Articolo a cura di Antonio Crasto. Per contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Gli Egittologi hanno proposto varie cronologie del periodo faraonico, cronologie che per semplicità possono essere raggruppate in sei classi:

  • cronologie estremamente lunghe (inizio della XII dinastia intorno al 3459 a.C., durata dell’Antico Regno (I-VI din.) circa 1500 anni, durata del 1° Periodo Intermedio (VII-XI din.) circa 800 anni e inizio della I din. intorno al 5759 a.C.);
  • cronologie molto lunghe (inizio della XII dinastia intorno al 3459 a.C., durata dell’Antico Regno (I-VI din.) circa 955 anni, durata del 1° Periodo Intermedio (VII-XI din.) circa 800 anni e inizio della I din. intorno al 5214 a.C.);
  • cronologie lunghe (inizio della XII dinastia intorno al 2000 a.C., durata dell’Antico Regno (I-VI din.) circa 1500 anni, durata del 1° Periodo Intermedio (VII-XI din.) circa 450 anni e inizio della I din. intorno al 3950 a.C.);
  • cronologie corte (inizio della XII dinastia intorno al 2000 a.C., durata dell’Antico Regno (I-VI din.) circa 955 anni, durata del 1° Periodo Intermedio (VII-XI din.) circa 450 anni e inizio della I din. intorno al 3405 a.C.);
  • cronologie cortissime (inizio della XII dinastia intorno al 2000 a.C., durata dell’Antico Regno (I-VI din.) circa 955 anni, durata del 1° Periodo Intermedio (VII-XI din.) circa 250 anni e inizio della I din. intorno al 3205 a.C.);
  • cronologie estremamente corte (inizio della XII dinastia intorno al 2000 a.C., durata dell’Antico Regno (I-VI din.) circa 750 anni, durata del 1° Periodo Intermedio (VII-XI din.) circa 100 anni e inizio della I din. intorno al 2850 a.C.).

