E' una principessa egizia il primo paziente nella storia a ricevere una diagnosi di malattia coronarica. Un 'verdetto' arrivato a migliaia di anni dalla morte. Nelle coronarie della principessa Ahmose-Meryet-Amon - vissuta a Tebe tra il 1.580 e il 1.550 aC - sono state individuate, infatti, chiari segni di aterosclerosi grazie a una tomografia computerizzata total body.

I risultati dello studio vengono illustrati in questi giorni, in occasione dell'International Conference of non-Invasive Cardiovascular Imaging, questa settimana ad Amsterdam (15-18 maggio). La principessa Ahmose-Meryet-Amon, identificata come la prima persona nella storia umana con diagnosi di malattia coronarica, seguiva una dieta ricca di verdure, frutta e con un limitata quantità di carne animale (da capi allevati ma non ingrassati). Grano e orzo venivano coltivati lungo le sponde del Nilo, per fare il pane e la birra, mentre tabacco e grassi trans all'epoca erano sconosciuti, e lo stile di vita era molto probabilmente attivo. Nonostante ciò le coronarie della principessa erano ostruite. Grazie allo studio Horus, i ricercatori diretti da Gregory Thomas dell'University of California a Irvine, hanno esaminato le condizioni delle arterie di 52 mummie dell'antico Egitto. I risultati hanno mostrato arterie riconoscibili in 44 mummie egizie, e il cuore in 16. La calcificazione delle arterie (marker di aterosclerosi) è risultata evidente - in una serie di siti - in quasi la metà le mummie 'sotto il microscopio'. Tanto che gli autori notano come la condizione fosse piuttosto comune in questo gruppo di egizi di mezza età o anziani. In particolare, le 20 mummie egizie con aterosclerosi appartenevano a persone più anziane (in media intorno ai 45 anni), rispetto a quelle con un tessuto vascolare intatto, ma senza aterosclerosi (34,5 anni). Anche se relativamente comune in altri siti vascolari, l'aterosclerosi delle arterie coronarie è risultata evidente solo in tre mummie. Ma è stata visualizzata chiaramente proprio in quella della principessa Ahmose-Meryet-Amon (la calcificazione era presente in ogni letto vascolare visualizzato), che si è aggiudicata così la prima diagnosi della storia. L'immagine della Tac mostra che la principessa, che quando morì aveva circa 40 anni, presentava aterosclerosi in due delle tre principali arterie coronarie. Insomma, sulla diagnosi i medici moderni non hanno dubbi.

"Oggi - spiega Thomas - avrebbe avuto bisogno di un by-pass chirurgico". Nel complesso "è stato impressionante vedere quanta aterosclerosi abbiamo trovato", nota l'esperto. "Infatti pensiamo a questa patologia come a una malattia dello stile di vita moderno, ma è chiaro che esisteva anche 3.500 anni fa. I nostri risultati certamente mettono in discussione la percezione dell'aterosclerosi come malattia moderna". Dunque se la principessa seguiva una dieta sana e aveva uno stile di vita attivo, come mai è stata colpita in modo tanto netto da questa malattia? Thomas e il collega Adel Allam, della Al Azhar University del Cairo (Egitto), ipotizzano tre possibili spiegazioni. In primo luogo, ci sono ancora alcuni fattori di rischio sconosciuti, o non compresi appieno, relativi alla malattia.

In particolare, Allam punta il dito sull'eredità genetica, sottolineando che gran parte della predisposizione ad ammalarsi potrebbe dipendere dal corredo genetico. C'è poi la possibilità che la risposta infiammatoria alle infezioni parassitarie - frequenti all'epoca degli antichi egizi - apra la strada alla malattia coronarica, più o meno allo stesso modo in cui i pazienti con Hiv immunocompromessi sembrano più vulnerabili. Infine, non può essere escluso un effetto della dieta. Ahmose-Meryet-Amon veniva da una famiglia nobile: suo padre, Seqenenre Tao II, è stato l'ultimo faraone della 17esima dinastia. Quindi è probabile che la dieta della principessa non fosse affatto quella del comune cittadino egiziano. Cibi più ricchi e piatti pregiati - con più carne, burro e formaggio - probabilmente facevano parte del menù della nobildonna. Inoltre a quel tempo gli alimenti erano conservati sotto sale, cosa che può anche aver avuto un effetto negativo. "Studi recenti hanno dimostrato che non fumare, avere una pressione sanguigna più bassa e un livello di colesterolo contenuto protegge contro il rischio di ostruzione delle arterie - nota Randall C. Thompson del St Luke's Mid-America Heart Institute a Kansas City (Usa) - D'altra parte, da quello che possiamo capire da questo studio, gli esseri umani sono predisposti all'aterosclerosi. Dunque - conclude - conviene adottare il prima possibile le misure opportune per ritardarla il più a lungo possibile".