Risorse naturali e agricoltura dell'Antico Egitto
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"io coltivai il grano, venerai il dio del frumento in ogni valle del Nilo. Nessuno ha conosciuto fame o sete durante il mio regno”.
Così recita un'iscrizione attribuita al faraone Amon-Emhat I. L'attività umana che più d'ogni altra rese possibile la prosperità della vita nell'antico Egitto era senza dubbio quella dell'agricoltura. Grazie alle inondazioni annuali del Nilo, la terra egiziana era fertilissima e la ricchezza dei fosfati presenti nel suolo favoriva la coltivazione dei campi.
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Scarabei egizi in mostra
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Piccoli scarabei in pietra, formidabili amuleti, simbolo di rinascita Keperi e immagine del dio creatore, accompagnavano il proprietario in vita e in morte. Gli scarabei egizi erano minuscole sculture che riproducevano l’insetto. Sul dorso, la testa, le elitre e le zampe; sul ventre, talvolta, un decoro, il marchio con cui imprimere l’argilla umida. Erano questi gli scarabei sigillo, portafortuna e al tempo stesso suggelli con cui chiudere casse, cofanetti, giare o papiri.
Le miniere dei faraoni
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Per la costruzione di elementi di architettura religiosa e funeraria nell'Antico Egitto si estraevano, dalle miniere e dalle cave le materie prime come il basalto, il granito, il calcare, la quarzite o l'alabastro ma gli antichi egizi conoscevano anche l'esistenza nel sottosuolo della loro terra di pietre preziose.
La magia al servizio del faraone
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Per comprendere al meglio la civiltà egizia è necessario ricordare l'importanza eccezionale che la magia rivestiva nella vita e religione al tempo dei faraoni. Anche a distanza di migliaia di anni e benché siano stati ritrovati vari documenti sull'attività magica in Egitto, il mondo dei sacerdoti/maghi resta ancora oggi avvolto in un velo di mistero.
La chiave egizia dei sogni
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“L'interpretazione dei sogni è paragonabile allo sviluppo e decifrazione dell'antica lingua dei geroglifici egizi...”. Così scriveva il padre della psicanalisi Sigmund Freud.
Come in molte antiche società, anche nell'Antico Egitto si prestava particolare attenzione al mondo dei sogni poiché si riteneva che le visioni oniriche fossero la congiunzione dell'uomo con le divinità.
Le statue di Cheope
L'autobus che ci porta alla visita alle piramidi arranca nel traffico cairota, la guida egiziana sta parlando da dieci minuti per spiegare qualcosa di Giza ai turisti. A un certo punto, forse per attirare maggiormente l'attenzione e fermare il cicaleccio dei commenti sulle cianfrusaglie appena acquistate alla "casa del papiro" si alza e dice: "pensate che di Cheope, il costruttore della Grande Piramide ci rimane solo una statuetta grande così che domani vedrete al Museo". Al che le donnette alzano tutte assieme la testina per vedere il gesto col pollice e l'indice fatto dalla guida per indicare le minuscole proporzoni di questa strana statuetta. Poi, deluse, tornano subito a parlare di quanto starà bene il nuovo (orrendo) papiro con l'arredamento Ikea.
I gatti nell'antico Egitto
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Scritto da Hotepibre
Bastet, dea Lunare dell'amore; è rappresentata come gatta o come antropomorfa con testa di gatta. Assurse a particolare fama nel periodo libico, quando Bubasti divenne capitale. Ad indicare che anche il rapporto amoroso è, fondamentalmente, un conflitto, valga l’antico detto: "Non si accarezza Bastet prima di aver affrontato Sekhmet" (dea della guerra) Gli Antichi Egizi tenevano in grande considerazione questo animale; gatta era la Dea Bastet e la stessa Sekhmet, sua sorella, era pur sempre un felino, una leonessa.
Il gatto, lo spirito di Iside
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Il falco, il serpente e il coccodrillo sono stati ritenuti animali sacri nell'antico Egitto, ma la popolarità e venerazione verso il gatto ha superato quella per qualsiasi altro animale. Il gatto era l'animale più diffuso fin dall'antichità e la sua fama crebbe nel tempo facendolo passare da animale sacro a vera e propria divinità, il suo culto si estese ben oltre i suoi confini dell'Egitto.
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