Queste cronologie sono figlie della cronologia di Manetone, sacerdote tolemaico che nel 3° sec. a.C. scrisse una storia completa della civiltà egizia. L’opera, ormai perduta o nascosta in qualche biblioteca, ci è pervenuta grazie a quanto riportato da alcuni autori classici: lo storico ebreo Giuseppe Flavio e i due cronografi cristiano Africano e Eusebio. La cronologia che si ricava dall’opera di Manetone / Africano rientra nel gruppo delle cronologie estremamente lunghe, in quanto considera l’inizio dell’età faraonica nel 5717 a.C. (inizio della XII dinastia nel 3437 a.C., durata dell’Antico Regno (I-VI din.) di 1497 anni, durata del 1° Periodo Intermedio (VII-XI din.) di 783 anni).
Le critiche mosse alla cronologia di Manetone riguardavano sostanzialmente sia il lungo periodo della civiltà egizia (circa 30.000 anni fra età degli dèi, semidei, shemsuhor e faraoni) sia l’inizio dell’età faraonica intorno al 5500 a.C. Queste ipotesi erano infatti in netto contrasto con la tradizione alessandrina, che vedeva l’Anno Mundi, la Creazione, intorno al 5509 a.C. e il Diluvio Universale, secondo la Bibbia dei LXX, 2242 anni dopo, nel 3267 a.C. La conclusione a cui arrivarono gli storici classici fu quella di considerare la lunga civiltà egizia di Manetone espressa in mesi e non anni e la cronologia dell’età faraonica sostanzialmente sbagliata.
Nel XIX secolo era pressoché caduta la credenza della Creazione nel 6° millennio a.C., ma si riteneva comunque che la cronologia estremamente lunga di Manetone fosse sbagliata e non in linea con lo sviluppo dell’umanità (fine dell’Era Glaciale intorno al 10000 a.C., Mesolitico, Neolitico, ecc.). L’evoluta civiltà egizia del 6° millennio a.C. si sarebbe avuta, infatti, in pieno Neolitico e ciò sembrava essere improbabile se non impossibile.
Il metodo di datazione assoluta (astronomico) dell’età faraonica basato sullo spostamento dei capodanni dei due calendari egizi (civile di 365 e di Sirio di 365,25 anni) consentì di datare sia l’incoronazione di Amenhotep / Amenophis I (XVIII dinastia) intorno al 1559 a.C. sia quella di Senuserat / Sesostris III (XII dinastia) intorno al 1886 ± 1460 a.C.
L’indeterminazione del regno di Sesostris III e quindi dell’inizio della XII dinastia era dovuto alla lunghissima durata di 1590 anni del 2° Periodo Intermedio (XIII-XVII dinastie) indicata da Manetone / Africano. L’ipotesi dell’incoronazione di Sesostris III nel 1886 ± 1460 a.C. portò alla definizione di cronologie estremamente lunghe o lunghissime, a seconda della scelta di considerare l’Antico Regno di circa 1500 o 955 anni. La durata più breve era legata a una interpretazione del Papiro di Torino, in cui sembrava leggersi il totale di 955 anni delle prime sei dinastie.
Le ipotesi che la durata del 2° Periodo Intermedio di Manetone / Africano fosse errata, che conseguentemente l’inizio della XII dinastia doveva essere considerato intorno al 2000 a.C. e che l’Antico Regno di Manetone / Africano fosse esatto portò alla definizione delle cronologie lunghe, che inquadravano l’inizio dell’età faraonica nei primi secoli del 4° millennio a.C.
Era questo lo scenario che vedeva, agli inizi del XIX secolo, l’Egittologo tedesco E. Meyer, convinto assertore della bontà della durata dell’Antico Regno letta sul Papiro di Torino, definire due nuove cronologie, tagliando in pratica le prime sei dinastie e il 1° Periodo Intermedio. La differenza fra le sue cronologie, corta e cortissima, consisteva in una differente decurtazione della durata delle dinastie VII-XI, dai 783 di Manetone / Africano ai 359 o 242 anni. Le più recenti interpretazioni del Papiro di Torino considerano la tessera con il 955 appartenente alla durata mitologica di qualche personaggio dell’età degli dèi e individuano tre totali distinti: un probabile totale alla fine della II dinastia (T3.4), un totale alla fine della V dinastia (T3.26) e un altro totale alla fine della VIII dinastia (T4.14). Purtroppo dei primi due totali non è stata ancora individuata la tessera contenente gli anni, mentre è certo solamente il terzo totale di 181 anni (VI-VIII dinastia).
Sembra dunque evidente che le cronologie corte o cortissime, elaborate da Meyer e che hanno suggerito le analoghe cronologie cortissime oggi considerate quasi consolidate / “ufficiali”, furono basate su una lettura rivelatasi errata del totale delle prime sei dinastie del Papiro di Torino e sul desiderio di accorciare notevolmente il 1° Periodo Intermedio.
Queste cronologie cortissime sembrarono avallate dalle prime datazioni al C-14, che intorno agli anni sessanta fissarono il Neolitico egizio nel 5-4° millennio a.C. Era dunque necessario considerare varie centinaia di anni per far uscire il popolo egizio dall’età della pietra e arrivare al livello culturale della I dinastia.
Gli scienziati hanno però rivisto il metodo di datazione al C-14, stabilendo che i presupposti di costanza nel tempo della distribuzione degli isotopi del Carbonio (C-12, C-13 e C-14) doveva essere considerata errata. Le datazioni al C-14 furono così sottoposte a un metodo di calibrazione, basato sulla Dendrocronologia. Le nuove datazioni calibrate del Neolitico egizio portarono a un’anticipazione delle datazioni nel 5° millennio a.C., aggiungendo in pratica circa mille anni alle datazioni precedenti.
Malgrado questo notevole lasso temporale lasciasse ora spazio alle cronologie lunghe, gli Egittologi non hanno finora rigettato le cronologie corte e cortissime e non hanno rivalutato le cronologie lunghe.
Uno stimolo a una decisa presa di posizione del mondo accademico avrebbe dovuto aversi, a mio parere, dalle datazione al C-14 del 1984, le quali suggerivano di anticipare la datazione della IV dinastia di circa 400 anni, ma, come è noto, gli Egittologi hanno preferito nascondere in un cassetto queste datazioni al C-14 e non hanno, finora, affrontato la revisione delle così dette cronologie “ufficiali”.

Una versione più ampia può leggersi nel mio sito web alla pagina http://www.ugiat-antoniocrasto.it mentre la mia revisione della cronologia di Manetone / Africano può leggersi a questa pagina

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