Gli alberi sacri, nell’antica religione egizia, simboleggiano la forza universale, concepita di natura femminile. Per tale motivo sono associati alle grandi dcc cosmiche quali Nut, Hathor, Iside, ecc. Molte sono le raffigurazioni su papiri, sarcofaghi, bassorilievi e situle in cui è presente uno degli alberi, il Ficus religiosa, il sicomoro o la palma dattifera, da cui la dea offre cibi e bevande al defunto e al suo Ba (cfr.).
Talvolta anziché la rappresentazione antropomorfica della dea è l’albero stesso, munito di braccia e di seno, ad alimentare direttamente il defunto. L’Albero sacro sfrondato costituisce uno degli aspetti del Ded (cfr.), o pilastro osiriaco, e nello stesso tempo simboleggia la colonna vertebrale di Osiride (cfr.), dio della resurrezione. In vari papiri è raffigurato il sole mentre splende al vertice del sacro Albero. La concezione egizia relativa all’Albero appare già nei Testi delle Piramidi descrivendo dèi e beati in atto di cibarsi dei suoi frutti. Questa alimentazione cosmica richiama alla mente l’ambrosia classica il cui specifico senso etimologico è quello di immortalità (a-mrita = non-morte)