E' morto Khairy Shalaby, il romanziere dei bassifondi d' Egitto. Una settantina di libri tra romanzi (dodici tra cui La bella signora , Cose che ci riguardano , Ode al sonno ) e racconti tradotti in sette lingue (spesso trasformati in film): questa l' eredità lasciata da Khairy Shalaby, ritenuto «il più grande scrittore egiziano contemporaneo», scomparso a 73 anni (era nato in un villaggio del delta del Nilo nel 1938) nella sua casa del Cairo per un attacco di cuore.

Docente di storia del teatro egiziano contemporaneo e a lungo direttore della collana «Biblioteca di studi popolari» per il ministero della Cultura, Shalaby aveva tra l' altro ricevuto nel 2003 il Premio Naghib Mahfouz e nel 2009 era stato anche tra gli ospiti della Fiera del libro di Torino.

«La mia letteratura nasce dalla strada» aveva spesso ribadito: per questo le sue storie sono state quasi sempre ambientate nei bassifondi della capitale egiziana e i suoi protagonisti sono per lo più gente semplice: «Mi sono sempre domandato cosa avrebbero detto il contadino, il meccanico o il mendicante se avessero avuto l' opportunità di dire quello che pensavano. Nei miei libri ho così tentato di dar loro voce».

Tra cinismo e ironia, rifacendosi e rinnovando l' antica tradizione orale araba, Shalaby era comunque riuscito a rinnovare la letteratura del suo Paese. E anche per questo, nel 2005, gli era stato conferito il «Premio di Stato per le arti».