Abuquir (Aboukir) - Porto di Egizi e di Napoleone. Un progetto del Politecnico di Milano e dell’Università di Torino riqualificherà l’antica città sul delta del Nilo, al centro della storia dell’Egitto tolemaico e delle imprese napoleoniche.
Abuqir, l’area archeologica che sorge lungo quello che era lo scomparso braccio canopico del delta del Nilo, verrà valorizzata da un progetto di riqualificazione urbana curato dalla Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano e dall’Università degli Studi di Torino.
Dove oggi c’è un sobborgo di Alessandria d’Egitto, nell’antichità sorgevano i centri di Canopo, Menuthis ed Eraklion, sprofondata nel mare. Un’area sacra dove esistevano i templi di Iside medica e Serapide, che si sviluppò nei commerci e nell’agricoltura grazie allo sbocco sul mare e alle fertili terre inondate dal Nilo. La tradizione omerica vuole Canopo fondata da Menelao in onore del suo nocchiero morto per un morso di serpente proprio in prossimità del grande fiume.
“La baia di Abuqir oggi è caratterizzata da tre col- line artificiali realizzate con i resti delle antiche città che in epoca cristiana videro i complessi claustrali di Ciro e Giovanni sostituirsi ai templi originari. Un cataclisma, dovuto forse a una piena del Nilo o a un terremoto, segnò nella metà dell’VIlI secolo d.C. la fine dei tre centri che vennero completamente devastati”, spiega Luisa Ferro del Dipartimento di Progettazione dell’architettura del Politecnico di Milano. “I rilievi furono impiegati in epoca napoleonica per la loro posizione strategica come basi per fortificazioni”. Proprio al largo di Abuqir, nel 1798, si svolse la cosiddetta Battaglia del Nilo nella quale l’ammiraglio inglese Horatio Nelson ebbe la meglio sulla flotta napoleonica affondandone l’ammiraglia Orient. Le aree delle fortificazioni sono il cuore del sito archeologico e dell’intervento di riqualificazione. “Sotto uno dei bastioni”, continua Ferro, “negli anni Venti del secolo scorso sono stati scoperti un tempio e delle iscrizioni riferiti alla dea Iside. Un’altra delle colline, oggi zona militare, conserva i resti di ville rustiche di epoca tolemaica (332-31 a.C.)”. Un luogo ricco di storia nel quale le tracce del passato affiorano dalle dune o dai fondali vicini alla costa dove nel 2000 sono state rinvenute tracce delle antiche Menuthis ed Eraklion, e che oggi soffoca sotto uno sviluppo edilizio selvaggio.
Il progetto prevede la trasformazione del forte napoleonico Kosa Pasha in museo archeologico e la creazione di itinerari storico-paesaggistici che seguano l’antica linea della costa. Un nuovo piccolo porto turistico permetterà di imbarcarsi per l’Isola di Nelson, mentre i visitatori potranno godere dei reperti già scoperti e giungere fino alla collina di Ramleh, che, nelle sue viscere non ancora scavate, nasconde l’antico borgo di Menuthis e il grande complesso dei santi Ciro e Giovanni.
Due anni di studio porteranno alla realizzazione di un piano definitivo che riguarderà anche la fruizione e lo studio delle testimonianze archeologiche dell’area. Un passato da far rivivere per migliorare il degrado urbanistico presente e che ispira i progettisti, i quali immaginano la futura Abuqir prendere corpo “dalle forme e dalle memorie conservate nel suo sottosuolo"
MAURIZIO LANDI - Storica - Aprile 2011