Piccoli scarabei in pietra, formidabili amuleti, simbolo di rinascita Keperi e immagine del dio creatore, accompagnavano il proprietario in vita e in morte. Gli scarabei egizi erano minuscole sculture che riproducevano l’insetto. Sul dorso, la testa, le elitre e le zampe; sul ventre, talvolta, un decoro, il marchio con cui imprimere l’argilla umida. Erano questi gli scarabei sigillo, portafortuna e al tempo stesso suggelli con cui chiudere casse, cofanetti, giare o papiri.
Dal 22 settembre il Museo Archeologico Nazionale di Parma potrà esporre una delle più prestigiose collezioni di scarabei sigillo attualmente esistenti, la Collezione Magnarini, 429 esemplari, di cui 80 reali, datati dal 2100 al 525 a.C. Grazie ad una convenzione tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Fondazione Cariparma, che l’aveva acquistata da Franco Magnarini nel 2008, la preziosa collezione troverà posto nella sezione egizia, di fianco alla ventina di scarabei (di cui sette “del cuore” e almeno due “reali”) già presenti nel museo. Con l’arrivo di questi esemplari, il Museo di Parma potrà mostrare al pubblico una delle più ampie collezioni di scarabei sigillo a livello nazionale e tra le più importanti d’Europa.
La collezione comprende esemplari di dimensione variabile dai 5 ai 30 millimetri, per lo più ottimamente conservati. Gli scarabei più antichi risalgono alla metà del Primo Periodo Intermedio (2100 a.C. circa), i più recenti all’Epoca Tarda (728-525 a.C.) Sono realizzati con diversi materiali (lapislazzulo, corniola, steatite, paste colorate e invetriate) e presentano sulla base piatta un ampio ventaglio di decorazioni, elementi lineari, geometrici, animali, figure umane, vegetali, motti, cartigli.
Appassionato studioso di questi oggetti, Franco Magnarini aveva composto negli anni la ragguardevole collezione, partendo da un primo nucleo di una sessantina di esemplari, proprietà di famiglia; la collezione è stata pubblicata nel 2004 in un “Catalogo ragionato” edito da BAR, Oxford.
Per numero, ampiezza dell’arco cronologico, materiali e tecniche di produzione, varietà iconografica e rarità di alcuni esemplari, la collezione Magnarini di scarabei-sigillo è stata dichiarata dal Ministero di “eccezionale interesse artistico archeologico” nel 2000. Acquistata da Fondazione Cariparma, è stata concessa al Ministero in comodato ventennale rinnovabile, con la precisa finalità di favorirne al massimo la fruizione da parte del pubblico. A questo scopo è stato predisposto uno schermo a navigazione digitale touchscreen in grado di mostrare a video ogni singolo esemplare nei minimi dettagli, fornendo al tempo stesso diverse chiavi di lettura degli scarabei e dell’intera sezione egizia.
Il sistema consente diversi livelli di approfondimento, da quello più tecnico che riporta integralmente il testo del Catalogo, al più divulgativo, a quello nettamente didattico, studiato apposta per le classi elementari che frequentano assiduamente la sezione egizia.
Il nuovo allestimento è stato curato da Roberta Conversi, Responsabile della sezione egizia del museo, in collaborazione con la Direttrice Maria Bernabò Brea e con Francesca Magri di Fondazione Cariparma. Una parte dei testi è stata curata dallo stesso Magnarini che ha anche riproposto integralmente la schedatura fatta nel suo catalogo. Per rendere fruibile la collezione anche al pubblico straniero, è stata predisposta la versione inglese dei testi, grazie alla collaborazione della Prof.ssa Gillian Mansfield dell'Università degli Studi di Parma.