Il caotico centro del Cairo potrebbe rivivere i fasti di un tempo. Ormai da decenni, di fronte all'irrisolvibile problema della circolazione degli automezzi nel cuore della capitale, si susseguono progetti di riassetto della ''downtown'' ed e' di questi giorni la conferma di una iniziativa della banca d'affari egiziana Beltone Financial che si propone di affrontare la questione trasformando la trafficatissima city della capitale in una grande area pedonale.

L'idea della Beltone parte dal concetto che la razionalizzazione del traffico del Cairo passi attraverso il riconoscimento della bellezza (e quindi della necessita' della sua conservazione) del centro storico. Qui si trovano infatti palazzi costruiti negli anni '20 e '30 da architetti italiani e francesi, che verrebbero acquistati e restaurati per essere trasformati in abitazioni di lusso, hotel e zone commerciali ad alto livello. Al piano di riqualificazione, il cui costo si stima intorno ai 5 miliardi di dollari, avrebbero aderito la Compagnia statale egiziana delle assicurazioni, la societa' di costruzioni Orascom Hotel & Development e una finanziaria saudita. Accordato anche il supporto e la collaborazione del governatorato del Cairo.

La Beltone parte avendo gia' nel suo portafoglio la proprieta' di 18 edifici nell'area ed e' in procinto di comprarne altri 11, per un valore di 80 milioni di dollari, mentre la Compagnia statale delle assicurazioni detiene la proprieta' di altri 70 palazzi. Mahmoud Abdallah, direttore della compagnia, ha dichiarato che se il progetto sara' approvato dal governo ''andremo subito avanti a finanziare le infrastrutture per un'area pedonale''. Il centro della capitale egiziana, nel quale si fondono elementi dell'architettura neobarocca, neoclassica e dell'art deco, consiste in un triangolo ai cui vertici si trovano piazza Al-Tharir, la stazione di Bab Al-Hadid e piazza Abdin, dove ha sede la residenza ufficiale del presidente egiziano. E' in questa parte della citta' che il vicere' Ismail, khedive d'Egitto dal 1863 al 1879, volle portare lo splendore di Parigi e di altre capitali europee affidandosi ad architetti francesi, italiani, austriaci, tedeschi e svizzeri. Il progetto, nato sulla scia degli investimenti per il canale di Suez e di un boom nella vendita del cotone, continuo' anche con il successore di Ismail, nonostante ne avesse criticato la stravaganza. ''Molti degli edifici disegnati e costruiti al Cairo dagli italiani, nel diciannovesimo e ventesimo secolo, si avvicinano alla bellezza degli palazzi del Rinascimento italiano'', scrive l'antropologa Cynthia Minnthi in ''Parigi sul Nilo'', dove spiega che gli architetti italiani, partecipando al restauro dei monumenti islamici cairoti, si sono fatti influenzare nei loro lavori successivi dall'arte araba. (ANSAmed).