a cui l’Egitto ha chiesto la celebre stele di Rosetta, e il Neues Museum di Berlino dove è esposto il busto di Nefertiti. Il potentissimo presidente del Consiglio supremo egiziano per i beni archeologici, Zahi Hawass, ha concluso ieri la due giorni di convegno presentando una lista di richieste a vari paesi, dal Messico alla Cina, dalla Gran Bretagna alla Germania.

Nel suo discorso Hawass ha riconosciuto che in base al diritto internazionale non vi sono le basi per ottenere le restituzioni ma ha sottolineato che la “questione strettamente legale” è secondaria. La cosa essenziale, ha invece affermato, è che “simboli e icone di tale importanza dovrebbero essere ospitate nella loro madre patria”.

Dal canto suo, scrive oggi il Telegraph, il British Museum al momento non ha ricevuto alcuna richiesta ufficiale dal governo egiziano. Una portavoce ha sottolineato che il consiglio di amministrazione “prenderà in considerazione la cosa se questa verrà formalizzata”.

La convenzione internazionale sui beni culturali e il patrimonio artistico, che prevede anche il divieto del saccheggio delle opere d’arte del 1954, non ha valore retroattivo.

Roma, 8 apr. (Apcom)