Testo tratto del libro di Christian Jacq: La valle dei Re - II - La Valle sopravvivrà?
Un tempo, l'aria della Valle era secca in ogni stagione; l'umidità c'era, ma i raggi del sole la eliminavano velocemente. Il sole dell'Egitto, nel quale si incarna e diviene visibile la potenza di Ra, giocava un ruolo fondamentale per la conservazione dei monumenti. Quando le tombe erano ancora chiuse, al loro interno la temperatura si manteneva pressoché costante, per quanto caldo facesse fuori: le differenze erano dovute all'esposizione della porta del sepolcro.

II clima della Valle aveva frenato i processi di degrado, ed è per questo che i primi scopritori poterono ammirare la qualità delle pitture e dei rilievi, in un'epoca in cui il vandalismo non li aveva ancora distrutti. Anche le tombe profanate durante l'antichità, come quella di Ramses III, e dunque entrate a contatto con l'aria aperta, si conservarono in buono stato per secoli. Tuttavia, recenti accertamenti mostrano che la Valle è in pericolo e che, senza un intervento rapido, e destinata a scomparire. Qual è l'origine di questo pericolo?

Piogge violente hanno, da sempre, minacciato alcune tombe; rare ma molto abbondanti, provocavano frane e trascinavano masse di fanghiglia e pietrisco che invadevano le sepolture. Fin dall'antichità furono prese delle misure di protezione, che consistettero in particolare nella costruzione di muretti. Adesso, se il cielo dell'antica Tebe, un tempo di un azzurro perfetto e immutato, si vela sempre più spesso di nuvole, è a causa di un inesorabile mutamento di clima. La creazione dell'immenso bacino artificiale Nasser, the distrusse la Nubia e le sue tradizioni, fu un errore dalle conseguenze drammatiche di cui solo ora si comincia a misurare la portata. In futuro, pioverà sempre di più e il tasso di umidità salirà. L'arenaria dei templi sarà attaccata, corrosa, e pitture e geroglifici spariranno. L'ecologia e sempre più al centro del dibattito internazionale, e tuttavia il partito egiziano dei “verdi” conta appena qualche centinaio di membri, in un paese dove l'inquinamento è devastante. Secondo alcuni, la costruzione dell'alta diga di Assuan equivale a una condanna a monte per l’Egitto. La salvaguardia dei monumenti, comunque, dovrebbe rappresentare una priorità, se non altro, anche tralasciando la necessità di preservare simili tesori spirituali e artistici, perché il turismo occupa una posizione chiave all'interno dell'economia egiziana. Le dimore eterne del faraoni, per l'afflusso di denaro che attirano, contribuiscono alla sopravvivenza dei vivi. Un altro pericolo è rappresentato dai movimenti di assestamento della montagna tebana. Nonostante I terremoti siano rari, si sospetta che uno di essi abbia danneggiato i templi di Karnak all'inizio dell'era cristiana. Si nota che il calcare della Valle in qualche punto è fessurato, e che il supporto delle pitture presenta crepe evidenti. Saccheggi e atti di vandalismo hanno danneggiato per sempre numerose tombe.

Il saccheggio cosiddetto "scientifico" presenta un unico vantaggio: la conservazione nei musei del bassorilievi asportati. Champollion e Rosellini a malincuore prelevarono ciascuno un rilievo dalla tomba di Sethi I; queste opere si possono ora ammirare al Louvre e a Firenze, e tuttavia sarebbe auspicabile riportarle al loro luogo d'origine. Fare un inventario delle figure e delle scene strappate alla Valle e ora disperse in vari musei del mondo è uno dei compiti ingrati dell'egittologia. Purtroppo, molti oggetti e sculture sono andati distrutti, migliaia di pezzi che facevano parte del "corredo funebre" dei più grandi sovrani sono ormai penduti. E quante collezioni private, riservate a sguardi egoisti e dunque profanatori, ospitano opere provenienti dalla Valle?
Da ultimo rimane il turismo, il migliore e insieme il peggiore dei fenomeni che interessano la Valle. Il migliore perché fa affluire in Egitto valuta e favorisce una mescolanza di lingue, di costumi, di culture che contrasta l'integralismo islamico; il peggiore perché le tombe della Valle non sono destinate a torme di turisti frettolosi, scarsamente consapevoli dell'irrimediabile inquinamento che provocano. E cosa dire di certe orde di barbari che si asciugano il sudore sui rilievi o si divertono a frantumare i pezzi di ghiaccio, con cui dovrebbero rinfrescarsi, contro le pareti delle tombe?

Dal 1850 in poi, i visitatori sono stati troppo numerosi. A partire dal 1840, l'agenzia Cook rese l’Egitto una meta molto allettante: paese splendido, clima mite in inverno, aria salubre e corroborante nella regione di Luxor, ideale per la cura delle malattie respiratone, alberghi di lusso, navi da crociera ben organizzate... quale aristocratico dotato di qualche fortuna avrebbe rinunciato a tali attrazioni? Il viaggio in Egitto divenne un obbligo mondano, e nel 1880 Luxor era già una stazione turistica molto frequentata.

Le tombe reali divennero un punto di passaggio obbligato; i visitatori più stupidi scrivevano i loro nomi sui muri con del carboncino, mentre le esalazioni delle torce utilizzate senza alcuna precauzione annerivano i soffitti. L'arrivo dell'elettricità eliminò questa causa di degrado, ma, facilitando l'accesso alle tombe, moltiplicò il numero dei turisti.

Oggi, la situazione è considerata catastrofica. Pitture che nel secolo scorso erano ancora visibili sono svanite, e molti dei testi geroglifici si stanno cancellando. Sono state effettuate delle missioni di salvataggio fotografico, in particolare grazie all'Istituto Ramses che, con mezzi molto esigui, fissa in immagini ciò che ancora si può vedere. Molti specialisti prevedono che, se non saranno presi provvedimenti di vasta portata, le meraviglie della Valle sono destinate a scomparire nel giro di una decina d'anni.

Una delle soluzioni prospettate è quella di far pagare di più i turisti; ma una volta sul posto, nessuno rinuncerà certo alla spesa. Un metodo più radicale consisterebbe nel chiudere provvisoriamente o definitivamente alcune tombe, come quella di Tutankhamon, che è una delle più danneggiate; ma poi bisognerà occuparsi del loro restauro. Si pensa anche di allestire delle riproduzioni fotografiche, ma la loro collocazione nella Valle stessa distruggerebbe il suo fascino. Delle divergenze dividono le autorità competenti, e una linea comune non è stata adottata; la questione fondamentale, dunque, e come salvare la Valle dei re senza renderla inaccessibile.