L’archeologo Sergio Donadoni, decano degli egittologi italiani, protagonista del salvataggio internazionale dei templi egizi di Abu Simbel dopo la creazione della diga di Assuan, è morto ieri a Roma all’età di 101 anni.
I funerali si svolgeranno lunedì 2 novembre, alle ore 11, nella chiesa romana dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.
Era professore emerito di egittologia all’Università “La Sapienza” di Roma e accademico dei Lincei. Nato a Palermo il 13 ottobre 1914, figlio del critico letterario Eugenio, Sergio Donadoni studiò alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si laureò con Annibale Evaristo Breccia. Specializzatosi in egittologia a Parigi e a Copenaghen, Donadoni ha insegnato nelle università di Milano, Pisa e infine Roma.
Ha diretto scavi in Egitto (Antinoe, Qurna), in Nubia (Ikhmindi, Sabagura, Tamit) e in Sudan (Sonqi Tino,Gebel Barkal). Nell’ambito della collaborazione internazionale per il salvataggio dei templi egizi dovuto alla creazione della diga di Assuan, l’Italia partecipò con nove spedizioni condotte da Sergio Donadoni tra gli anni ’50 e ’60. Nel 1964 diresse la missione archeologica in Egitto e in Sudan dell’Università di Roma con scavi e ricerche in diverse antiche località, tra cui Tebe.
Sergio Donadoni è autore di una vasta bibliografia, che comprende, tra gli altri titoli “La civiltà egiziana” (1940;), “L’arte egizia” (1955), “Storia della letteratura egiziana antica” (1957), “Le pitture murali della chiesa di Sonki Tino nel Sudan” (1968), “L’Egitto dal mito all’egittologia”.
Era dottore honoris causa della Université Libre di Bruxelles. Socio dell’Accademia delle Scienze di Torino, della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, dell’Académie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi e dell’Institut d’Egypte.
E’ stato insignito del Premio Feltrinelli per l’Archeologia nel 1975 ed era Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica (2000).