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Come gli animali mummificati più di 3.000 anni fa, anche gli animali di Salima Ikram sono andati incontro a una felice esistenza ultraterrena. Esaurito il lavoro in laboratorio, ogni corpo è stato avvolto in bende sulle quali erano state scritte delle formule magiche. Poi, recitando preghiere e bruciando incenso, le mummie Sono state deposte in un armadio e mostrate ai visitatori, compresa chi scrive. Come offerta, la sottoscritta disegna un ciuffo di carote belle grosse e qualche simbolo che le faccia moltiplicare per mille. Salima Ikram mi assicura che nell'aldilà i disegni sono già diventati reali e che i suoi conigli hanno le narici frementi dalla contentezza.
{multithumb thumb_width=130 thumb_height=130 thumb_proportions=crop} Una radiografia ha rivelato che il babbuino, sepolto con il cane (vedi foto), era privo del canini, probabilmente estratti per evitare che mordesse qualche nobile dito. Nel corso delle sepolture collettive di babbuini a Tuna el-Gebel i sacerdoti ponevano un animale votivo in ogni nicchia. Nel sito sono state rinvenute migliaia di mummie ed è verosimile che ve ne siano molte altre in zone ancora inesplorate. Il cane da caccia (vedi foto sopra) conservato con cure amorose e che da tempo ha perso i bendaggi apparteneva probabilmente a un faraone. Vivendo a corte, «mangiava senz'altro bocconcini prelibati ed era viziatissimo”, dice Salima Ikram. Alla morte fu , sepolto in una tomba tutta per lui nella Valle dei Re. Nel Museo dell'Agricoltura del Cairo sono, esposti i resti di un cane e due tori, un tempo fasciati come le mummie. Privi delle moderne tecnologie per immagini, gli studiosi dell'epoca ridussero all'osso questi animali per identificarne la specie. Eretto ad Armant alla morte del toro sacro Buchis, questo monumento di pietra raffigura li faraone Tolomeo V nell'atto di fare un'offerta votiva al defunto. Come i tori di Menfi e Heliopolis, anche Buchis veniva mummificato e sepolto con grandi cerimonie. La natura sacra dei tre tori si estendeva alle loro madri, preparate al viaggio nell'altro mondo come la vacca a destra, avvolta in complicati bendaggi. I resti dell'edificio deputato all'imbalsamazione dei tori Api, gli animali sacri alla grande città di Menfi, oggi vicino al villaggio di Mit Rahina. Il corpo del toro rimaneva nel natron per 40 giorni su un imponente letto di pietra, in un cortile dove Il sole contribuiva a disseccarlo e disinfettarlo.